venerdì 15 aprile 2011

AIAS. LA SAGRA DEI PARADOSSI E DELLE IRREGOLARITÀ




PISTOIA. Stamattina, e solo perché ormai erano pressati dagli eventi, i due giornali di cronaca locale hanno riaffrontato il problema Aias-Bardelli.
Se leggete La Nazione, vedete che anche il quotidiano fiorentino affronta timidamente il problema dei rapporti fra Aias e Fondazione Santa Maria Assunta: il rapporto ambiguo e privo di chiarezze e trasparenza quanto alle prestazioni della Fondazione nei confronti dell’Aias.
Lo ribadisce Bagnale.
Eppure nel mese di marzo, quando questo blog ha pubblicato, una dietro l’altra, le tre lettere ufficiali che Bagnale ha spedito ai suoi interlocutori – e potrete andare a rivedervele –, questi due quotidiani, pur accedendo a questo blog, non hanno ritenuto opportuno fare nemmeno un cenno a questi documenti ufficiali che sembrano scagionare inequivocabilmente Bagnale e l’Aias Nazionale, e dare torto a Bardelli e al suo zoccolo duro, l’insieme dei suoi fedelissimi. Che ora tornano alla carica sul Tirreno con l’intervento che potete leggere: ma che anche, da quanto pare, sono sempre meno stretti intorno al dominus inarrestabile. E sembrano essere sempre meno anche sotto il profilo dei numeri.
Bagnale, dal canto suo, tranquillizza tutti: utenti e lavoratori, assistiti e dipendenti. E anzi, da quanto abbiamo letto nei giorni scorsi, avrebbe assunto nuovo personale a Pistoia. Ed è anche convincente, il commissario, va detto: perché degli scossoni preconizzati e minacciati profeticamente da Bardelli, delle disfatte economiche della sede, degli stipendi non pagati e del rischio-occupazione non sembra proprio che ci sia stato un bel nulla.
Siamo dinanzi alla sagra dei paradossi e delle irregolarità?
Forse è proprio così.
 Bardelli che non si ritira in nessun modo, che indica – così si dice – un suo delfino in Federighi; un accordo difficile e faticoso che viene fatto saltare; un continuo tentativo di far credere che l’Aias sta per andare in malora, mentre la sede di Pistoia non sposta di un millimetro le sue prestazioni (e ancora nessuno ha potuto dimostrare il contrario); i revisori dei conti, di cui non si ha traccia nei verbali dei registri della sede pistoiese, che agiscono in nome e per conto dell’assemblea straordinaria del 26 marzo; l’assemblea del 26 marzo durante la quale – rivedete il post precedente – sembra che abbiano votato anche quei soci che non avrebbero dovuto comunque votare in quanto espulsi (e si vedrebbero nelle foto). E, infine, Federighi che, raggiunto per telefono, tranquillizza tutti e va a diritto per la sua strada: questa assemblea del 16 aprile s’ha da fare e si farà.
Non ci si ferma proprio dinanzi a nulla.
Davvero, allora, questo è il momento di fare chiarezza.
Davvero questo è il momento di fare informazione – una cosa che piace poco a Pistoia e ai suoi partiti e forze politiche delle quali nessuna, ma proprio nessuna, ha avuto il coraggio di aprire bocca per dire o fare un neppur sommesso pio.
Ma questa informazione è l’ora di farla. Se non altro perché occorre ricordare che l’Aias di Pistoia può manovrare fino a 6-7 milioni di euro all’anno provenienti dalla sanità della Regione Toscana, cioè dalle nostre tasche, dal nostro comune lavoro, dal nostro sudore.

E allora altro che stare a sentire storie di storici benefattori e taumaturghi a cui rimettere in mano certe redini, cari lettori!

e.b. blogger
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[Venerdì 15 aprile 2011]

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