venerdì 15 febbraio 2013

AGLIANA: LA SUA MISERICORDIA, IL SUO CORRETTORE MORALE E LA CLAQUE ‘PIE DONNE FAN CLUB’


di EDOARDO BIANCHINI

AGLIANA. Nel breve resoconto che Piera Salvi fa, stamattina, dell’assemblea organizzata al Moderno su quel gran pasticcio della storia della nuova sede della Misericordia; in quel poco spazio, dicevo, la collega coglie sapientemente un dato significativo in assoluto: «Presenti diversi parrocchiani di S. Piero, a sostegno di don Paolo Tofani, correttore della Misericordia, rimasto in silenzio».
È quel «rimasto in silenzio» che dice proprio tutto. Brava collega!

Mi spiace per la sensibilità partigiana della signora Rossella Grassi, fattasi avanti, come una leonessa da poema epico, in difesa del ‘martire’ don Paolo: ma quel suo martire è un ‘martire di carta’, è uno che è «rimasto in silenzio», e che apparatine, perciò, a quella schiera di angeli che, come dice Dante, nella lotta fra Dio e Lucifero (di cui non esito ad assumermi nome e parti) «per sé fóro», cioè se ne stettero in disparte, per conto proprio, senza operare una scelta di campo secondo coscienza: e Dante, appunto – quel Dante che alla cultura della sinistra è ben accetto attraverso quel quadrinaio di Benigni – li scaraventa tutti fra gli ignavi, come il proposto di Agliana, pronto a sostenere la necessità della contestazione del G8, pronto a parlare con le prostitute e i prostituti, pronto a volare in Brasile, pronto a schierarsi dalla parte dei matrimoni di Firenze, pronto a fare intere prediche dedicate alla propaganda anti-Berlusca la domenica, pronto a fare da sponda a Libera (dalle mafie [?]), ma che, per sua espressa, esplicita, scritta, confermata e sottolineata ammissione, non crede – anche se ci sta e ci si mantiene senza uscirne – nella figura del «correttore morale» della Misericordia, funzione antica – ha scritto nei suoi volantini di chiesa – e obsoleta.
E se non crede in questa funzione di correttore, connaturata alla struttura storico-sociale della Misericordia, c’è da domandarsi perché faccia il prete, visto che tale figura è più che obsoleta, è bimillenaria, e la cui funzione cos’altro è se non la correzione – in senso ampio e lato – morale non di una associazione, ma di un intero popolo? Come si può essere, dunque, secondo la logica dell’appassionata signora Rossella, il e il contrario di sé, la materia e l’antimateria allo stesso tempo?
L’intraprendente Giovanna D’Arco di don Paolo – mi si passi in satira questa significante, icastica metafora – si è incazzata (questo verbo lo adoperava tranquillamente anche il Presidente Cossiga, ricordiamocelo senza scandalo!) perché don Paolo “non doveva essere tirato in ballo”.
Troppo facile! Errore. Non solo si poteva, ma, per la sua pur rinnegata funzione, si doveva: se non altro per ricordare anche che all’interno del cattolicesimo (di cui Agliana sembra far parte) convivono due anime: quella dei martiri ai leoni e quella di un San Pietro che rinnega Cristo prima che il gallo canti tre volte.
Checché ne pensi la signora Rossella e le sue seguaci, il suo proposto concluse il volantino (distribuito ai fideles in chiesa, di domenica – vedi) con queste testuali, emblematiche parole «lasciando a tutti i parrocchiani e non, il diritto di dissentire e criticare pretendendo però almeno la buona fede e non i preconcetti ideologici»: sicché l’assenza di don Paolo, ieri l’altro sera, è stata la dimostrazione fattuale sia di come la pensa sia dei suoi personali preconcetti ideologici nei confronti di chi non sembra allineato con le sue “sacerdotali opinioni” di modernista che sa dare chiari indirizzi morali su come votare alle politiche di fine febbraio, ma che se ne guarda bene dal “correggere” e indirizzare, verso la retta via della trasparenza, il suo personale amico Corrado – che, se non erro, dovrebbe far parte anche della direzione della parrocchia. E sui preconcetti di don Paolo – soprattutto per gli effetti ritardati degli eventi – vedrete che torneremo a parlare ampiamente nei prossimi giorni.
Vista nei fatti, la Chiesa di Agliana di don Paolo e della signora Rossella, dà l’idea di una fucina di impasti molto umani e ben poco evangelici: dove parecchio si leggono e si commentano i testi pseudo-socio-politici e meno quelli direttamente evangelici.
Non sarebbe stato meglio se si fosse ricordato, don Paolo, di questo passo: «Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono» (Matteo 5, 23-24)?
No. Don Paolo era occupato con le Ceneri, ha detto la Rossella.
Eppure mi sembra che il suo Maestro dica cose completamente diverse…

P.S. – L’inchiesta ovviamente continua.

