lunedì 15 luglio 2013

SAN JACOPO, DOPO LE FESTE PARLIAMO ANCHE DI TUTTE LE PECCHE IN FILA


Dr Fabrizio Geri [*]

«Le opere imposte dal Pd sono generalmente applaudite da adunate oceaniche di popolo festante, da trombettieri, da arcieri, da sbandieratori e dai vari soggetti del folklore locale» – E intanto Rossi non ha neppure accennato al suo buco milionario di Massa

PISTOIA. Io c’ero, sabato pomeriggio.
Ho voluto assistere ad un evento storico e forse unico per Pistoia: l’inaugurazione del nuovo ospedale San Jacopo al campo di volo, dopo che per più di 700 anni le funzioni ospedaliere si erano svolte al vecchio Ceppo, nella città storica.

Ho ascoltato assieme a migliaia di concittadini un vibrante discorso del presidente Enrico Rossi sul modello toscano della sanità. Credevo che oltre agli ostacoli incontrati per realizzare questa grande opera (ricorsi, bastoni fra le ruote da parte di comitati e associazioni) avrebbe ricordato con orgoglio che il buco di 400 milioni di euro della Asl di Massa lo aveva denunciato lui per primo alla Procura, ovviamente dopo essere stato eletto.
Non lo ha fatto, come ha anche taciuto che quegli stessi bilanci truccati li aveva approvati quando era assessore alla sanità.
Durante questo sabato memorabile, inoltre, non è stato neanche ricordato che nel luglio 2011, nella Commissione Consiliare di cui facevo parte, ci venne comunicato dall’allora dirigente ing. Marcello Evangelisti che il costo complessivo dell’opera preventivato per un valore di 84 milioni di euro era magicamente salito a 156 milioni.
Per quali motivi e con quali benefici? Ma non voglio fare polemiche su questi aspetti, visto che le opere imposte dal Pd sono generalmente applaudite da adunate oceaniche di popolo festante, da trombettieri, da arcieri, da sbandieratori e dai vari soggetti del folklore locale che anche sabato hanno piacevolmente caratterizzato la giornata.
Vorrei piuttosto condividere alcune considerazioni sulla dimensione clinico-sanitaria della nuova struttura, che, contrariamente alle lodi cantate dall’ufficio stampa dell’Asl, e riproposte pari pari da La Nazione e da Il Tirreno, presenta degli aspetti di gravità inaudita.
Le stanze della degenza sono piccole, nel blocco operatorio non è presente la presala, indispensabile per mantenere l’ambiente asettico e per l’espletamento delle operazioni preparatorie all’intervento chirurgico.
Nel blocco operatorio la presala si trova appena prima della sala operatoria, dove il paziente viene accolto dall’anestesista e dal personale dedicato. In questa zona viene identificato il paziente e il sito chirurgico. L’anestesista quindi si troverà a gestire il paziente in compagnia del chirurgo e la sua equipe mentre si preparano al lavaggio delle mani.
Come pensano di risolvere questo problema? Inserendo un semplice paravento? Possibile che oltre agli spazi per l’anatomia patologica il progettista si sia dimenticato anche questo spazio? In aggiunta le attuali prese della corrente non rispondono alla stringente normativa che le prevede anti polvere: sono delle normali prese come quelle di casa e dovranno dunque essere sostituite.
Chi si farà carico di quest’ulteriore voce di spesa e di spreco di denaro pubblico, i manager della Asl lautamente retribuiti che dovevano controllare progetti e progettisti o come al solito ricadrà sulla qualità del servizio al contribuente?
Ulteriore battuta sulla sanità toscana bene comune: suggerirei di controllare seriamente il corretto svolgimento del servizio di sterilizzazione strumenti clinici, affidato anch’esso, come tutta la gestione dei servizi ospedalieri, ad un’impresa privata.
Le prese delle corrente si possono sostituire, una svista in quest’altra delicata catena si rimedia male.
Altro elemento di discussione e approfondimento riguarda “gli emodializzati” dei quali mi riservo di parlare con un intervento a parte.
Sarebbe infine il caso che i tanti colleghi medici uscissero allo scoperto facendo proprie le anomalie che ho ricordato: prima o poi le dovranno affrontare e qualcuno sarà pure chiamato a rispondere all’utente e/o a qualche giudice.
Anche gli amici del Consiglio Comunale di Pistoia hanno così argomenti su cui lavorare per svolgere il loro ruolo di servizio e a tutela dell’intera comunità.
[*] – Ex Consigliere Comunale
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Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 15 luglio 2013 | 20:01 - © Quarrata/news]

