domenica 30 settembre 2012

PATRIMONIO RECUPERATO ALLA CITTÀ


di Lorenzo Cristofani

Il restauro del Palazzo De’ Rossi ad opera della Fondazione Caripit

PISTOIA. Nei giorni scorsi l’inaugurazione, rivolta al pubblico, dello storico palazzo De’ Rossi, il palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio.

L’edificio, venne donato da don Mario Lapini a condizione che proseguisse l’attività concertistica degli “Amici della Musica” da lui stesso intrapresa e che da sempre ha trovato svolgimento nel Saloncino del piano del nobile. Per anni i locali della struttura hanno anche ospitato una popolarissima sala da ballo che i pistoiesi, sull’onda della famosa discoteca romana Piper, si divertivano a chiamare Pioper, dal nome del circolo “Pio decimo”, interno ai locali.
Notizie di colore a parte, l’elegante edificio settecentesco è legato alla nobile e potente famiglia committente, che ha lasciato il nome anche alla via, che per secoli aveva ospitato le attività e il quartier generale del casato.
La famiglia De’ Rossi vantava tra i propri antenati addirittura il condottiero Grandonio, l’eroe delle Baleari vincitore dei Mori. Da un ramo della casata si era originato anche il ramo dei Rossi Cassigoli – il cui palazzo è quello di fronte a San Giovanni –, cui appartenne anche il mai abbastanza onorato Filippo Rossi Cassigoli, di cui torneremo a parlare, visto il suo fondamentale lascito alla città.
Insomma, con questa nuova sede, la Fondazione Cassa di Risparmio sembra davvero pronta a giocare un ruolo fondamentale per portare i pistoiesi in una dimensione sicuramente più consona alle preziose testimonianze che la storia ci ha consegnato.
Alcune immagini notevoli :
  • - la terrazza di Grandonio, sul retro del palazzo, che si affaccia su via delle Pappe
  • - San Jacopo in Castellare – che grida violentemente attenzione con la piazzetta delle Scuole Normali e sullo sfondo le estreme e brumose diramazioni dei monti subappennini, che cingono dolcemente la città
  • - la veduta del colle di Giaccherino dall’attico
  • - l’attico nobile visto dal giardino della canonica della chiesa di Sant’Ignazio (Spirito Santo), che a breve verrà aperto alla pubblica fruizione – grazie alla sensibilità del parroco e all’aiuto dell’amministrazione comunale

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 30 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

2 commenti:

  1. Ma è possibile che San Jacopo in Castellare, con degli affreschi del '300 nemmeno del tutto scoperti, sia lasciato cadere? Di chi è la proprietà? Perché non viene fatto niente?

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  2. La proprietà è del comune, cui appartiene anche il complesso che ospita l'adiacente Archivio di Stato e il giardino pensile compreso trai due blocchi, accessibile unicamente dal piano terra dell'Archivio. Si veda :http://www.legambientepistoia.it/archives/938 .
    Qualche anno fa la Fondazione Caripit manifestò la disponibilità a collaborare ad un restauro di Sant'Jacopo in Castellare, ma l'ignoranza culturale di quell'amministrazione non ebbe interesse ad elaborare un progetto serio di riutilizzo. Forse perchè non era possibile speculare, forse perchè impegnati a cementificare l'area Pallavicini, l'ex Breda o il campo di Volo, forse perchè presi dalla smania di progettare lo scempio dell'orto monastico di San Bartolomeo. Di fatto -e per fortuna- anche se in condizioni non certo ottime, l'edificio è ancora lì e c'è dunque speranza che trovi attenzione, per ipotesi di restauro e nuove funzioni.

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