martedì 13 dicembre 2011

INCENERITORE. PROCESSO TIBO-CAPOCCI, SFILANO I CT




PISTOIA. Si sono trovati a confronto i tecnici delle parti civili, l’oncologa Patrizia Gentilini e il tecnico della difesa il dott. Riccò, medico legale veneto.
La dott.ssa Gentilini, prima di introdurre gli argomenti di interesse tecnico per il diffuso inquinamento della piana, ha ben specificato che la sua attività è svolta senza alcuna retribuzione, in soddisfazione del solo profondo spirito di servizio civile, in difesa delle comunità ignare. La dott.ssa ha così precisato che è libera da qualunque “conflitto di interesse”.

Tale premessa, non è stata altrettanto espressa dal Ct della difesa.
I dati della dott.ssa Gentilini sono stati tratti interamente dalle registrazioni analitiche effettuate dagli organi di controllo (Arpat e Asl) e pubblicati sul sito della Provincia di Pistoia e si possono richiamare in pochi punti essenziali:
– l’inquinamento da “polveri fini” è correlato all’inceneritore dal “Progetto Pathos” del 2005 svolto dalla Regione Toscana, ma è completamente ignorato dalle autorità sanitarie e gli organi di controllo.
– L’Arpat Regionale aveva ben stigmatizzato nel 2006, con una relazione della dott.ssa Sonia Cantoni, che l’impianto è da tenere “sotto controllo” per dimostrate criticità funzionali.
– Nel 2007, causa dell’emissione di diossina, vennero sparse nell’ambiente quantità di diossine pari alla dose massima consentita per 1.000.000 di persone in un anno (cioè 50 ml di ng). La pericolosità della diossina, ha proseguito l’oncologa, non deve essere sottovalutata per i dosaggi apparentemente ridotti: le diossine sono subdole e fortemente bioaccumulabili negli organismi. L’essere umano è un potenziale “concentratore” di tali sostanze, altamente tossiche.
Ora:
– il territorio della piana è fortemente inquinato con dosaggi di 2 ng/kg (con picchi di 3,9 con un limite max. di 4). Da notare che 2 è il 50 % del limite massimo;
– la relazione del Dipartimento Prevenzione Asl 3, curata dal dott. Roberto Biagini e pubblicata lo scorso 2 dicembre, ha evidenziato un incremento di malattie e morti per tumore nei comuni circostanti all’impianto.
L’audizione del Ct è stata seguita dai giudici per oltre due ore e mezza.
Gli avvocati della difesa degli imputati hanno tentato di introdurre diffuse eccezioni e repliche con argomenti capziosi e facilmente disponibili per la possibilità di analisi dei documenti più oblique o trasversali in una materia certamente divenuta complessa e interpretabile.
L’audizione del dott. Riccò è stata di tutt’altro tono, vertendo sulla indimostrata relazione di causa: mancano elementi certi (la c.d. impronta digitale, stigmatizzata a Bologna dal dott. Paolo Crosignano, epidemiologo dell’Ist. Tumori di Milano), ovvero elementi che attestano la diretta “relazione di causalità” con le emissioni degli inceneritori. L’inquinamento è confuso e sovrapposto a più fattori, quindi non si potrà imputare esclusivamente all’incenerimento dei rifiuti. Chiaro che, per le tesi degli inceneritoritosti, il fondamentale “Principio di Precauzione” è una mera esercitazione linguistica da riservarsi alle aule universitarie per arricchire il vocabolario dei medici futuri.
Solo il vocabolario.
La prossima udienza ci sarà il 25 gennaio 2012, ore 9. Si assisterà all’audizione del teste della difesa Senoner (il Giudice ne ha disposto l’accompagnamento coatto, visto che è ben due volte che manca alla convocazione) e altri testi.
La sentenza è programmata per il 6 febbraio. I cittadini attendono, fiduciosi nella Giustizia.
a.r.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 13 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.