PISTOIA. Sul blog del vescovo Mansueto Bianchi, sotto il post del 6 aprile intitolato Se il “Tabor” diventa una fondazione – di cui, peraltro, non vogliamo qui interessarci –, compaiono, a commento, queste righe significative di un lettore, che si rivolge al curatore del blog, Mauro Banchini:
Signor Mauro, dica la verità: don Verzè le è antipatico per un solo fatto, perché è amico di Berlusconi, quello che lei, signor Mauro, chiama sul suo facebook, “il banana”. Se a lei sembra poco cristiano dare certi nomi ad associazioni finanziarie, cosa mi dice del dare certi nomignoli ad un avversario politico? E le sembra cristiano, usare come fa lei, sempre sul suo facebook, altre affermazioni degne di una bettola? E come mai, voi così critici contro i vostri “nemici”, siete così succubi dei potentati d’altro colore? Mi parli dell’AIAS di Pistoia, signor Mauro! Mi parli delle lobbyne intrallazatrici tra uomini di chiesa pistoiesi e potere politico cittadino! Com’è duro essere uomini schierati sì, ma non di parte.
Commento di Franco Monticelli — 6 aprile 2011 @ 14:57 | Replica
Torniamo sempre al solito, iniziale, irrisolto punto di partenza: che a scagliare la prima pietra dovrebbe essere chi di noi è senza peccato, ma, guarda caso, ogni giorno è un ciottolaio, una sassaiola che fischia in aria come i proiettili delle mitraglie della guerra del Golfo.
Evidentemente oggi ci sono più non-peccatori che peccatori; più santi che dannati; più puri che impuri, se non facciamo altro che prenderci pietre in faccia, in testa, addosso – da tutte le parti.
E peccato che di questo principio evangelico non si ricordino mai i cattolici – e nemmeno i vescovi che, dinanzi al dovere di rivelare la verità (e quindi Cristo: ego sum via veritas et vita…), preferiscono distrarsi in altre direzioni.
O magari fingere di essere impegnati in lavori della Cei che tolgono tempo e respiro…
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[Giovedì 7 aprile 2011]
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