lunedì 27 febbraio 2012

BARTOLI. LETTERA APERTA A PAOLO BRUNI, SEGRETARIO COMUNALE PD DI PISTOIA


Il Pd e i suoi laceranti
problemi di potere

PISTOIA. Questo è il testo che Roberto Bartoli ha pubblicamente inviato a Bruni, per iniziare ad affrontare il tema della formazione della lista in vista delle elezioni di maggio.

Caro Paolo,
le date delle elezioni amministrative sono state fissate nei giorni 6 e 7 maggio 2012 e nei primi giorni di aprile dovrà essere depositata la lista del PD per l’elezione del Consiglio comunale. Tuttavia nel Partito non c’è ancora stata l’occasione di un confronto aperto e ufficiale in ordine ai criteri di composizione di tale lista.
Con la presente lettera, è mia intenzione formularTi alcune domande al fine di conoscere il Tuo pensiero su alcune questioni di primaria importanza.

1) Anzitutto, desidero sapere se condividi l’idea di non candidare i consiglieri che hanno già fatto due mandati. Si tratta di una consuetudine che trovo molto giusta, soprattutto nell’ottica di consentire un costante ricambio finalizzato a far compiere esperienze a persone che iniziano la propria formazione di classe dirigente.
2) In secondo luogo, vorrei conoscere il tuo pensiero in ordine alla candidabilità di chi ha fatto un solo mandato. Rispetto a tale questione esistono due possibilità: optare per la ricandidatura automatica; oppure entrare nel merito dell’attività compiuta da ogni singolo Consigliere al fine di decidere se ricandidarlo o meno. Io sono per la seconda opzione, nella consapevolezza però che i criteri e i percorsi di valutazione devono essere chiari e non strumentali. Faccio un esempio. In questi giorni è girata la voce che tra i criteri adottabili vi possa essere quello della affidabilità o responsabilità. Si tratta di un criterio molto ambiguo, che è più opportuno accantonare. Ed infatti, se affidabile è il consigliere c.d. paletta, che magari non è mai intervenuto in Consiglio comunale, non ha mai formulato una proposta, ma ha votato asetticamente tutto; mentre inaffidabile è il Consigliere che magari è intervenuto in consiglio ed ha formulato proposte, ma poi ha manifestato alcune posizioni diverse su alcuni temi, penso che si stia adottando un criterio di affidabilità poco chiaro e del tutto strumentale, se non addirittura disfunzionale o pericoloso. Anche perché non posso dimenticare che pure il nostro attuale candidato a Sindaco in precedenti mandati, addirittura come Capogruppo, ha votato contro un provvedimento in materia urbanistica. Ritengo quindi più opportuno escludere come criterio la responsabilità e stare invece al merito dell’attività svolta: presenza nelle commissioni, interventi in Consiglio e nelle Commissioni, proposte etc.
3) In terzo luogo, vorrei sapere se per la scelta dei nuovi candidati condividi:
1. i criteri della competenza e del territorio, dovendosi valutare rispetto a quest’ultimo anche il numero dei suoi iscritti e dell’attività che esso compie.
2. l’idea di candidare anche persone non iscritte al Partito Democratico, al fine di aprire il più possibile il partito di modo da continuare ad agire nello stesso spirito delle primarie
3. l’idea di candidare 16 uomini e 16 donne.
Infine, vorrei sapere se e quale spazio intendi riconoscere alle due realtà politiche che hanno sostenuto la mia candidatura e quella di Cecilia Turco. Tengo a precisare che non si tratta di chiedere posti (nessuna cooptazione: né ora, né mai), ma soltanto uno spazio legittimo che, passando attraverso il confronto con l’elettorato, è necessario per fare politica nelle istituzioni ed è indispensabile per rappresentare in Consiglio comunale non solo gli iscritti del Partito Democratico che pluralisticamente hanno partecipato alle primarie, ma soprattutto i cittadini che hanno votato quei candidati e i loro progetti. In questa prospettiva penso che non esista criterio migliore di quello basato sulle percentuali, trattandosi dell’unico criterio oggettivo democraticamente fondato.
In attesa della Tua risposta, Ti porgo un caro saluto.
Roberto Bartoli

Merita soffermarsi sui temi affrontati da Bartoli. E lo facciamo a volo radente, di corsa: se mai potremo tornarci sopra.
Il Pd di Pistoia ha – con solare evidenza – un grosso problema; anzi un grossissimo problema. Ed è la sua stessa credibilità sul terreno – scabroso o scivoloso sceglietelo voi – della continuità e/o della discontinuità.
È un problema legato all’essere stesso quel partito che è e quel partito di chi è: dei nuovi e dei vecchi, dei Bartoli e bartoliani e degli altri ancora incatenati alla cordata ortodossa (di sempre) scarpetto-chitiana.
La partita si gioca tutta qui. E vi si inserisce, anche – sempre con solare evidenza – il candidato vincitore anche con i voti del seggio 11 di Ponte alle Tavole: quel Bertinelli hyperdemocratic and new age che non osa rispondere, che fa finta di non vedere, di non sentire e di non saper parlare, mentre tutti sappiamo bene – e ce l’ha insegnato l’avvocato Ballotti – che lui «parla come srotolando la carta Regina».
Il disagio di Roberto Bartoli, percepibile in ogni parola rivolta a Paolo Bruni – tanto ormai non siamo più baNbini, come direbbe il Vernacoliere, e nessuno può prenderci in giro –, è il termometro della lotta sorda di potere che si sta consumando in questi giorni nel Pd di Pistoia: partito in cui (ma è anche logico) “tutto è solo e unicamente potere”.
È potere con Mazzieri che fa votare il suo «lodo», che peraltro ha votato anche Bartoli con Mazzotta e altri; è potere con il silenzio di Bertinelli che fa la sfinge; è potere con la domanda di Bartoli sul peso che possono avere i risultati elettorali suoi (28%) e di Cecilia Turco (16%). È potere puro e basta. E non potrebbe essere diversamente, altrimenti non saremmo in un partito.
Se poi questo partito, pur avendo una bella chioma nuova, come un bell’acero di recente crescita, ha, sotto terra, delle lunghe radici che affondano nella mai dimenticata “teoria e tecnica del soviet” (e tagliare certi cordoni ombelicali è da credere che sia davvero difficile…), allora si capisce bene, ancora una volta, che Pistoia è messa male in questa lotta fra – passatemi la bestemmia – guardia rossa e guardia bianca.
Buon lavoro al Consiglio Comunale per la 4 giorni forzata del Regolamento Urbanistico, che comincia tra poche ore.
e.b. blogger
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[Lunedì 27 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

1 commento:

  1. la spinta al rinnovamento che si era ritrovata intorno alla figura di Roberto Bartoli è ormai esurita. L'errore mortale che si sta facendo è considerare quei 3500 voti, come voti di gente che vuole rinnovare il PD, invece per almeno l'80 per cento, rappresentano il voto di persone che vuole chiudere con il PD. Sono voti di persone contro il PD e contro la sua asfissiante politica di sessantacinquennale continuità. Il goichetto di chiedere posti all'interno del PD facendosi forte di voti raccolti contro il PD medesimo, non può riuscire e inoltre tradisce e delude l'elettore che difficilmente potrà continuare a seguire chi tenta di fargli lo sgambetto.

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