lunedì 27 maggio 2013

MONTAGNA, E COSÌ TORNERÀ IL DESERTO DI UN TEMPO PASSATO

Alcune considerazioni di Daniele Petrucci di Pian degli Ontani sulle progressive dismissioni dell’area appenninica pistoiese

CUTIGLIANO-MONTAGNA. Testimonianze e riflessioni di uno fra i tanti montanari anziani sconcertato da quanto vede intorno a sé.
Leggendo lo scritto quello che emerge, è un senso di smarrimento e di preoccupazione. Una preoccupazione tutt’altro che egoistica ma radicata nell’attaccamento che ha e nutre il sig. Daniele, per la montagna che anche lui ha costruito attraversando un periodo storico drammatico con ben due guerre mondiali e facendo fronte a problemi ed esigenze, per noi che siamo venuti dopo, inimmaginabili.

Vedere la montagna ridotta in questo stato è lancinante, ma non riconoscersi più nelle persone, in quella gente, la tua stessa gente, è terribile, tanto da domandarsi – non lo ha scritto ma è implicito – dove lui e la sua generazione hanno sbagliato.
Questa è forse la cosa che più tormenta Daniele e che lui non comprende, lasciandolo con questo senso straziante di smarrimento…
Ecco il testo della lettera:

Sono un Paesano del Comune di Cutigliano, voglio esprimere il mio pensiero sull’andamento amministrativo di questa Montagna senza influenzare o consigliare nessuno di chi legge. Quello che ho scritto e penso io.
Da alcune riunioni organizzate dai sindaci e gente comunali hanno illustrato che ci sono leggi imposte dallo stato o Regioni, di fare l’accorpamento dei Comuni sotto 3000 abitanti e quindi quello che ho capito i Sindaci di Abetone di Cutigliano e di Piteglio hanno proposto o deciso di fare il Comunone con il Comune di San Marcello.
Io Daniele abito a Pian degli Ontani una piccola borgata il Serretto. Come altre decine di borgate con le solite caratteristiche di disagi che formano il paese di Pian degli Ontani.
Come Pian degli Ontani ci sono altri paesi Piano Sinatico, Rivoreta , il Melo, Ponte Sestaione tutte con le solite caratteristiche di Pian degli Ontani, cioè sparse su tutto il territorio montano, alcune distanti dal comune anche 10 Km.
Io valutando con una certa perplessità, cosa succederebbe se dovessimo accorpare al comune di San Marcello, dopo non più 10 Km per recarsi al comune di appartenenza, ma 20 e più per andare al Comunone.
Pensate il disagio economico e di tempo di quei montanari che abitano in quelle borgate con un’altitudine da 800 a 1250 metri. In particolare gli anziani che dovessero aver bisogno di recarsi in comune per sbrigare le loro necessità, mi domando chi prende cura di questa gente per portarla a svolgere le loro necessità.
Sicuramente saranno i familiari e amici affrontando spreco di tempo e spese con il rischio di andare al Comunone e far la fila agli sportelli e dover tornare via senza aver svolto il fabbisogno di quello che necessitava.
Pensate che gli abitanti di queste povere borgate non sono risparmiati da supertasse e dovergli imporre certi sacrifici, mettono i montanari in ginocchio e li costringeranno a rinunciare e ad abbandonare il territorio che con grandi sacrifici avevano fatto prosperare e così tornerà il deserto di un tempo passato.
Io sempre ragionando con me stesso, mi domando come mai l’insistenza dei nostri rappresentanti comunali, solo loro vogliono e consigliano l’accorpamento dei comuni, perché?
Io penso che i comuni esistenti come sono attualmente abbiano una eredità di conoscenza del territorio e dei loro abitanti per aiutarli e far il necessario fabbisogno per la loro umile vita quotidiana.
Poi c’è anche l’orgoglio e il ricordo dove siamo nati e viviamo, dove sono nati babbi, nonni e bisnonni che ci hanno vissuto e lavorato per dare un futuro ai loro successori sempre nel comune di Cutigliano.
Perché se siamo in difficoltà economiche si rivalgono sulla povera gente e non fanno gli accorpamenti delle province e dei loro esuberi amministratori compreso le Regioni?
Compreso Roma con i suoi parlamentari una fonte inesauribile di ricchezza che va perduta senza che sia contestata da nessuno.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 27 maggio 2013 | 07:51 - © Quarrata/news]

