venerdì 1 febbraio 2013

VIVAISMO IN FILIERA. AL VIA LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE PER LA PATTUGLIA PILOTA DI AZIENDE


Il Pif Igan, oltre al vaso che si scioglie nel terreno, prevede il marchio di qualità ambientale MPS

PISTOIA. “Entro 12 mesi il vivaismo pistoiese avrà una massa critica di aziende e prodotti ecologicamente sostenibili certificati, rendendo il sistema ancora più competitivo sul mercato mondiale di piante ornamentali”. Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia e vivaista, annuncia che è partito l’iter per la certificazione ambientale di un gruppo di aziende vivaistiche pistoiesi, che condividono il Progetto integrato di filiera (Pif) che ruota attorno alla sperimentazione dell’Eco-Pot, il vaso che si disfa quando si interra, ovviamente senza inquinare. Il Pif, Igan (Italian Green Agri-Net), nei prossimi mesi prevede 3,5 milioni di euro di investimenti, coinvolge 64 soggetti, di cui 58 aziende vivaistiche, oltre 20 cofinanziatori, con capofila Impresa Verde di Coldiretti.

Una pattuglia pilota di 13 aziende che si aggiunge ad altre tre, che avevano attivato l’iter mesi fa, sta avviando il programma di coltivazione ambientale secondo i criteri MPS ABC: un sistema di gestione che tiene sotto controllo i consumi di materie prime, acqua ed energia utilizzati in fase di produzione, con l’obiettivo di ridurre costantemente l’impatto ambientale con conseguente attribuzione di una valutazione (A, B o C).
MPS, acronimo di Milieu Programma Sierteelt, ovvero programma ambientale per la coltivazione di piante ornamentali, è un ente di certificazione nato in Olanda, che oggi opera in tutto il mondo. La fondazione MPS è un ente indipendente che istruirà le imprese ad autocontrollare e poi ridurre i consumi impattanti con l’ambiente: dall’acqua all’energia, dai fertilizzanti ai fitofarmaci. “L’obiettivo del programma MPS è il miglioramento continuo – spiega Antonio Fracassi, coordinatore per l’Italia dell’ente di certificazione –. Le tecniche produttive nel pistoiese sono già molto attente all’ambiente, ma è sempre possibile migliorare”.
“La certificazione ed il marchio MPS aiutano a risparmiare e a vendere di più – spiega Renzo Spagnesi, direttore dei Vivai Sandro Bruschi, capofila Pif per la misura 124 (innovazione) e già in via di certificazione MPS –. Sempre di più il mercato richiede piante con certificazione ambientale e il costante controllo dei consumi aiuta anche ad essere più efficienti”.
La certificazione MPS è uno degli step in cui si articola Igan, che prevede anche investimenti per rendere le strutture produttive più eco-compatibili e sicure; oltre alla sperimentazione sul campo di un nuovo vaso ecologico (Eco-Pot) che eliminerebbe il problema dello smaltimento dei vasi di plastica attualmente utilizzati nei vivai. Vaso che si dissolve quando la pianta viene interrata nella sede definitiva, ma molto resistente quando è fuori dal terreno e contiene la pianta in fase di crescita.
“I marchio MPS ‘qualificherà’ sia l’azienda sia i singoli prodotti – spiega Spagnesi –, un evidente vantaggio commerciale per piccoli e grandi produttori che possono presentarsi sul mercato e nelle fiere con la medesima certificazione di qualità ambientale”.
Ma la certificazione può supportare il vivaismo pistoiese anche in ambiti istituzionali. “Che valenza ha per la città e la provincia di Pistoia, e per la Toscana tutta, – aggiunge Mario Carlesi – avere un polo produttivo certificato con un marchio ambientale specifico per le piante ornamentali? Non una generica certificazione! Meritano o no le imprese che riducono costantemente il proprio impatto ambientale maggiore attenzione in sede di programmazione territoriale?”.
[coldiretti – comunicato]
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[Venerdì 1 febbraio 2013 | 18:30 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. uhm MPS??? speriamo non sia monte dei paschi visto quel che accade, quello che mi auguro è che queste certificazioni non siano autocertificazioni! come ad es quelle dell'EMAS dove il rilevamento dei dati può venir fatto anche da un dipendente e il controllo EMAS poi non è altro che rilevare quel che han rilevato altri, secondo me a parte il fatto dei vasi che si autosciolgono ecc, ci vorrebbe un ente legato alle istituzione come x esempio è l'ARPAT che si adoperasse a certificare determinate lavorazioni, indi plauso all'iniziativa ma sarebbe importante sapere chi controllerà perchè se il tutto si riduce ad un autocertificarsi siamo solo a celebrare un progetto di marketing....

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