giovedì 27 settembre 2012

CARO-MENSA. CHE FINE HA FATTO ELENA?


PISTOIA. Alessandro Grassini, responsabile provinciale Idv per il lavoro, ci ha inviato la lettera che segue:

Cara Elena,
non ti scrivo come compagno di partito, ma come cittadino e genitore, mi chiedo: che fine ha fatto la battagliera Elena che con me andava di fronte ai cancelli della Breda a difendere i lavoratori che rischiavano il proprio salario, oppure con i numerosi banchini a raccogliere le firme per una società più equa e ricca di dignità e diritti per tutti?

Eppure, come ben sai, il Presidente dimissionario (grazie a Dio) Silvio Berlusconi, in quali condizioni ha lasciato il paese allo sfascio con meno dignità ma in compenso con tanti debiti. Questo, però non vuol dire che i debiti devono essere sempre i soliti a pagarli, queste parole questi slogan sono sicuro che tu li condividi ed allora cosa è cambiato in te?
La vicenda delle mense scolastiche è una delle tante questioni di principio, sacrosanto, che non deve diventare materia di tasse e basta, ma di un vero e proprio servizio, in questo caso, alla persona.
Io personalmente penso che quell’ora di mensa scolastica dovrebbe essere paragonata alla pari dell’ora di religione, ginnastica, ecc., perché parlerei di socializzazione e storia della alimentazione ma soprattutto una buona educazione e rispetto per il cibo facendo sì i confronti con chi non ce l’ha o con chi come noi lo sprechiamo quotidianamente e tutto questo dovrebbe rientrare in quel diritto allo studio che predica la Costituzione ed oltre a quella un’altra grande scuola di vita, la scuola di Barbiana (Don Milani).
Noi cittadini assistiamo inermi ad evasioni fiscali, ai figli dei ricchi sempre più ricchi e quelli dei poveri sempre più poveri, assistiamo ad un momento di crisi così evidente che i nostri dipendenti comunali, o meglio dirigenti, percepiscono benefici sotto forma di premio pari a stipendi annui di un operaio con la differenza che per fare lavorare il dipendente pubblico devi creargli un secondo stipendio, dove lo stesso comune spende una enorme fetta del proprio bilancio in consulenze esterne, perché non in grado di valorizzare le proprie risorse.
Non contenti alcuni ricorrono ad altri tipi di contributi esterni, chiamati mazzette, mentre per il lavoratore privato è già tanto se ha il lavoro non garantito come il dipendente pubblico e sapessi cara Elena la differenza di chi deve avere gli incubi perché non sa se il suo lavoro oggi c’è e domani no, ma sicuramente anche questo tu lo sai benissimo.
Ed allora dimmi è proprio necessario fare pagare cifre esose come 6,50 euro per una mensa di discutibile qualità, dove lo stesso dipendente comunale adulto riesce a mangiare con un buono pasto di 5,29 euro decidendo autonomamente dove andare e con chi andare fermo restando la qualità caldo fresco e veloce?
Ma poi Elena se i tagli si fanno alla cultura e all’istruzione, dimmi che differenza passa tra noi e altri governi?
Siccome sono convinto che la pensi come me, ti invito a fare una ulteriore riflessione e se fosse il caso di tornare indietro su delle posizioni che so benissimo non sono le tue, si può governare la città pur dissentendo se quello che pensiamo è giusto: parla con il cuore e non da Politica; ricordati: sei cittadina e Mamma.
Alessandro Grassini
Responsabile Provinciale Idv Lavoro
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[Giovedì 27 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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