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[Venerdì 15 febbraio 2013 | 09:32 - © Quarrata/news]

9 commenti:

  1. Ma allora, chi e' il facente funzioni di correttore morale della confraternita,visto che il Don Paolo sta in silenzio,dopo aver dichiarato anacronistico e obsoleto il suo incarico?
    Se qualche socio, volontario o un qualunque cittadino avesse bisogno di conferire con il correttore a chi si deve rivolgere?
    Non e' mica che si trovi di fronte a sè un "Governatore" nelle vesti anche di correttore pro-tempore?
    Oppure, anche questo puo' accadere?
    Certo é che: dopo aver estromesso tecnici e progettisti,essersi lamentato dei giudici, del suo predecessore Barontini, avere diffidato la stampa sta sempre di piu' assomigliando a un personaggio già raffigurato da una caricaturista.
    Ma torniamo alla domanda che piu' interessa: esiste, ed e' operativa trova citazione nel nuovo statuto la figura e il ruolo del correttore?
    Qualcuno risponderà?
    MDB

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  2. Egregio Sig. Bianchini, credo che sia davvero una vergogna da parte vostra fare certi "apprezzamenti" verso Don Paolo Tofani.
    Paolo è una persona che ha costruito negli anni qualcosa di concreto ad Agliana per l'assistenza alle persone bisognose, è una persona che ha sempre dato udienza a tutti cercando nei limiti di aiutarle; e sicuramente non ha tempo da perdere in cose di questo genere portate avanti poi da 2 - 3 persone vogliose di mettersi in mostra in vista delle prossime elezioni a presidente della Misericordia.
    Le ricordo che "LE PIE DONNE FUN CLUB" (perchè fan si scrive con la "u") sono un gruppo di persone che dedicano il loro tempo libero (gratis) a chi ha bisogno di assistenza, oppure per riuscire a raggranellare qualcosa per pagare le spese parrocchiali che non sono poche, quindi trovo disgustoso anche questo commento di giudizio da lei espresso.
    Lei si professa un eccelso giornalista, ebbene se un giornalista deve avere certi atteggiamenti sono strafelice di non leggere un giornale da anni (il tirreno non lo leggevo nemmeno prima). Sono convinto che un giornalista vero in questo momento potrebbe sollevare problemi ben più seri e costruttivi di questo..........
    La saluto

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    1. A Selmi non si può rispondere che ringraziandolo di averci segnalato un errore di stampa (si chiama “refuso” e succede spesso, sia sul cartaceo che su internet).
      Come vedrà, ora abbiamo corretto FAN con FUN, ma non ci taglieremo certo le vene per una sciocchezza di questo genere: uno scambio di vocale càpita anche nelle migliori famiglie.
      Quanto alle sue opinioni su “ciò” e su “come” lo scriviamo, sono sue opinioni e non abbiamo nientissimo da obiettare, se non il fatto che don Paolo non ci ha ascoltato e non ci ha mai aperto la porta: anzi ce l’ha sbattuta in faccia. «Pulsate et aperietur vobis» un corno! A noi non ha aperto.
      Sul fatto che io sia o meno un eccelso giornalista (su cui s’è già schiantato anche il SuperBardelli di Tvl con l’Ordine dei Giornalisti), Selmi sogna e farnetica: se lo trova scritto da qualche parte di mio pugno, glielo prometto: mi taglio le vene. Se mai avrò detto o scritto che quello che diciamo e scriviamo è tutto documentato, e che questo è giornalismo e vero giornalismo: e qui lo sfido a duello come i moschettieri, dietro la chiesa di Agliana o nel giardino del teatro Moderno.
      Farnetica ancora, il Selmi, quando dice che è tutto un gioco di due o tre persone che vogliono prendere in mano la Misericordia: non è proprio il caso che insista su questa strada; ci sta infastidendo e attribuendo – falsamente – un fatto determinato e, con ciò, sta pericolosamente scivolando su un terreno penale minato. Se sa “chi” e “come”, ce lo dica anche a noi e ce lo dimostri, senza far quello che tanto piace a tanti, tirare il sasso e poi nasconde la mano.
      Per il resto ci permetta di lavorare: possibilmente in pace e senza strapparsi i capelli. Tanto a lui di essere informato non interessa e ce lo ha detto che non legge: le nostre inchieste non le paga e quindi se non le legge non cambia assolutamente nulla.
      È però probabile che non riesca a comprendere – alla fine – perché insistiamo tanto su 500mila euro buttati via: «O che li avete pagati voi?», chiese a Romiti.
      E qui, ecco che affiora la mentalità italiana: «Arrosto che non mi tocca lascia che bruci».
      Anche Cristo fece così: se ne fregò e girò il viso dall’altra parte. Fu per quello che gli offrirono il governatorato della Giudea dopo quel brav’uomo di Pilato… O mi sbaglio…?
      Mah.. forse mi sbaglio, eh Selmi?
      See you!

