di LUIGI SCARDIGLI
L’iniziativa partirà il 9 gennaio alla
libreria ‘Lo Spazio’
PISTOIA. Me lo ha chiesto intenta ad allattare la loro
secondogenita, Alice, di esserci, mercoledì prossimo, alla libreria Lo Spazio. Al di là di un cauto e
comprensibile reciproco piacere, la contitolare del salone di cultura si è
raccomandata con me affinché io, di questa iniziativa, Care, che mercoledì 9 gennaio si presenterà al pubblico, ne faccia
l’uso migliore: la reclamizzi.
E perché no, soprattutto quando l’ideatrice di questi
incontri, Emanuela Baldi, che sedeva lì accanto, mi ha detto che il nome della
rassegna, Care, appunto, che si consumerà ogni mercoledì dalle ore 16
alle ore 20 nel salone della sala da the e che si chiuderà, presumibilmente,
mercoledì 27 marzo, vuole soprattutto essere un momento d’aggregazione, che
ruoterà attorno al rammendo.
Non è un corso di ‘sartine’,
Care, ma un esperimento umano, che l’ideatrice realizzerà anche e
soprattutto grazie alla fattiva, gratuita ed entusiasmante collaborazione di
sei volontarie. Sì, tutte donne. Sì, tutte scelte da lei, cronologicamente e
moralmente dotate di plurime abilità, uno squarciato generazionale che va dai
30 ai 60 anni.
Io sono
quel che faccio, mi ha detto Emanuela Baldi durante la
breve, incomprensibile e fugace conversazione che abbiamo scambiato in pochi minuti.
Ma non ho dubitato della sua affermazione, soprattutto alla luce dei suoi
trascorsi: una laurea in lingue e letterature straniere e poi una serie di
occupazioni particolari: da artigiana
ad allestitrice teatrale, per poi attestarsi, da qualche anno, come
coordinatrice di un’Associazione che si occupa di dialoghi interculturali, Love difference, senza bypassare una
serie di iniziative nelle quali, al centro del motore, si è trovata, quasi per
naturale coincidenza, la comunicazione.
Mercoledì prossimo, 9 gennaio, alle 18, Emanuela Baldi e le
sue collaboratrici illustreranno l’iniziativa, Care, un bilinguismo arguto, con una doppia accettabile e
condivisibile radice semantica: quella inglese e quella italiana.
«Saremo a disposizione di abiti da rammendare – ha detto
sorridendo Emanuela Baldi – ma saremo principalmente e provocatoriamente a
disposizione dei loro proprietari, affinché dall’incidente occorso alla loro
giacca, ai pantaloni, alla camicia, ad una gonna, una sciarpa, un cappello,
sappiano trarre beneficio, per rinnovarsi e per cambiare, casomai ringiovanendo
l’abbigliamento che credevano sorpassato».
Ho subito pensato alla mia condizione di separato e di
totale inaffidabilità domestica: Emanuela deve aver capito. Infatti ha sorriso.
Un’altra volta.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 4 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]
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