sabato 4 giugno 2011

ICONE DEL XXI SECOLO



Èccole le immagini che ci immaginano, le icone che ci consegneranno alla risata che l’amico Antonio Nardi dice, sul suo blog, che ci seppellirà presto tutti.
Ed è verosimile, perché viviamo – e provate a dire di no – in mezzo a un marciume che scoppia e si diffonde da ogni parte. Mai così tanto, mai così esteso e pervicace. Inguaribile, ormai, sembra.
Ecco l’Italia nuova del 150° anniversario della sua nascita ed ecco le notizie che ci scaldano il cuore, ci rasserenano lo spirito, ci riconciliano con il mondo e con la vita, e ci fanno incamminare sulla via della speranza.
Santi, navigatori, poeti e… perduti.
Ci chiediamo perché i nostri giovani siano in crisi. E siamo proprio dei ciechi, scusate. Ciechi e stupidi. Sotto ogni punto di vista.
Dinanzi a questo, dite – se ne avete il coraggio – come si possa pensare a qualcosa di positivo in un Paese in cui le più elementari norme del comportamento vengono continuamente superate e calpestate dalle regole dell’interesse personale, della negazione della meritocrazia, del retto comportamento morale da parte della politica, del mondo della giustizia, della pubblica amministrazione – tutti ugualmente colpevoli di comportarsi da cappio al collo della gente, dei cittadini a cui si chiedono, e da cui si esigono, serietà e impegno morale e civile.
Se questo è un Paese, verrebbe da dire parodiando il titolo più famoso di Primo Levi.
Rispondete voi. Rispondete da voi.
Rispondetevi e rispondeteci, uomini della politica e degli eventi. Rispondetevi e rispondeteci, laici e cattolici, o cattolaici o laicocattolici alla Vannino Chiti.
Ma tenete presente anche ciò che diceva, in questi giorni, un amico qualunque a proposito della situazione pistoiese – Aias in prima linea e tutto il resto in fila, comprese le vicende della Società della Salute: «Vorrebbero che avessimo un pensiero positivo, ma ci cacciano lontano dalla chiarezza e dalla correttezza, smentite in ogni istante nei fatti… Vorrebbero che credessimo in Dio, ma stando a come si comportano loro,  ci fanno necessariamente diventare atei…».
È la vittoria del nulla, quella che sta avanzando a grandi passi.

E nel nulla della risata di Antonio Nardi finiremo tutti. E meno male!
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 4 giugno 2011]

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