sabato 22 settembre 2012

RIFIUTI. CONDANNATI ALL’INCENERIMENTO PERPETUO VOLUTO DAL PD?


Per l’Assessore provinciale Fragai la via degli inceneritori è quella giusta e in piena regola con le disposizioni europee – Ma i presenti prendono subito le distanze

PONTENUOVO. Ecco una sintesi del dibattito riguardante il Piano Interprovinciale Rifiuti dell’Ato Centro (Pir), svoltosi giovedì 20 settembre a Pontenuovo.

Introduce la consigliera provinciale Rita Monari, sottolineando come il P.I.R., piano interprovinciale dei rifiuti dell’Ato Centro (Firenze, Prato Pistoia) sia stato spesso al centro di forti polemiche.

La capogruppo di Rifondazione Comunista per la Federazione della Sinistra in consiglio provinciale ritiene dunque opportuno favorire il dibattito sulle osservazioni presentate al piano in questione, mettendo a confronto le posizioni contrapposte: solo dal libero confronto e ascolto nascono le soluzioni e l’arricchimento generale di cui la politica non può non tenere di conto. Chiede pertanto agli invitati al dibattito di descrivere e commentare le osservazioni al piano presentate in primavera, che una commissione tecnica dovrà esaminare per poi riferire ai consigli provinciali che voteranno, verosimilmente a fine novembre, l’approvazione o meno di questo strumento.
Lorenzo Cristofani (Legambiente Pistoia): «Si scrive rifiuti si legge democrazia. Che vuol dire? Il patto di Maastrict degli anni ‘90 sanciva il principio che “chi più inquina paga”. La tariffa puntuale, quella per cui l’utente paga solo in proporzione al peso del rifiuto indifferenziato conferito, non è ancora praticata in maniera sistemica. Si tratterebbe invece, oltre che di uno strumento di giustizia sociale, anche del mezzo per ridurre la produzione a monte e stimolare i consumatori ad abbandonare l’usa e getta, la prima azione nella gerarchia della direttiva europea – prevenzione, riutilizzo, riciclo, recupero energetico. Questo il peccato originale del P.I.R. . Ragioniamo dalla testa del problema: il riciclo è politica industriale, la strategia europea per l’approvvigionamento delle materie –commodity e ri-commodity ha come cardine proprio gli scarti industriali e i giacimenti urbani. Green economy non è solo energia rinnovabile, è soprattutto materia rinnovabile. L’Italia è il paese europeo col più alto numero di infrazioni per il mancato rispetto della direttiva Ue sui rifiuti: si pensi che gli inceneritori hanno avuto nel 2011 incentivi per più di un miliardo di euro, cosa assurda in tutto il mondo e sbagliata; si perseguano invece scelte lungimiranti, orientate a quantificare la riduzione a monte, a rispettare le direttive europee, a responsabilizzare i cittadini e a sviluppare filiere industriali. Per questi motivi l’auspicio è che i consiglieri provinciali non accettino l’umiliazione di salire nella sala di Palazzo Panciatichi o del Baly ad alzare passivamente la mano senza poter esercitare il ruolo di garanzia per cui sono stati eletti, correggendo cioè le storture analiticamente evidenziate del piano. Sarebbe bene che si informassero approfonditamente sulle devastanti ricadute economiche e sociali che interesserebbero il nostro territorio e non si facessero condizionare da ricatti o da ordini di scuderia».
Gianluca Garetti (Medicina Democratica): «Voglio ricordare Michelangelo Bolognini e salutarlo. A lui stava a cuore la prevenzione primaria, fondamentale per la salute: quella secondaria entra in scena quando già c’è la malattia. Noi illustriamo, sistematicamente boicottati da politica e istituzioni, i dati epidemiologici che emergono dal Registro dei tumori, aperto a Firenze, Torino e in quasi tutte le città emiliane. Gli effetti sulla popolazione esposta a diossine, particolato pesante, PCB sono sconvolgenti, ma si continua a ignorarli. Le patologie, come tra le altre i linfomi non Hodgkin, sono invece numerose e documentabili. È una follia pensare di poter contemporaneamente sviluppare un piano così inceneritorista e i modelli già sperimentati altrove che ci indica l’unione Europea nella strategia della prevenzione e della “società del riciclaggio”. È già stata ricordata l’azienda Revet, leader nel riciclaggio e caso scuola che viene presa a modello in tutta Europa per la produzione di manufatti ad alto contenuto tecnologico e di ricerca, realizzati cioè dalle plastiche povere che diversamente andrebbero incenerite. Ebbene, ce ne sono tante di queste aziende, la Ritecno per citarne un’altra, e stanno lì a dimostrare che le alternative sono più che percorribili, se solo ci fosse la volontà».
