di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Geniale, semplicemente geniale. Poche altre volte, a
teatro, mi sono tanto emozionato, divertito e restato estasiato da un mix di
storia, amore, colori, morte e resurrezione come ieri sera, al teatro Manzoni,
dove Francesco Cortese, Carlo Durante, Antonella Iallorenzi e Silvia
Ricciarelli, diretti, magistralmente, da Enzo Toma, hanno imbastito questa
novella ariostesca Paladini di Francia,
con tanto di dedica ad un lavoro collaterale di Pier Paolo Pasolini, Che cosa sono le nuvole? appuntamento
fuori abbonamento della stagione che volge al desio.
Bello, sotto tutti i punti di vista, ad
iniziare dalla fedeltà, canzonata e storpiata, delle gesta carolinge, dell’ascesa
e morte di Orlando Furioso, dell’epopea di Carlo Magno, dell’amore sconvolgente
di Angelica e Medoro, della disfatta di Roncisvalle, ma senza dimenticare la
falsa profondità scenica del palco, la semplice bellezza dei costumi, la loro equosolidarietà,
la voce narrante fuori campo che pare quella del direttore dei lavori alle
prese con dei figuranti e l’idea, meravigliosa, di animare gli attori
vestendoli da burattini e gravandoli addirittura con il compito di
autoalimentarsi, affidando loro le redini dei propri fili.
Sì, certo, nelle mire del regista – che abbraccio virtualmente e con un piacevole senso di
invidia – c’è tutto il suo back ground, che è quello di riscoprire,
innamorandosene, delle noiosissime epiche cinquecentesche, che tanto tediano
quando si affrontano, per dovere, sui banchi di scuola e trasformarle, da
arcaiche e vetuste letture in un’attualissima rivisitazione contemporanea,
alimentata da alcuni fuori campo, fonetici, dialettali e surreali che danno
alla rappresentazione un angolo di magìa incontaminata ed incontaminabile.
Bravissimi, poi, i quattro ragazzi sul
campo, che si burattinizzano e sburattinizzano con una calma serafica,
nonostante i tempi delle personificazioni e dell’intero impianto scenico
potrebbero produrre una carica di estremo nervosismo. Giovanissimi, tra l’altro,
ma con già addosso un’antica puntualità, quella che li ha condotti, con
naturale passione, fino agli applausi. Ripetuti, scroscianti, anche e
soprattutto da parte dei tanti bambini che hanno riempito la seconda parte
della platea, incantati da un’atmosfera che ha saputo dimostrare loro, anche
senza convincerli, probabilmente, che della tv, qualche volta, sia meglio farne
a meno.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 9 febbraio 2013 | 08:32 - © Quarrata/news]
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