4 commenti:

  1. Caro Petrucci,
    io sono un abitante della pianura, ma conosco abbastanza bene (certo, non come Lei) i luoghi che cita nella Sua lettera molto bella.
    Mi metto pienamente nei suoi panni, forse meglio di certi signori che, pur montanari, adesso stanno mestando per arrivare al "Comunone".
    Intendiamoci! L'idea del Comune unico, di per sè è buona. Il problema vero è come poi lo si gestisce. Niente, per esempio, vieterebbe di organizzare comunque una rete di servizi sul territorio che eviti i disagi alle persone, specie se anziane.
    Un altro grande problema, nel caso della montagna pistoiese, sono le persone che si sono assunte, senza che nessuno lo avesse chiesto proprio a loro, il compito di presiedere alla costituzione del "Comunone". Se questi sono dei palesi incompetenti, sempre in sella da più di trenta anni; se tra questi in particolare ce ne è uno che è sempre stato presente nella defunta Comunità Montana, dove è stato per sette anni presidente, per sei anni assessore al bilancio e non si è accorto neanche un pochino di cosa gli accadeva intorno, a proposito delle ruberie del suo (purtroppo) compaesano Giuliano Sichi, Lei capirà bene che il "Comunone", per buono che possa essere sulla carta, nasce sotto auspici che peggiori non potrebbero essere.
    Piero Giovannelli

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  2. Questo senso di smarrimento che sta vivendo Daniele, credo persona molto anziana, con una sensibilità e una fine intelligenza che gli permette di dare con lucidità una lettura e fare un’analisi della storia della montagna da almeno 60 e forse più anni, è lo stesso di molti altri cittadini anche più giovani.
    I fatti della Comunità Montana, dell’ospedale Pacini e di tutti quei servizi, conquistati con sacrificio da Daniele e da tanti altri e necessari per poter creare lo sviluppo e, che avevano permesso ai cittadini di vivere decorosamente in questa nostra montagna, sono stati nell’arco di un anno spazzati via senza un perché, allo stesso modo con il quale vengono sequestrati i patrimoni – pochi rispetto alle ruberie e ai ladri impuniti di questo paese - di chi se ne è illecitamente appropriato.
    I cittadini della montagna, sono oneste e laboriose persone che hanno pagato con regolarità tributi e costi maggiori rispetto a chi vive nelle città e solo poche mele marce, sono state prese come pretesto dalla politica per far pagare a questi cittadini il conto.
    Tutto questo è assurdo.

    Quelle poche mele marce, individuabili tra amministratori e politici che ci hanno governato in questi ultimi 30 anni, sono i colpevoli di questa attuale nostra situazione di precipitosa precarietà da portarci in poco tempo ad essere come le vecchie riserve indiane.
    Quello che addolora di più Daniele, è che questi individui che hanno tradito le aspettative e che hanno contribuito alla morte della montagna, sono concittadini con babbi, nonni e bisnonni nati in montagna.
    Invece di andare a recuperare quanto rubato o speso con disinvoltura, è più facile tagliare per far tornare questo splendido comprensorio “IL DESERTO DI UN TEMPO PASSATO”.

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  3. Credo che l'analisi fatta da un abitante della pianura, un "pianigiano" (per questo ci scusi e ci capisca) come li chiamiamo noi ha sintetizzato molto bene la vicenda del Comunone, forse non sa che l'ammissibilità a socio del fantomatico comitato può essere negata senza motivazione!!! Se questo è il metodo partecipativo, ben venga il deserto.

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  4. P.S. grazie per aver pubblicato la mia di Pian degli Ontani (con il cartello corretto come dall'esito del referendum fatto dal Comune di Cutigliano nel lontano 2001 e mai aggiornato) rilevabile liberamente dal sito www.lagonero.it

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