Audizione Coldiretti
in commissione Agricoltura Regione Toscana, che approfondirà documentazione – Una sola azienda a produrre tra un
terzo e un quarto di tutti i rifiuti di una provincia
PISTOIA.
Pistoia: da città del verde a sito insalubre di prima
classe. È il rischio prospettato da Coldiretti Pistoia ai membri della
Commissione agricoltura del consiglio regionale della Toscana, presieduta da
Loris Rossetti. La regione Toscana ha dato parere positivo alla Via
(valutazione di impatto ambientale) per costruire una centrale elettrica a gas
metano alle porte di Pistoia. Al centro di una delle zone più prestigiose e
pregiate per la produzione di piante ornamentali.
“Che tipo di immagine potranno dare i vivaisti pistoiesi se
le loro piante provenissero da un sito insalubre di prima classe, come prevede
il D.M. del 5 settembre 1994 del ministero della sanità?”, ha evidenziato la
delegazione Coldiretti Pistoia.
Delegazione composta dal vice
presidente Stefano Bartolini, da Riccardo Andreini (ex presidente), dal
direttore Vincenzo Tropiano e da Simone Gorelli, docente di pianificazione
ambientale all’università di Pisa, che ha esposto ai commissari le sicure
ricadute negative sul pistoiese, sia della salute dei cittadini, sia del
tessuto produttivo dell’intera regione. Il vivaismo pistoiese è la locomotiva
della provincia: con 1.500 aziende, 5.000 ettari di coltivazioni e oltre 8.000
addetti compreso l’indotto. Un fatturato di mezzo miliardo di euro, proveniente
essenzialmente dall’export. Numeri importanti, che potrebbero esser compromessi
da un progetto inopportuno, a cominciare dalla ricaduta occupazionale nel
vivaismo. Senza valutare le conseguenze sulla salute dei cittadini, di nuove e
nocive emissioni nell’aria.
Una forza che deriva dalla continua
innovazione delle imprese, che sempre più diventano ecocompatibili,
certificando le proprie produzioni, condizione essenziale per mantenere la competitività
a livello mondiale.
Uno spicchio della storia di un
progetto insano: la fanghiglia, prima nel torrente, ora ad intasare la
discarica con un ‘palazzo’ di rifiuti di 40 piani (ogni anno)
Nella prima versione del progetto era
previsto che l’acqua di ‘scarico’ della centrale (36 milioni di litri all’anno
a regime) venisse riversata nel Brusigliano (un torrente che attraversa
campagne e zone abitate). Tutto a posto, nessun pericolo per il proponente!
Nell’ennesima versione del progetto,
queste acque non sono più scaricate nel corso d’acqua, ma vengono trattate e il
residuo conferito in discarica. Non quattro sacchetti di spazzatura, ma due/tre
tir di fanghiglia al giorno (dai 6 agli 11 mila metri cubi annui)
confluirebbero nella discarica del Cassero nel comune di Serravalle. Il rifiuto
è caratterizzato da un alto indice di salinità. Un prodotto di scarto prima
destinato a contaminare un torrente, verrebbe ora mandato ad ingolfare il già
molto precario sistema delle discariche regionali.
Per comprendere la rilevante entità
dei rifiuti conferiti in discarica secondo le linee progettuali del proponente,
basti considerare il quantitativo di rifiuti urbani prodotti dall’intera
provincia di Pistoia che per l’anno 2010 (Dati Ispra-Rapporto) era di 187.890
tonnellate, che equivale a circa 37.578 metri cubi annui. Pertanto quanto
prodotto annualmente dall’impianto (da 6 mila a 11 mila metri cubi) corrisponde
a circa il 16% dei rifiuti dell’intera provincia, nello scenario di utilizzo
della centrale meno intenso (Mid Merit); fino al 30%, in caso di utilizzo
intenso (Base Load). Un solo impianto, produrrebbe in pratica da solo quasi un
terzo di tutti i rifiuti prodotti dai quasi 300 mila cittadini pistoiesi. Si
tratta di un quantitativo di fanghi che riempirebbero ogni anno un palazzo di
40 piani con appartamenti da 100 metri quadrati. E tutto questo prima doveva
finire in un corso d’acqua.
Non è tutto. Per i prossimi due
decenni, l’apporto annuo di fanghiglia salina proveniente dall’ipotizzata
centrale elettrica rappresenterebbe in media il 10% dei rifiuti conferiti ogni
anno nella discarica del Cassero: una quantità che accorcia la vita utile della
stessa discarica da un minimo di 18 mesi e fino a 30 mesi. E poi? Si allarga
la discarica del Cassero, oppure se ne costruisce una nuova in provincia di
Pistoia?
[comunicato
coldiretti pistoia]
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[Venerdì 8 febbraio 2013 | 20:09 - © Quarrata/news]
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