lunedì 15 luglio 2013

«CAMPO DI VOLO? IL POSTO PEGGIORE PER IL NUOVO L’OSPEDALE»


di LUIGI SCARDIGLI

Nel corso di una conferenza stampa Wwf e Legambiente hanno ribadito, dopo dieci anni di inutili battaglie, le innumerevoli controindicazioni sull’ubicazione del Sant’Jacopo – «L’ideale? L’ex area Pallavicini»

PISTOIA. «Lo sostenevamo già dieci anni fa e lo continuiamo a dire ora: il nuovo ospedale, non così indispensabile, visto soprattutto la vicinanza di quello che sorgerà a settembre a dodici chilometri da questo (Prato-Maliseti – n.d.r.), non andava in alcun modo costruito lì dove sorge, al Campo di Volo: non ci sono i requisiti di assorbimento acustico, è stato stracciato il vincolo della Soprintendenza, la viabilità è ancora da definire e anche quando sarà ultimata lascerà parecchio a desiderare e non è affatto ecosostenibile. Il posto, qualora si fosse ritenuto indispensabile farlo nascere, c’era ed era l’area ex Pallavicini, dove invece c’è Panorama, un altro ipermercato, il quinto, inutile, in un’area (Pistoia-Prato) con una densità edificabile riservata al commerciale che non ha eguali in tutto il resto d’Europa».

Spenti i riflettori sugli entusiastici clamori sprigionatisi sabato pomeriggio all’inaugurazione del nuovo ospedale pistoiese, Marco Beneforti e Antonio Sessa, rispettivamente in rappresentanza del Wwf e di Legambiente, tornano all’attacco: lo hanno fatto nel 2002, quando l’idea iniziò a prender campo; hanno continuato a dissentire durante la costruzione e non smettono di farlo nemmeno ora, che alea iacta est, è tutto – purtroppo – finito.
«Ricordo perfettamente – entra nel dettaglio della propria memoria storica e politica Antonio Sessa – cosa disse, nel 2002, l’allora soprintendente Paola Grifoni: dovrete passare sul mio corpo, per costruire al Campo di Volo l’ospedale di Pistoia. Sul suo corpo non ci sono passati perché il suo corpo, e le sue convinzioni, sono state dirottate altrove: è in Romagna e il suo lavoro, ora, lo svolge per il comune di Bologna». In Italia, di solito, si fa democraticamente così – democraticamente fa parte anche dell’area semantica del Pd…?
Ai due relatori ambientalisti preme sottolineare la specificità delle loro obiezioni.
«Non ci permettiamo il lusso di entrare nel merito della vicenda a livello sanitario – aggiungono –. Non ne abbiamo le competenze. Ma siamo competenti sul territorio e da questo punto di vista, il nuovo ospedale fa acqua da tutti le parti, anche da un punto di vista della viabilità: al momento, i pedoni e le biciclette non hanno accesso all’ingresso; a livello stradale, l’unico accesso è quello dalla superstrada: ci auguriamo che nessun bilico si metta di traverso e ribalti, perché così, l’ospedale, diverrebbe irraggiungibile. Il bosco urbano, che deve indispensabilmente sorgere attorno alla struttura, avrà un costo di 11 milioni di euro, con una spesa fissa manutentiva di 1,5 milioni di euro all’anno: non so dove il Comune di Pistoia, ma aanche qualsiasi altro, possa trovare tutti questi soldi. Se non omettiamo di ricordare poi che a tutto l’esistente sembra doversi aggiungere anche la nascente terza corsia dell’autostrada A11, le norme acustiche verranno letteralmente frantumate: mancano i requisiti di agibilità; ad un privato, in queste condizioni, la licenza di costruire non sarebbe mai stata affidata».
Con il trascorrere dei minuti, attorno al tavolino della conferenza stampa on the road, oltre ai relatori designati e alla stampa invitata, si aggiungono privati cittadini incuriositi dall’improvvisato capannello; il padre del Sindaco, che obbietta a denti stretti i resoconti altrui e anche qualche ex amministratore, come Andrea Fusari.
«Ricordo il giorno della votazione per l’approvazione del progetto del nuovo ospedale – si intromette nell’esposizione Andrea Fusari, con il solito garbo che lo contraddistingue –. Sui 41 votanti, ci fu un solo voto contrario, il mio».
«E poi – riprende il filo del discorso Marco Beneforti – non dimentichiamoci tre cose a nostro avviso fondamentali: la prima risiede nella non chiarita fretta inaugurale. Perché tanta premura? Gli altri tre progetti termineranno a settembre (Prato) e febbraio e novembre 2014 (Lucca e Massa); la seconda, forse la più inquietante, nella non indispensabilità di questo ospedale. Tra tre mesi, a Maliseti, tra Prato Ovest e Prato Est, sorgerà un ospedale tale e quale al Sant’Jacopo: hanno senso, due molossi del genere, a così breve distanza? Da ultimo, ma non ultimo, la rivoluzione sociale e dunque sanitaria di questo nuovo indirizzo: passerà la tendenza di ospedalizzazione dal lunedì al venerdì: sabato e domenica a casa, con cure sul territorio. Ricordo la legge 180, quella che chiuse i manicomi: i pazienti furono improvvisamente dichiarati sani e rispediti nelle proprie abitazioni». E cominciarono i guai.
Alla stessa ora, alle dodici, stamani, in Sala Maggiore di Palazzo di Giano, si è svolta un’altra conferenza stampa, quella di presentazione della nuova edizione del Premio della Bugia, delle Piastre.
Non ci sono andato perché conosco il nome del vincitore; anzi, i nomi dei vincitori.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 15 luglio 2013 | 17:08 - © Quarrata/news]

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