venerdì 30 dicembre 2011

INCENERITORE. ANCORA ORDINANZE-BEFFA


MONTALE-PIANA. Dopo oltre 60 sforamenti al limite del Pm10 dell’aria, il sindaco di Montale – costretto dalla legge – invoca, con reiterati comunicati stampa, il supporto degli altri amministratori dei comuni limitrofi, fatto che, è ben noto, come anche il profano diventa sacro se a proclamarlo tale sono in diversi.

Scatragli, dopo aver adottato un Pac surrettizio e inutile alle sue funzioni (ricordo che il Piano di Azione Comunale è da usare specificamente per contrastare gli sforamenti delle polveri aeree), dimostra di aver scientemente ignorato gli effetti pratici del parere emanato un anno fa dall’autorevole Dip. Prevenzione della competente Asl 3: egli dunque rilancia sulla causa degli “incendi di sterpaglie e riscaldamento domestico”, invocando la risposta partecipativa degli altri sindaci dopo che questi hanno praticato astinenza completa sull’argomento (infatti, essi non hanno centraline di rilevamento sui loro territori).
La prima dei sindaci a rispondere è stata Ciampolini (gli altri provvederanno a breve statene certi) che, con apposita struggente, quanto strabiliante ordinanza-beffa introduce il divieto di bruciare sterpaglie nel suo Comune: e ciò ancorché non se ne vedano affatto da trent’anni.
L’atto è strumentale a dimostrare una qualche azione di interesse nei confronti della “salute pubblica”, ma risulta essere altresì tanto ridicolo quanto pleonastico.
Infatti, tale divieto è già cogente, per l’art. 7-c7 del regolamento per lo smaltimento dei rifiuti e ciò dal 1990: http://www.comune.agliana.pt.it/regolamenti/SMALTIMENTORIFIUTI.pdf
Appare davvero paradossale che la sindaca ponga dei divieti già stabiliti e vigenti dai regolamenti comunali del suo Comune, ferma restando la possibilità di esercitare liberamente atti di retorica propagandistica utile solo a spennellare ulteriore demagogia sulla lunga ciminiera dell’impianto del Cis.
Ecco dunque come i cittadini sono sbeffeggiati, perché costretti a subire oltre al danno la beffa, ovvero la riduzione del riscaldamento e il divieto delle combustioni di sterpaglie che, a pensarci bene, sono un pratica ignorata oramai da tutti.
Tali atti sono comunque stati considerati ed esclusi da ogni prevalente interesse nella responsabilità dell’inquinamento dal Dipartimento Prevenzione dell’Asl 3 che ha ben individuato quali azioni esercitare nei momenti di “calma di vento e inversione termica” ed esattamente: chiudere temporaneamente l’impianto di incenerimento dei rifiuti.
A presto per le ulteriori ordinanze-beffa dei mayor confinanti, chiamati a rendere credibile quanto formalmente escluso dai documenti ufficiali, in una giostra di reticenze miste a mezze-verità.
Così è, se vi piace!
Alessandro Romiti

P.S. – Nel frattempo leggetevi le notizie che riguardano l’incremento dell’incenerimento industriale sul nostro territorio.

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[Venerdì 30 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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