Il Pif Igan, oltre al vaso che si
scioglie nel terreno, prevede il marchio di qualità ambientale MPS
PISTOIA. “Entro 12 mesi il vivaismo pistoiese avrà una massa critica
di aziende e prodotti ecologicamente sostenibili certificati, rendendo il
sistema ancora più competitivo sul mercato mondiale di piante ornamentali”.
Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia e vivaista, annuncia che è
partito l’iter per la certificazione ambientale di un gruppo di aziende
vivaistiche pistoiesi, che condividono il Progetto integrato di filiera (Pif)
che ruota attorno alla sperimentazione dell’Eco-Pot, il vaso che si disfa
quando si interra, ovviamente senza inquinare. Il Pif, Igan (Italian Green
Agri-Net), nei prossimi mesi prevede 3,5 milioni di euro di investimenti,
coinvolge 64 soggetti, di cui 58 aziende vivaistiche, oltre 20 cofinanziatori,
con capofila Impresa Verde di Coldiretti.
Una pattuglia pilota di 13 aziende che
si aggiunge ad altre tre, che avevano attivato l’iter mesi fa, sta avviando il
programma di coltivazione ambientale secondo i criteri MPS ABC: un sistema di
gestione che tiene sotto controllo i consumi di materie prime, acqua ed energia
utilizzati in fase di produzione, con l’obiettivo di ridurre costantemente l’impatto
ambientale con conseguente attribuzione di una valutazione (A, B o C).
MPS, acronimo di Milieu Programma
Sierteelt, ovvero programma ambientale per la coltivazione di piante
ornamentali, è un ente di certificazione nato in Olanda, che oggi opera in
tutto il mondo. La fondazione MPS è un ente indipendente che istruirà le
imprese ad autocontrollare e poi ridurre i consumi impattanti con l’ambiente:
dall’acqua all’energia, dai fertilizzanti ai fitofarmaci. “L’obiettivo del
programma MPS è il miglioramento continuo – spiega
Antonio Fracassi, coordinatore per l’Italia dell’ente di certificazione –. Le tecniche produttive nel pistoiese sono già molto
attente all’ambiente, ma è sempre possibile migliorare”.
“La certificazione ed il marchio MPS
aiutano a risparmiare e a vendere di più – spiega
Renzo Spagnesi, direttore dei Vivai Sandro Bruschi, capofila Pif per la misura
124 (innovazione) e già in via di certificazione MPS –. Sempre di più il mercato richiede piante con
certificazione ambientale e il costante controllo dei consumi aiuta anche ad
essere più efficienti”.
La certificazione MPS è uno degli step
in cui si articola Igan, che prevede anche investimenti per rendere le
strutture produttive più eco-compatibili e sicure; oltre alla sperimentazione
sul campo di un nuovo vaso ecologico (Eco-Pot) che eliminerebbe il problema
dello smaltimento dei vasi di plastica attualmente utilizzati nei vivai. Vaso
che si dissolve quando la pianta viene interrata nella sede definitiva, ma
molto resistente quando è fuori dal terreno e contiene la pianta in fase di
crescita.
“I marchio MPS ‘qualificherà’ sia l’azienda
sia i singoli prodotti – spiega Spagnesi –, un
evidente vantaggio commerciale per piccoli e grandi produttori che possono
presentarsi sul mercato e nelle fiere con la medesima certificazione di qualità
ambientale”.
Ma la certificazione può supportare il
vivaismo pistoiese anche in ambiti istituzionali. “Che valenza ha per la città
e la provincia di Pistoia, e per la Toscana tutta, – aggiunge Mario Carlesi – avere un
polo produttivo certificato con un marchio ambientale specifico per le piante
ornamentali? Non una generica certificazione! Meritano o no le imprese che
riducono costantemente il proprio impatto ambientale maggiore attenzione in
sede di programmazione territoriale?”.
[coldiretti
– comunicato]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 1 febbraio 2013 | 18:30 - © Quarrata/news]
uhm MPS??? speriamo non sia monte dei paschi visto quel che accade, quello che mi auguro è che queste certificazioni non siano autocertificazioni! come ad es quelle dell'EMAS dove il rilevamento dei dati può venir fatto anche da un dipendente e il controllo EMAS poi non è altro che rilevare quel che han rilevato altri, secondo me a parte il fatto dei vasi che si autosciolgono ecc, ci vorrebbe un ente legato alle istituzione come x esempio è l'ARPAT che si adoperasse a certificare determinate lavorazioni, indi plauso all'iniziativa ma sarebbe importante sapere chi controllerà perchè se il tutto si riduce ad un autocertificarsi siamo solo a celebrare un progetto di marketing....
RispondiElimina