6 commenti:

  1. Finora chiunque fosse intervenuto nelle vicende riguardanti l'ospedale, aveva esaminato l'enorme massa di aspetti stridenti riguardo al luogo della costruzione, all'acquitrino su cui posano le fondamenta, allo scempio ed allo spreco che si è fatto per adeguare la viabilità (ed ancora non è finita).
    Adesso, finalmente, si comincia ad esaminare l'altro aspetto, assai più difficile da affrontare per un profano: quello tecnico-igienico-sanitario, ed anche qui si vede che le pecche vengono fuori eccome.
    Ed allora, è qui che si deve insistere, e forte, da ora in poi, naturalmente dopo avere contato fino a dieci ed essersi assicurati della veridicità di quanto si afferma.
    E bisogna, in tutti i modi, cercare di fare uscire allo scoperto, fuori dalla palude del conformismo e degli opportunismi, quanti più medici ed infermieri si può, per conoscere veramente le cose come stanno, dietro le parate autocelebrative come quella che abbiamo visto sabato scorso.
    Piero Giovannelli

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  2. Oltre a dire sempre sì, quelli della maggioranza e a dire sempre nò quelli della minoranza, servono ancora a qualcosa i consiglieri comunali? e se questi sono i consiglieri, cambierebbe qualcosa se andassero tutti a casa?
    Sicuramente risparmieremmo diversi euro e lasceremmo comunque le cose come prima.
    Questa una utile "spending rewiev".

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  3. ma c'è ancora qualcuno che controlla? cosa?forse domani, se piove? o la storia della Comunità Montana Alto Pistoiese iiìnsegna qualcosa? in due anni? I ragni sono ancora nel buco! e che ragni. Presidente Napolitano è più facile pontificare o dare una risposta a chi la chiede? o corrsiponde molto alla situazione la frase latina "canis canem non est"?
    Forse perche i Savoia l'hanno nel sangue di tradire gli italiani?

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  4. Caro Pasquino,
    purtroppo, da tutte le vicende che riguardano il territorio pistoiese, vediamo anche con troppa chiarezza che i Consigli Comunali, così come sono composti e congegnati nella loro formazione e funzionamento, non servono a niente. (Vedi la vicenda dell' Ospedale di Pistoia, ma anche, per motivi diversi se non opposti, quello di San Marcello; la vicenda della Comunità Montana, infine quella che ha fatto abortire l'Unione dei Comuni in montagna per dare poi vita a questa ridicola sceneggiata del Comunone, utile a sviare l'attenzione dalle colpe di qualche inutile trombato riciclato).
    Guai, però, a perdere la speranza e la ragionevolezza per arrivare a pensare che la cosa migliore sia distruggere tutto senza sapere come ricostruire qualcosa di utile, mandare a casa tutti, ecc (anche se qualcuno, chiaramente, a casa ci andrebbe mandato, per evitare che continui a fare danni).
    Bisogna solo armarsi di pazienza, insistere, non demordere: e sperare che, prima o poi si esca da queste acque paludose e stagnanti.
    Piero Giovannelli

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  5. Non illudetevi che qualche primario rischi la sua preziosa posizione per criticare le scelte della Direzione... E gli altri sono pesci troppo piccoli e disorganizzati per avere voce in capitolo.
    Forse i 'medici di famiglia' potranno evidenziare le magagne, ma ci vorrà ancora del tempo prima che tutto sia operativo.
    Non mi esprimo sugli aspetti tecnici che conosco poco, ma vi assicuro che per quanto riguarda la gestione delle dimissioni 'difficili' (pazienti anziani, soli, con esiti invalidanti, con disagio sociale, etc...) l'organizzazione è ancora molto molto indietro!
    Si lavora ancora secondo le procedure attive al Ceppo e le nuove, previste da oltre un anno, non sono ancora state neanche sperimentate: non vorrei essere nei panni del primo anziano solo che dovrà essere dimrsdo dal nuovo ospedale!!

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  6. Bertinelli, sempre con quella manina in tasca...

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