PISTOIA. Oggi Il Tirreno esce con una lettera di Renzo Bardelli, ex sindaco di Pistoia, a sostegno dell’Aias, in nome dell’etica e dell’ottica secondo cui tutto deve essere troncato e sopito, sopito e troncato, per tirare il buon per la pace.
Leggiamola attentamente.La lettera
«Aias, intervengano le autorità»
La situazione di “stallo” in cui si trova l’Aias di Pistoia, dopo il commissariamento arbitrariamente deciso dalla presidenza nazionale dell’Aias e rigettato da circa 300 soci della stessa Aias nel corso della recente assemblea con votazione plebiscitaria, è clamorosa.
Proprio per questo mi sarei aspettato che le pubbliche autorità rompessero certi indugi ed operassero con immediatezza per il rispetto della volontà dei soci e quindi per la cessazione di una gestione commissariale di cui l’Aias di Pistoia non ha assolutamente bisogno, da cui non ha tratto alcun vantaggio e con la quale si è solo creato un clima sbagliato e quanto meno inopportuno attorno ad una struttura “delicata” dove ogni giorno si “consumano” inevitabilmente drammi familiari di tutta una vita e nella esistenza di migliaia di famiglie attorno alle quali occorre favorire solo serenità, serietà, fattività operosa: tutto quello che l’impareggiabile Luigi Bardelli è riuscito a creare con grande capacità ed abnegazione personale e col contributo di una “squadra”, grande, di volontari e di operatori sociali.
Un autentico “fiore all’occhiello” per Pistoia: ma soprattutto un servizio per famiglie “condannate” ad una esistenza che, solo chi ne conosce direttamente la portata, può valutare nella sua eccezionale valenza.
Chi ha avuto come il sottoscritto esperienze di gestione pubblica sa bene quanto sia stato importante poter contare, proprio per gli “ultimi”, su una struttura che la preveggenza, l’intelligenza e l’intuito di Luigi Bardelli ha arricchito e qualificato con sedi idonee e funzionali, strutture autonome per le vacanze estive (anche per le famiglie intere!), personale qualificato e di alto livello professionale. Il tutto, per oltre quattro decenni.
Anche le critiche che nei giorni scorsi ha formulato pubblicamente l’avv. Edo Biagini non hanno scalfito per nulla, questo “quadro” che ho raffigurato.
Ed è quindi assurdo che oggi “Il Tirreno” dedichi titoloni ad una frase critica di una madre di un disabile ed invece releghi in secondo piano questioni come il perdurare di una antidemocratica gestione commissariale; lo spreco del pubblico denaro che deriverà dal persistere della sospensione dei lavori della nuova sede, un gioiello unico nel panorama mondiale dell’handicap; il silenzio ad intermittenza dei poteri pubblici nei loro doveri di chiudere questi due “buchi” destinati a produrre comunque danni notevoli alla società pistoiese.
Renzo Bardelli
È quantomeno straordinario l’intervento di stamattina di Renzo Bardelli a favore del deus ex machina di Aias-Tvl-Santa Maria Assunta in cielo-Pax et Iustitia e quant’altro.
È straordinario per più motivi.
E il primo di questi motivi è che, proprio Renzo – così attivo in questo arengo fin dall’inizio – fu il primo, appunto, a dire che qualcuno dicesse, al suo omonimo e parente Luigi Egidio, di farsi da parte, perché il suo tempo era scaduto ed era giusto pure che si facesse da parte [vedi questo post].
Oggi Renzo riscende in campo con altra posizione. Antitetica, parrebbe. Sotto ogni profilo.
E parla perfino di ‘spreco di denaro pubblico’ se non si rimettono subito in sella i vecchi ispettori della repubblica dell’Aias e non si torna ai lavori dell’arse fucine e delle opere del duomo in via San Biagio, solo perché – in un’assemblea imposta da una decisione magistraturale su cui, in un paese davvero legalitario, non sapremmo proprio cosa dire – 300 o più ex-soci dell’associazione hanno deciso di dare man forte a Luigi.
Ognuno può dire quello che vuole.
E lo fa anche Renzo.
Al quale non possiamo togliere il diritto di essere – lui, così pieno di vivacità e di iniziative sonore temporibus illis – uno che fa, ora, una bella inversione di marcia e invoca la regola dell’unità in extremis per salvare lo sperpero del denaro pubblico nella costruzione della nuova sede Aias di via San Biagio.
Faccia quello che vuole, dicevamo. Ma non pretenda di cantare il magnificat raccontando, con questa sua ‘letterina natalizia’, una situazione che non c’è: stando almeno ai documenti, che pure deve avere letto su questo blog, se parla, sia pure in maniera soft, delle polemiche che si sono svolte intorno all’Aias, ma non certo grazie a chi, per dovere di cronaca e informazione – e intendiamo dire la stampa pistoiese strutturata e ufficiale – avrebbe dovuto farlo puntualmente giorno per giorno a favore dei cittadini.
Non venga a raccontarci solo dello splendido personale, che si è avvicendato all’Aias: ci racconti anche, con ricchezza di particolari, di quello splendido personale, professionalmente ineccepibile, che è stato messo all’uscio e trattato a pesce in faccia dal suo taumaturgico e fantasioso omonimo, che tutto ha fatto fuorché – da quanto almeno risulta – rendere ragione della sua gestione quarantennale per filo e per segno; e non solo a profetico-biblici proclami anticricche e antipersecuzioni, ma con documenti alla mano.
Provi lui, Renzo Bardelli, ex-sindaco di Pistoia ed esperto – a quanto dice – di amministrazione e di quanto sia difficile trovare chi aiuta gli amministratori a risolvere i problemi dei più deboli; provi lui, così multiforme da dire una volta dite a Bardelli di farsi da parte ed oggi facciamola finita; provi lui così bravo a farsi usbergo dell’ex-Aias, a esaminare analiticamente i documenti che sono passati per queste pagine e a farsi una realistica idea della situazione, facendoci sapere che cosa ne deduce e non che cosa ne vorrebbe fare gettandoli nel cestino solo per sbloccare lo stallo.
Poi Renzo smetta di tentare di stimolare i poteri di Pistoia, chiedendo loro di intervenire a favore dell’Aias rimaneggiata dal di fuori, rifasciata e incerottata come il gruppo dei medici e paramedici dell’ospedale di Grosseto, che si divertivano a giocare alle mummie.
Perché loro, tutti i poteri di Pistoia – e Renzo dovrebbe saperlo –, lo hanno già fatto di intervenire a favore dell’Aias: hanno firmato un accordo e, nonostante questo, sono stati scaricati da Luigi Egidio che non ha voluto fare quel passo che gli era stato suggerito anche da lui stesso in primis: farsi da parte per timeout.
Per superbia, per orgoglio di superiorità, per identificazione, appunto, molto poco cristiana, con il deus ex machina a cui lo abitua anche Renzo stesso con questa sua lettera mattinale di sponda e di sostegno.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 4 aprile 2011]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.