lunedì 25 novembre 2013

COMUNONE O SOLO UN SEMPLICE BIDONE?


di FELICE DE MATTEIS

Analisi del ‘fervore fusionistico’ che rischia di disorientare la gente della Montagna Pistoiese

MONTAGNA. La Comunità Montana sia di monito. La hanno fatta fallire per nemmeno €. 250.000, salvo poi scoprire che, fra crediti e beni immobiliari, questo ente poteva fare leva su svariati milioni di euro.
È la verità, come tutti sanno. Ciononostante i valenti amministratori della Montagna hanno permesso questo scempio ed hanno consentito che un ente, che poteva tranquillamente rappresentare istanze e necessità comuni di un territorio, andasse a farsi benedire.
Certamente per negligenza ma soprattutto perché l’inadeguatezza del compito negli anni, soprattutto ed essenzialmente a sinistra, ha dovuto mostrare il suo volto.
Al Sig. “G.S.”, economo infedele della Comunità Montana, si dovrebbe attribuire una medaglia al valore civile con la seguente motivazione: “Seppure inconsapevolmente, con il suo comportamento truffaldino, consentiva alla popolazione della Montagna Pistoiese di comprendere l’infima qualità dei suoi amministratori e la loro inadeguatezza: monito alle generazioni future per scelte migliori e qualificate”. Firmato, il Presidente della Repubblica delle banane (magari).
Non contenti di questo incesto politico – che negli ultimi anni ha accumunato centrosinistra e centrodestra (notare che il centro c’è sempre!), “qualcuno” ha scoperto il Comunone/Dynamone per creare quel fumogeno che distraesse l’attenzione dal malfatto e ricominciare a introgolare nella mala politica.
Il Pd non aveva la faccia per farlo (almeno questo!) e dunque ci voleva un buon rappresentante delle istituzioni, come Gambetta Vianna, che sicuramente in buona fede ha propugnato l’idea in Regione Toscana attraverso una proposta di legge che prevede un referendum per attivare la fusione, in un unico Comune, di ben quattro Municipi.
Questa proposta che andremo ad analizzare, ha in sé i connotati della solita presa in giro, ma ha però un fondamento che si rifà al Testo Unico Enti Locali (decreto legislativo 18/8/200, n. 267) che prevede il referendum consultivo ma non per Comune, solamente per aventi diritto al voto: ne consegue che San Marcello (6.581 abitanti ), pur non rientrando nei Comuni interessati alla fusione, si “mangia” Cutigliano (1.547 abitanti), Piteglio (1.753 abitanti) e Abetone (668 abitanti). Diverso sarebbe stato il discorso se si volesse valutare i desiderata dei quattro Comuni scomposti nelle loro comunità e non nel loro complesso numerico. Qui sta la truffa che il Comitato si guarda bene dal fare conoscere.
Politicamente parlando, la sinistra ufficiale (Pd) della Montagna, sgangherata, inefficiente, connivente e da quaranta anni e più “ammanigliata” con il potere, in un solo colpo potrebbe fare “suo” un territorio che potrebbe tornare ad essere appetibile per quell’insondabile meccanismo storico che si chiama corsi e ricorsi, atteso che meno di questo la Montagna non può offrire. Neppure ricevere, visto le attenzioni delle quali è stata fatta oggetto, sanità, poste, viabilità, etc. Un buon investimento per il futuro, insomma.
C’è chi invece ritiene, e chi scrive condivide, che in un momento di crisi paurosa quale stiamo vivendo, la chimera dei milioni di euro, promessi solo sulla carta in caso di fusione, dei Comuni in un solo Comunone/Dynamone non compensi i “robusti” contributi di legge previsti per l’Unione dei Comuni che i Sindaci sono tenuti a fare entro il 2013, pena il Commissariamento dei loro amministrati.
A dirla francamente, si ha l’impressione di un cupio dissolvi perpetrato da gente impreparata (i Sindaci) che nel favorire il vuoto futuro cerca una scappatoia alla propria inconsistenza politica e amministrativa.
Si sta verificando a livello nazionale la pantomima usuale sulla legge finanziaria: pensate che questi “pensino” ai problemi della Montagna? O forse non sarebbe meglio che i Sindaci di San Marcello, Cutigliano, Piteglio e Abetone si impegnassero a definire operativamente l’Unione dei Comuni che la legge loro impone?
Si ha notizia che giovani “nuovi” di entrambe le parti politiche si stiano preparando a proporsi al vaglio dei cittadini a Cutigliano, Piteglio ed Abetone per le prossime elezioni: su questo “patrimonio” locale si deve investire, cari Sindaci. Lasciate almeno in bellezza e favorite il ricambio affiancando le forze nuove che possono emergere, spiegando loro, a quattr’occhi, quali sono state le vostre deficienze e quali possono essere le nuove prospettive.
È pure vero che i Sindaci di Comuni quali i nostri, sono l’ultima ruota di un carro che ha il suo malefico incipit in quella Regione Toscana che “appasta” la sua dirigenza, di derivazione partitica, con stipendi annuali che battono tranquillamente i 130.000 euro l’anno e che riguardano circa 150 persone, senza contare i 2.139 impiegati di vario livello e di pur sempre sostanziosi stipendi.
Questi sono gli sprechi, altro che i piccoli Comuni o Comuni piccoli!
Non sarebbe l’ora di valutare la soppressione delle Regioni, invece che quella delle Province?
Alla base di questi numeri e di questi sperperi, la brillante idea del Comune Unico, sponsorizzata da un Comitato di privati e dal compiacente consigliere regionale di turno, non appare per quello che è: solo un “bidone”?
Al lettore l’ardua sentenza.

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Lunedì 25 novembre 2013 | 11:05 - © Quarrata/news]

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