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    2. e poi nasconde la mano – MI CORREGGO: e poi nascondere la mano.
      È il caso di farlo perché Agliana è fitta di linguisti e glottologi...

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  3. Caro e.b. blogger che non so chi tu sia, parlerai bene il latino ma dell'inglese.....zero......e a parte le battute tu vuoi fare "l'istrutto" come si dice ad Agliana ma tu ci hai capito poco.......
    1 - Don Paolo non vi ha ascoltato giustamente perchè portate avanti una crociata senza senso.
    2 - Don Paolo sono sicuro che non si immischia in queste cose, pensa a risolvere i fatti importanti davvero!
    3 - Il vero giornalismo credo che lei non sappia nemmeno cos'è.....
    4 - Il fatto delle elezioni è un pensiero che esprimo in un blog dove c'è libertà di giudizio e di espressione......o non è così? Se non volete giudizi che rispettino i vostri pensieri chiudetelo e basta!!!
    5 - La mentalità dell'arrosto tienila per te.......è meglio.......
    6 - Smettila di postare le massime di Cristo, Vangelo e altre varie in latino che poi non sai nemmeno copiare......ma dove l'hai trovata la laurea di giornalista (se ce l'hai la laurea) nelle patatine?
    E POI SE NON AVRESTE LA CODA DI PAGLIA SICURAMENTE NON MI AVREBBE RISPOSTO COSI'......caro e.b. blogger che non so chi tu sia......io mi firmo.........saluti bbbbellllllo........

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    1. Ma… PROFESSOR Selmi, il docente è lei. Suvvia, non faccia il discolo!
      Non se lo ricorda che aveva scritto «Le ricordo che “LE PIE DONNE FUN CLUB” (perché fan si scrive con la “u”)…» etc.?
      Buona serata in tutta la perfetta carità e letizia cristiana di cui lei è capace.
      Pace e bene.

      e.b. blogger

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  4. Caro Bianchini,
    sono di nuovo a chiedere di inserire questa mia nelle risposte al tuo articolo.
    Grazie di nuovo. Con stima immutata
    ferdinando santini

    Caro blog,
    conoscevi, attraverso il suo comunicato, la posizione di Don Paolo, che ha nei confronti della Misericordia: è un suo pensiero e credo debba essere rispettato.
    Ieri sera hai ascoltato la voce del Comitato Parrocchiale, attraverso Rossella Grassi, che ha interloquito con il direttore del blog, e, poiché interrotta nella sua esposizione,
    ha dovuto esporre le sue argomentazioni, quasi in contraddittorio molto acceso.
    Questo fatto indusse l’ultimo interlocutore, (F.A.), a dissentire dal tuo approccio con Rossella, invitandoti ad usare termini più pacati. Gli fu risposto che altro giornalista,
    Santoro, usava lo stesso strumento dialettico con i personaggi intervistati.
    Sempre in riferimento al Comunicato di Don Paolo, ove viene invocato il principio “senza preconcetti” (ideologici ), non sembra che questi fatti inducano la Comunità Parrocchiale e
    parte della Comunità aglianese a pensare che il blog, nei confronti di Don Paolo, agisca “con preconcetto” (ideologico)?
    Cordiali saluti
    Ferdinando Santini

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    1. Caro dottore, e caro uomo di riflessione e di pace,
      il primo a parlare di malafede e preconcetto ideologico è stato proprio il vostro superdifeso proposto: noi del blog non avevamo fatto altro che rivolgergli la richiesta di far capire ad Artioli che la miglior difesa è l’assoluta trasparenza.
      Secondo lei era una richiesta sbagliata? Era irrispettosa? Era irritante? E se anche lo fosse stato, il cristiano risponde o no? E un prete?
      Anziché risponderci, don Paolo ha volantinato con quelle due (evidentemente sue preconcette) osservazioni finali.
      C’erano tempo e luogo, mezzi e persone per parlare, come Cristo comanda, prima del 13.
      Lei, dottore, ha parlato? E lui, dottore, ha cercato di parlare e, ancor prima, di metter pace fra Artioli, i Mangoni e il Turelli? Non ci risulta proprio.
      Gli uomini e i laici – ha risposto nel volantino – hanno da far da sé: io non mi intrometto.
      È questa la dottrina cristiana, secondo lei? O è perfino il porgere l’altra guancia e il pigliar le legnate in perfetta letizia come frate Leone dei “Fioretti” di San Francesco?
      Eppure dai Mangoni Paolo ha avuto i suoi bei benefici, se ho ben capito. E perché non si è adoperato per farsi operatore di pace e di giustizia, come il vescovo Scatizzi? O questo vale solo per il problema palestinese e la fascia di Gaza e ciò che interessa e il resto mancia?
      È per comportamenti come questi che, personalmente, fra i cattolici non ci sto particolarmente bene da diversi decenni. Men che meno fra i praticanti.
      Troppi interessi e troppi silenzi, uniti a posizioni ambigue, se mi permette, mi danno nausea.
      Il fatto è che strappi come questi mettono all’improvviso a nudo tutta la debolezza di un “sistema don Abbondio” che tutti, per starsene tranquilli, accettano e coltivano pur di non aver problemi e responsabilità a cui pensare. Sennò in duemila anni di cristianesimo il mondo non sarebbe arrivato non dico alla perfezione, ma almeno a qualcosa di meglio?
      Ci pensi un po’…
      Cordiali saluti a lei.
      e.b. blogger

