mercoledì 9 febbraio 2011

LA PIANA IN GINOCCHIO


MONTALE. L’inceneritore di Montale continua a far discutere.
Ecco cosa scrive Adriana Pagliai del Coordinamento Comitati per la salute della Piana.

Grazie all’inceneritore di Montale:

  • i cibi sono contaminati da diossine, Pcb, metalli pesanti ecc.
  • l’acqua è contaminata
  • i terreni sono contaminati
  • l’aria è contaminata… Pm10 alle stelle!
  • i bilanci sono in rosso (pare che il deficit si aggiri sui 500 milioni di euro!)
  • la percentuale di raccolta differenziata è ridicola!
  • l’informazione alla cittadinanza è un optional
  • la democrazia è agonizzante

Quanto ancora dovremo tollerare questo serial killer?

Saluti
Adriana Pagliai
* * *
Nel frattempo, come riporta anche Andrea Balli sul suo blog,

[…] si registra nella giornata di oggi [8 febbraio, n.d.r.] anche un intervento dell’assessore provinciale all’ambiente Rino Fragai dove afferma: «I tempi delle procedure sono quelli e comunque siamo solo all’attenzione, per di più stabilita dalla Provincia e non dalla legge. Non c’è bisogno di agire di corsa, né di avvertire la cittadinanza. Si debbono, questo sì, fare le verifiche obbligatorie e, se necessario, un intervento eccezionale di manutenzione. Il limite di sicurezza, oltre il quale gli impianti devono chiudere, è per la diossina di un nanogrammo a metro cubo. Ma, dopo l’esperienza del 2007, la Provincia ha stabilito tramite l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, che si debba correre ai ripari già quando nei fumi dell’inceneritore di Montale venga trovata la metà del pericoloso inquinante, ossia 0,5 nanogrammi. Come appunto è stato rilevato».

La domanda è questa: è possibile continuare ad andare avanti così, cercando sempre di minimizzare qualsiasi allarme?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 9 febbraio 2011]

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