martedì 27 dicembre 2011

PISTOIA. ASPIRANTI SINDACI & MAGGIORANZA ‘IN FRANTUMI’


di Luigi Scardigli

Non ci sono, a Pistoia, situazioni che possono in qualche modo agganciarsi alla trama che si snoda attorno all’ultima fatica cinematografica di George Clooney, Le idi di marzo, film che il noto attore e regista americano ha portato sui grandi schermi riadattando un precedente lavoro teatrale di Beau Willimon.

No, perché nessuno dei quattro candidati alle primarie per il centrosinistra può godere e temere, all’interno del proprio entourage, la presenza di un cinico arrivista del calibro di Stephen Meyers (il bravissimo Ryan Gosling), capace di vendere e comprare, nel giro di una notte, l’integrità del proprio candidato.
Insomma, escludo categoricamente che qualche pezzo di alta fiducia che sta tessendo le fila per Roberto Bartoli, Samuele Bertinelli, Alberto Niccolai e Cecilia Turco – i quattro candidati a contendersi lo scettro per correre e vincere contro nessuno a primavera – faccia, improvvisamente e cinicamente, il voltagabbana, casomai minacciando di rivelare all’opinione pubblica, così come succede nella pellicola di Clooney, qualche piccante retroscena del candidato tradito.
E visto che all’urna selettiva del rinnovo del Consiglio comunale mancano ormai una manciata di giorni, e certo che nessun exploit, pubblico o privato, possa in alcun modo accrescere o far flettere i numeri percentualistici di uno dei quattro, mi permetto di fare delle previsioni, che proprio in questi ultimi giorni sembrano assegnare alla lady forense, Cecilia Turco, una sostanziosa impennata.
D’accordo, i Comunisti per Pistoia con i laici-riformisti si sono schierati con Niccolai, così come la famigghia (da sempre) lo ha fatto con Bertinelli; i dissidenti, gli intellettuali e gli incontrovertibili disillusi, con parte della nuova sinistra, così nuova che a votare, fino ad ora, c’è andata con il motore acceso fuori dall’urna pronto per andare a banchettare in Versilia, dicono tutti Bartoli. A questo punto occorre solo aritmeticamente stabilire quanti siano tutti quelli che restano, perché costoro, il voto, lo daranno alla Turco.
Il candidato, sono convinto, si aggiudicherà lo scettro di contendente per la poltrona di palazzo di Giano veramente per una manciata di voti, a meno che, sull’onda de Le idi di marzo, qualcuno, dal cilindro, in città, non estragga un coniglietto che racconti, a noi del Blog e noi a voi, per quale motivo la composizione della maggioranza è così stranamente pluriframmentata.
E se così fosse, proprio come succede alle presidenziali nell’Ohio tra Mike Morris e Ted Pullman, chissà chi potrebbe essere a salire o scendere, improvvisamente e vertiginosamente.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 27 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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