lunedì 12 dicembre 2011

TRACCIABILITÀ. I GUARDONI MI FANNO INCAZZARE



Stamattina Giuseppe Turani (anche lui un bocconiano, colà laureato e quindi con il cuore che ‘batte a Monti’), su La Nazione, in Il segreto di Pulcinella, fra le altre cose scrive che resta il fatto che:


«… questo è il Paese con una delle più alte evasioni fiscali del mondo. E che siamo in emergenza finanziaria. E questi sono due buoni motivi per dire, serenamente: il Fisco vada pure a monitorare i nostri conti.
Credo che per il 90 per cento degli italiani il Fisco scoprirà solo che stanno sempre sul confine fra il rosso e il nero: i loro conti correnti, cioè, risulteranno esattamente lo specchio della loro vita, che di questi tempi non è affatto semplice e nemmeno tanto rosea. Il 10 per cento che ha qualcosa da nascondere si sbrigherà a ‘sparire’ dai propri conti correnti e troverà altri modi per far girare il proprio denaro. Ma, se non altro, gli si renderà la vita un po’ più difficile. Dovranno spostare ingenti somme (mazzette e tangenti) in contanti e questo è proibito: esiste quindi una certa possibilità che vengano sorpresi e colpiti. Insomma, la maggior parte degli italiani è solo infastidita all’idea che si scopra quanta fatica fanno a vivere. Ma, a parte questo, che il Fisco si accomodi pure.
Una sola preghiera: che queste ispezioni non finiscano poi sui giornali. E che non si costruiscano ‘teoremi’ investigativi sui soldi che uno passa alla vecchia zia bisognosa».

Ogni opinione è lecita, pur se sciocca. Ma dire al Fisco si accomodi pure è la dimostrazione più lampante del non capire niente anche per un genio della Bocconi: e Turani può essere un genio, ma qui ‘dà di fuori’.
Serviva proprio questo, la tracciabilità e la violazione del segreto bancario, per beccare i delinquenti? Serviva guardare gli sciagurati che non hanno più potere di acquisto perché i loro salari sono fermi da anni? Serviva vedere quanto denaro (in termini di 100 euro alla volta) muovono i pensionati per pagare lo scontrino della Coop, o i lavoratori dipendenti per regalare i pannoloni alla mamma inferma o pagare un bimestre di gas alla vecchia zia? O sarebbe stato più necessario ed efficace fare immettere – come si diceva ieri – tutto lo spendibile e lo speso all’interno delle denunce dei redditi con la conseguente detrazione fiscale?
Non basta dire, come Turani, male non fare, paura non avere. Ragionare in questi termini e invitare il Fisco ad accomodarsi, non è affatto prova di intelligenza: è, al contrario, sintomo di una debolezza strutturale e letale sui princìpi della libertà che mai è stata così bassa come oggi da dopo la caduta del basso impero romano.
Siamo giunti al paradosso per cui i liberali ragionano con i parametri dei comunisti e i comunisti si aprono alla finanza selvaggia del peggior mondo falsamente liberistico.

E quando si giunge a questo, ha ragione Marco Pannella per come si è espresso ieri al congresso radicale: la libertà è finita ed è stata calpestata e ammazzata proprio da quello Stato che dovrebbe garantirla.
e.b. blogger
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[Lunedì 12 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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