domenica 17 aprile 2011

AIAS. LA GUERRA APOCALITTICA DEI TANTI DUBBI E DEI TANTI SILENZI


PISTOIA. Un lettore, che chiede di rimanere anonimo, ci ha inviato la lettera che segue.

Caro Blogger,
ho letto con interesse la Sua cronaca degli eventi di ieri riguardanti la Sezione Aias di Pistoia. E mi vengono spontanee alcune domande.
Bardelli avrebbe scoperto l’uovo di Colombo (o di piccione, stiamo a vedere) levandosi da un momento all’altro il cappellino Aias e mettendosene un altro con scritto son Pistoiese.
Ma per una genialata di questo genere c’era bisogno di scatenare due o tre guerre mondiali, disegnare scenari ansiogeni di abbandono, miseria e disoccupazione per le famiglie degli assistiti e dei dipendenti, tempestare di diffide Scarafuggi e Zollo, evocare una sera sì e l’altra anche dagli schermi tv complotti di lupi e di mafia, scomodare Vescovi, Sindaci, Zamagni, Presidenza del Consiglio, ... e chi più ne ha più ne metta?
O non poteva, questo grande stratega, se davvero poteva (e soprattutto se davvero può), fare questa fulgida mossa fin dalla comunicazione del commissariamento, cioè quasi un anno fa?
Come lo spiega dopo che ha riconosciuto e fatto insediare il Commissario, dopo che il medesimo ha governato – senza far mancare i servizi dell’Aias un solo giorno – da settembre a questa parte? Dopo che il commissariamento ha rappresentato un dato acquisito per tutti i Giudici del Tribunale di Pistoia? Dopo che la ASL e la Cassa di Risparmio/Santa Intesa, documenti ufficiali alla mano, hanno riconosciuto il Commissario come unico legittimato a rappresentare l’Aias?
Si ribalta tutto scrivendo sul cappellino di Egidio son Pistoiese?
Se bastasse una sola parola... diceva il ritornello di una celebre canzone di Ramazzotti di qualche anno fa...
Seconda domanda stimolata dalla caffeina. Ma non erano duemila gli assistiti Aias? O non erano centinaia e centinaia le loro famiglie?
La forza dirompente del quarantennale rinnovamento bardelliano si sostiene solo su quel centinaio di persone fisicamente presenti ieri all’Auditorium?
Ah, è vero, scusate, c’erano le deleghe... Fino a due a testa. E si arriva a circa 250 persone, giusto?
Dunque, i numeri della rivoluzione sarebbero questi?
Terza domanda. Se, come pare, lo stratega legale dell’operazione Pistoiese è Giorgio Federighi, insieme ai colleghi Stefano Sala e Calogero Armato, qualcuno potrebbe anche legittimamente chiedersi il perché di una iniziativa oggettivamente così discutibile (vogliamo esser buoni) come quella di far convocare l’assemblea al Collegio dei sindaci revisori.
Il Codice Civile dice altro. E lo sanno bene anche i soci dell’Aias, che a ottobre lo avevano appunto letto, rivolgendosi al Presidente del Tribunale.
Non basta una delibera dei soci per cambiare il Codice Civile.
E non si possono fare applicazioni analogiche se non c’è una lacuna da colmare.
Raffinate menti giuridiche come Federighi, Sala e Armato lo sanno benissimo. Eppure si son mossi così.
Qual è la ragione?
L’ipotesi più facile da fare è il fattore tempo.
Sì. L’urgenza di mettere un coperchio a questa situazione.
Nulla a che vedere con il ruolo svolto dai revisori nell’Aias di Pistoia dal giugno 2006 in poi?
Cosa c’è scritto nelle motivazioni della delibera con cui l’Aias Nazionale ha congedato i tre professionisti pistoiesi?
Grazie per l’ospitalità.
Lettera firmata

In realtà il nostro lettore introduce un interessante spunto di riflessione sulle figure e l’operato dei tre sindaci revisori. E davvero sarebbe interessante poter conoscere le motivazioni del congedo di Federighi, Sala, Armato.
A ben pensare qualcuno in passato, con un lungo documento, aveva segnalato ai soci, al consiglio di amministrazione, ma anche ai sindaci revisori dell’allora Aias, diverse anomalie, chiedendo un preciso interessamento.

Che non sembra proprio che ci sia stato.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 17 aprile 2011]

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