Lettera aperta alle istituzioni di
Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia – È partita la campagna per informare i cittadini
pistoiesi
PISTOIA. Egregi
rappresentanti delle istituzioni pistoiesi e toscane, candidati alle elezioni,
in questi giorni è partita la campagna Coldiretti per informare la cittadinanza
pistoiese tramite invio postale, della decisione della Regione Toscana di
autorizzare la costruzione di una centrale elettrica alle porte della città. Ma
volevo evidenziare direttamente a voi uno specifico fatto. Che non ci sia
bisogno di una centrale elettrica alimentata con gas metano (fonte non
rinnovabile) a Pistoia e in Toscana lo dicono il piano energetico regionale e
le numerose relazioni scientifiche presentate da Coldiretti in questi mesi alla
Regione (info sul www.pistoia.coldiretti.it).
Non
avevamo bisogno di ulteriori conferme, ci preme evidenziarvi come sull’inutilità
di una centrale a gas concordi pure Repower, l’azienda svizzera che propone di
costruirla a Pistoia e che allarga l’analisi all’intera Italia.
Giovanni Jochum, Responsabile Mercato di Repower (pag.5-6 del documento allegato e qui
scaricabile) affronta il tema del perché di una centrale a carbone in
Calabria, il succo è questo: il gas in questo momento è antieconomico, per
questo viene proposto di usare il carbone in Calabria. L’Italia già dipende
troppo dal gas, come fonte energetica, quindi usare il carbone diversifica le
fonti.
E
allora, perché costruire una centrale a gas a Pistoia?
Perché
la priorità dell’azienda svizzera è di aumentare la sua produzione,
visto che vende il triplo dell’energia prodotta in Italia.
È
con questa priorità, aumentare la sua produzione, che a Pistoia dicono
che il gas è buono e giusto, mentre in Calabria lo è il carbone (ambedue fonti
non rinnovabili, ambedue non disponibili direttamente in loco).
Cordiali
saluti
Mario Carlesi
Presidente Coldiretti
Pistoia
DI SEGUITO UNO STRALCIO DELL’INTERVISTA DATATA 6 FEBBRAIO
2013, POCHI GIORNI FA, DA GIOVANNI JOCHUM, RESPONSABILE MERCATO DI REPOWER, SU
«ILBERNINA.CH»
al link http://www.repower.com/gruppo/sala-stampa/repower-si-esprime/28146/8938/bc9ef484/?MP=38-1373 (il file viene riproposto in allegato).
Quelle
che seguono sono parole del
Responsabile Mercato di Repower.
….
Consideriamo che l’Italia avrebbe abbastanza potenza
installata per soddisfare il proprio fabbisogno. Ma l’Italia ha il problema che
è troppo sbilanciata sul gas, tant’è vero che il 48% della corrente elettrica
in Italia è generata dal gas metano, un vettore energetico oggi molto caro.
Anche per questo motivo, molte centrali in Italia sono ferme, in quanto non
concorrenziali. Funzionano però quelle a carbone, perché i costi di produzione
sono inferiori e perché la centrale è meno esposta ai rischi della fornitura.
In Italia c’è quindi la necessità di orientarsi sul mercato del carbone, così
come avviene per altro in Germania, dove sono in funzione e si progettano le
nuove centrali a lignite. Se poi in futuro il prezzo dell’energia segnasse di
nuovo un aumento, come si prospetta con la diminuzione delle sovvenzioni alle
rinnovabili e come nel passato avvenne tra il 2006 e il 2008, ebbene chi ha una
centrale a carbone sarà in grado di soddisfare meglio le esigenze di una
clientela che ha bisogno di energia a prezzi abbordabili.
….
Abbiamo in Italia 40000 clienti, soprattutto tra piccole e
medie imprese, e vendiamo 4,5 terawattora di energia all’anno, sei volte di più
che in Svizzera. Con i nostri impianti in Italia produciamo solo un terzo (1,5
terawattora) dell’energia che ci occorre. Questo significa che per quanto riguarda
l’energia da noi venduta in Italia si tratta in gran parte di rivendita.
Poiché la nostra strategia è di unire produzione, vendita e
trading, abbiamo optato per una centrale a basso costo, com’è tipicamente
quella a carbone che produce energia di base, per noi indispensabile. In questo
modo siamo meno dipendenti da terzi per il nostro business in quel paese.
[comunicato
coldiretti]
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[Venerdì 15 febbraio 2013 | 19:52 - © Quarrata/news]
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