mercoledì 26 settembre 2012

PISTOIA ‘CITTÀ APERTA’, BERTINELLI PENSA A QUALCOSA DI PIÙ EUROPEO


di Luigi Scardigli

Incontro-scontro ieri sera in Comune sul nuovo piano del traffico

PISTOIA. Da come era iniziata la serata, credevo che, rispetto a quella consumatasi sempre in Palazzo di Giano 24 ore prima sotto il fuoco dell’aumento delle tariffe scolastiche delle mense, per il padrone di casa, il Sindaco Samuele Bertinelli, le cose sarebbero filate via più morbide. Ma dopo aver illustrato, dettagliatamente, il nuovo piano urbanistico-circolatorio della città, che la nuova Amministrazione vorrebbe rimodellare con un profilo europeo (nuove vie ciclabili, ingigantimento di quelle pedonali e una poderosa implementazione della vivibilità dell’arredo verde), si è scatenato un piccolo inferno.
Soprattutto perché, anche ieri sera, la Sala Maggiore era invidiabilmente piena, piena di cittadini, ma soprattutto commercianti, che dopo non aver capito, da genitori, a quale titolo siano state arbitrariamente aumentante le rette dei pasti per gli scolari, non sono riusciti ad immaginarsi, da residenti e esercenti, come si possa architettare una ztl più ampia prima di veder sorgere i posti per le soste-auto.
L’Europa, a tal proposito, lancia segnali verdi e si organizza in modo equosolidale da parecchio tempo, ma altrove, le idee, sono precedute da pensieri e realizzate in modo che i fruitori non possano che avvantaggiarsene.
«Pistoia è la provincia toscana con la ztl meno corposa – ha ricordato, nella sua tassonomica introduzione il Sindaco, stavolta accompagnato dall’assessore di riferimento a latere e non alle spalle –, con piste ciclabili che sembrano gimkane o corse ad ostacoli, ma soprattutto ricca di uno spazio verde che viene quasi del tutto inutilizzato. Il nuovo piano urbanistico prevede, in coincidenza con l’inaugurazione del nuovo plesso ospedaliero al campo di volo previsto per il prossimo Sant’Jacopo (25 luglio 2013), una vera e propria riqualificazione di parte dell’arredo urbano e una sua profonda ottimizzazione, soprattutto per quello che riguarda la valorizzazione storica, artistica e architettonica della città, senza dimenticare l’anello al momento più debole della catena pistoiese: il commercio. Un’operazione che sarebbe resa possibile grazie a vecchi impegni e nuovi stanziamenti promessi e promossi dalla Fondazione Caripit».
L’apertura del dibattito ha dimostrato – ma non ce n’era alcun bisogno – come non si possa ideare la città del sole prima che Campanella la dia alle stampe. È insomma sin troppo facile obbiettare che le idee debbano necessariamente essere premesse dalla loro realizzabilità, anche se non si può certo soprassedere sul ritardo che il nostro Paese, il Paese Italia, soffre nei confronti dei suoi fratelli e partners europei quanto a viabilità, vivibilità, aree verdi e allargamento sistematico dei centri storici – ho tralasciato l’onestà degli amministratori per evitare di sparare, anche stasera, sulla Croce Rossa.
Insomma, l’idea di vivere in una Pistoia decisamente più europea e sprovincializzata, dove abitanti, commercianti, visitatori occasionali e turisti possano fermare le proprie autovetture attorno alla città per poterla poi penetrare grazie a una spola di navette, casomai ad impatto zero; una città risorta, più che rivitalizzata, nei suoi cardini portanti, come San Bartolomeo in superficie e non certo con lo scempio del parcheggio sotterraneo; piazza Giovanni XXIII affidata agli schiamazzi dei bambini e alle rampogne fatte loro dai nonni che li portano a spasso, con una bisensissazione delle piste ciclabili o una lucchesizzazione di un corso stile Fillungo che attraversi l’intera città, con le macchine ridotte al lumicino e le piazze invase da cittadini seduti ai bar che prolifereranno intenti a sfogliare depliant sui musei cittadini, è un’immagine parecchio suggestiva.
Durante questo work in progress, il Sindaco potrebbe, ad esempio, abbattere quell’indignante rilevatore elettronico di San Vitale che impone agli automobilisti, durante il giorno, un percorso coatto alternativo approssimativamente quantificabile in circa due chilometri, a fronte di poche decine di metri.
Lo ha detto anche lui che è cosa ridicola, quel divieto.
Il suo abbattimento scatenerebbe un lungo, spontaneo e caloroso applauso da parte di tutti: e credimi, potrebbe farlo senza farlo precedere da delibere, provvedimenti e comunicati stampa.
Così, in silenzio, subito: anzi, adesso!

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[Mercoledì 26 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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