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  5. Molto laicamente penso che, su questa vicenda, il livello dell'interlocuzione debba evitare, da tutte le parti, inutili sguaiataggini.
    Ridotta all'osso, se ho capito bene, la vicenda è così sintetizzabile:

    1)- un blog giornalistico conduce un'inchiesta su uno specifico aspetto che riguarda la Misericordia di Agliana (condannata, dal tribunale di Pistoia, a pagare mezzo milione di euro per mancata corresponsione delle somme pattuite con i progettisti originari della nuova sede, ai quali fu revocato l’incarico);

    2)- nessuno deve sentirsi offeso se un giornalista (in questo sempre protetto dall'articolo 21 della Costituzione nonchè vincolato - nei diritti ma anche nei doveri - dalle carte deontologiche di una professione così delicata e importante) svolge un'inchiesta giornalistica.
    Andiamo tutti fieri - credo - del grande giornalismo d'inchiesta di Milena Gabanelli o di Riccardo Jacona. Altrettanto fieri dobbiamo essere davanti a chi, localmente, intende gli strumenti di informazione non solo come "cassettine" in cui imbucare veline o comunicati stampa ;

    3)- al centro di questa specifica inchiesta giornalistica non sta certo il valore solidaristico del volontariato cristiano in quella Misericordia, ma soltanto l'aspetto (direi molto secondario) di cui sopra;

    4)- sarebbe forse bastato, da parte degli organi di governo democratico della Misericordia di Agliana, fornire fin da subito a "Quarrata News" tutte le informazioni richieste. Nessun organismo (in particolare realtà preziose come le Misericordie) può temere alcunché dalla trasparenza;

    5)- Non è mai troppo tardi per imboccare questa strada.

    6)- Quanto al ruolo del "correttore" in una Misericordia, questa è una figura che - modernamente intesa - ha, nelle Confraternite, un ruolo importante.
    In particolare al tempo di oggi (ed è un problema generale, per tutte le realtà del volontariato - laico e cattolico. Come sanno bene tutte le persone che si occupano di queste tematiche), quando assistiamo a una profonda crisi nello stesso concetto di volontariato.
    Lo scrivo in generale, conoscendo il mondo delle Misericordie (dove, anche in questi ultimi anni, non sono mancate pesantissime lotte di puro potere che portarono a una clamorosa spaccatura nazionale adesso, forse, ricomposta): e questo tema (non smarrire l'identità, interpretarla in un mondo così cambiato e secolarizzato, recuperare una passione e una autenticità talvolta smarrite) è un tema assai avvertito, anche nel terzo settore a matrice cattolica.
    In una Misericordia, il "correttore", modernamente inteso, serve a questo: aiutare dirigenti e volontari nella formazione e nella spiritualità; aiutare a reinterpretare nel contesto contemporaneo i valori antichi; consigliare al meglio, in base alla dottrina sociale della Chiesa, quando esistono problemi di qualunque natura (anche problemi come quello emerso nella Misericordia di Agliana).
    Fra i principi della dottrina sociale della Chiesa c'è anche quello che il potere (qualunque tipo di potere) deve essere esercitato sempre in una dimensione "di servizio"; e che l'autorità deve sempre risultare "responsabile" (con esercizio costante di "pazienza, modestia, moderazione, carità, sforzo di condivisione" (punto 410 "Compendio Vaticano sulla Dottrina Sociale della Chiesa")

    ****

    Il mio è dunque un appello: utilizzare questa piccola vicenda non per cercare il male, non per creare zizzania, non per esercitarsi in fariseismi o ipocrisie. Utilizzarla al contrario per crescere, tutti quanti, come comunità (di credenti e di non credenti) nel rispetto reciproco. E, soporattutto, nel rispetto della verità dei fatti.
    E' proprio così difficile?

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