mercoledì 21 dicembre 2011

IL GOVERNO MONTI, I SALARI E LA PERSPICACIA DI CERTI ELETTORI


Una volta avevo chiesto a un dottorando dell’Università di Firenze quanto riscuoteva di borsa di studio. Mi rispose che, mentre prima prendeva 800 euro al mese, con il Governo Berlusconi la borsa gli era stata alzata a 1000.
«Bene», gli risposi. Ma sapendo che era un fervente Pd, provocatoriamente gli chiesi: «E alle prossime per chi voterai?». E lui, con uno sguardo da cane un po’ bastonato, mi disse: «Eh, no… È una questione di cuore. Voterò Pd».

Non è una storia. È tutto vero e potrei fare anche nome e cognome: che non farò perché si tratta di un allievo a cui, se pure stracomunista, io, pur non essendo comunista, voglio bene per la sua innata e ingenua bontà.
Ma logica vorrebbe – e logica è politica nei Paesi dotati di vera democrazia e libertà – che chi ha bisogno andasse verso chi, a quei suoi bisogni, dà delle risposte concrete e non delle pacche bonarie sulla schiena promettendo il paradiso sovietico di don Camillo.
Ora chiedetevi perché l’Italia è una pappa: la derubano e paga a testa bassa; la espropriano e prega a mani giunte; le tolgono i diritti umani (le pensioni guadagnate, il diritto alla segretezza del proprio conto corrente anche per gli ‘accattoni’ che vivono con 480 euro al mese di pensione sociale) e tutti chinano il capo e magari domani vanno a votare e votano l’amato Pd, nonostante che Bersani si sia prostrato a Mario Monti, il protettore dei banchieri, com’è stato più volte ripetuto in questi ultimi giorni.
Poi guardate la pagina della Nazione e riflettete sugli aumenti contrattuali: la scuola, contrariamente a tutto il resto del mondo del lavoro, ha avuto, negli ultimi 10 anni, un incremento salariale dello 0,6%.
Con tutto il loro urlare a favore della scuola, neppure i Pd hanno dato una palanca alla scuola tanto amata. E quando Monti ha detto che non avrebbe rinnovato i contratti pubblici, niente altro hanno fatto che gridare signorsì battendo i tacchi come dei tenentini d’accademia. Hanno urlato per una scuola di eccellenza quando c’era la Gelmini, e hanno votato per una scuola stracciona che non potrà che produrre straccioni.
Una logica ineccepibile.
Eppure, se si votasse domani, sono certo – e metterei la testa sotto la ghigliottina sicuro che si incepperebbe – che quel milione di professori comunisti e cattocomunisti, che in dieci anni hanno perso il 20% del potere d’acquisto del loro salario, farebbero una bella croce sul partito di Bersani e non di altri.

Non perché quel fumasigari li ha aiutati a vivere più decentemente, ma perché il Cavaliere sta loro sui coglioni per inderogabile postulato.
e.b. blogger

P.S. – Dimenticavo… Che intelligenza sopraffina la signora Fornero! Che le lacrime la abbiano ammorbidita?

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[Mercoledì 21 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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