Monica Sgherri (Consigliere Regionale Rifondazione Comunista): «Un problema politico: la questione della credibilità; è essenziale essere credibili. Non si ha con questo piano la diminuzione pro capite da sempre promessa, manca inoltre un’analisi seria sui motivi per cui ancora non sono state raggiunte le percentuali di raccolta differenziata imposte dalla legge. Paolo Cacciari, nostro allora assessore a Venezia, avviò in via sperimentale questo tipo di raccolta, e dimostrò che in nove mesi il servizio aveva interessato moltissime zone centrali della Serenissima, con percentuali dell’80%. Senza falsi pretesti come quelli di chi racconta che la differenziata fa aumentare i costi. La vera spada di Damocle è proprio l’esposizione verso le banche per la costruzione di inceneritori: perché buttare centinaia di milioni di euro in un momento i cui mancano i soldi per il lavoro? Perché non viene accettato un confronto su un piano industriale? Inoltre è bene sapere che il sindaco di Figline non accetterà mai la discarica per le ceneri, rifiuti pericolosi, prevista a supporto degli inceneritori previsti che inevitabilmente le producono. Serve più trasparenza, il sindaco di Greve dice di essere prigioniero di Quadrifoglio S.p.A. [l’azienda che gestisce parte del ciclo integrato dei rifiuti nel fiorentino] nelle scelte, riportiamo la democrazia nei luoghi ad essa deputati».
Rino Fragai (Assessore all’ambiente Provincia Pistoia): «Ritengo personalmente che il piano risponda alle indicazioni delle direttive europee e leggi nazionali; la produzione di rifiuti pro capite è tra le più alte d’Italia a causa dell’assimilazione [degli speciali agli urbani : gli urbani sono quelli delle famiglie gestiti da un sistema pubblico-privato di aziende – Publiambiente, Cis, AER, Quadrifoglio – gli speciali vanno a privativa, sono cioè soggetti a libero mercato e a carico delle imprese che li producono – n.d.r.]. Condivido questa scelta di fondo che peraltro evita che i rifiuti possano finire nei circuiti dell’ecomafia. Parliamoci senza ipocrisie però: i ritardi non sono di questo piano, le province prendono atto di ciò che dice (e ha fatto) l’assemblea ATO. I ritardi negli obiettivi sono un mezzo fallimento, ma i sindaci sono stati e sono in grado di far pagare le penali ai gestori? O comunque a pianificare e modelli di gestione – con opportune isole ecologiche nei R.U. e impianti di trattamento e avvio al riciclo – autonomamente imponendo ai gestori di fare i gestori e non la pianificazione e l’interesse delle aziende? È vero, l’Italia, unica al mondo, incentiva ed equipara incenerimento e pale eoliche, ma questo, forse, anche perché da noi c’è un’opposizione permanente a tutto, nessuno vuole le cose nel proprio giardino. I rifiuti non possono sparire con la bacchetta magica, ben vengano De Magistris e il grillino di Parma, voglio vedere cosa faranno. Per arrivare al modello “verso rifiuti zero”, che pure io auspico, servono scelte e politiche strutturali coraggiose, ma regionali e nazionali, le province possono solo agire di conseguenza a ciò che emerge dall’assemblea dei sindaci».
Eugenio Baronti (Assemblea nazionale SEL): «Iniziai nel 2004 da assessore all’ambiente di Capannori a levare i cassonetti stradali per evitare il conferimento anonimo e per rispettare le direttive europee. Molti amministratori invece hanno clamorosamente disatteso gli obblighi di legge, al punto che molti sindaci toscani sono stati denunciati per incapacità amministrativa e verranno condannati al pagamento di una super multa che sarà a carico dei cittadini. Come si fa a dire che con questo P.I.R. siamo all’interno della legislazione italiana e delle direttive europee se si passa da 62mila tonnellate/anno di rifiuti inceneriti alle 270mila, senza peraltro alcuna azine significativa nel senso della riduzione? È inaccettabile questo P.I.R., seguendo un filo rosso che lo lega ai piani degli altri due ATO, ha come unico obiettivo l’antistorica apertura di nuovi inceneritori. Continua ad assimilare i rifiuti solidi urbani agli speciali e anche questo impedisce la tariffazione puntuale favorendo conferimenti impropri di rifiuti speciali e rendendo il sistema antieconomico. Una forza di sinistra ha il dovere morale e politico di attivare percorsi culturali di cambiamento. Se lo voti, il PD, in solitudine questo piano, assumendosi la responsabilità, di fronte al popolo toscano, di un modello fallimentare che è il primo in Italia per produzione di rifiuti e assieme a Calabria e Toscana per raccolta differenziata (fonti Ispra e Federambiente). SEL, in tutti i comuni e consigli provinciali, è contraria al piano: questa è la posizione ufficiale su cui saremo irremovibili. Sembra inoltre di essere presi in giro, quando vengono proposti incontri e approfondimenti, prima fanno finta di ascoltarti e condividere, e poi fanno come vogliono, sui rifiuti come sulla mobilità : promettono ferrovie e parlano di mobilità sostenibile moderna, ma poi i primi interventi progettati concretamente sono le terze corsie autostradali».
Q/n
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[Sabato 22 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Sì, ma i medici di famiglia, non li fanno mai partecipare a queste riunioni? Se la sono dimenticati tutti la loro posizione scritta nero su bianco???
    http://quarratanews.blogspot.it/2012/01/inceneritore-lordine-dei-medici.html
    MDB

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