di LUIGI SCARDIGLI
«basterà annientarsi, invecchiare / per
essere in quel punto /terribile» – Non chiedetegli spiegazioni: non potrà
darvene, non vorrà darvene
PISTOIA. «L’hai comprato? Bene, è il miglior libro di poesie che abbia
pubblicato, non ho altro da dire».
Solo all’incerta e claudicante immensa statura di Roberto
Carifi avrei potuto consentire un avvio tanto minaccioso, prima di una
recensione. Ma se si fosse accomodato, moralmente, per lasciarsi violare dalla
mia infausta banalità, mi sarei irretito io, al suo posto. Giusto così e
allora, dopo aver dato 12 euro (è il prezzo della raccolta) a Mauro Pompei,
cotitolare con Alice (la moglie) della libreria Lo Spazio, in via dell’Ospizio,
mi sono allontanato per ritornare a casa e gustarmi, nel rigore della mia sorda
solitudine, Infanzia, la raccolta
poetica dal 1980 al 1983 di Roberto Carifi, che Raffaelli Editore ha dovuto
dare nuovamente alle stampe.
Il consiglio che mi permetto il lusso di dare ai miei stolti simili è quello di divorare,
senza interruzione alcuna, il libro, leggendo, voracemente, in sequenza, ma
senza pensare, la somma imperfetta delle sillabe distrattamente incollate tra
loro.
Poi, giunti a pagina 94, decima sagra dell’ultimo quinto del
volume, Caduti angeli d’infanzia, e
senza aver minimamente divaricato le pagine del libro in modo da deformarne la
naturale illettura, tornate indietro e assaporate nuovamente la melodia; prima
di farlo vi suggerisco di annusarlo, il libro: alcune consonanti, sovente,
emanano fluidi particolari, che si riescono a percepire nella loro incombente
gravosità solo leggendo.
Stavolta, però, soffermatevi con maggior attenzione,
cercando di liberarvi dal peso, immagino incombente, dell’autore; ed iniziate a
dare un senso logico e sintattico alle sue emozioni. Operazione ardua,
eufemismo che sostituisce, benevolmente, l’aggettivo impossibile, perché già
nei Viaggi d’Empedocle, la percezione
si rarefà con assoluta semplicità e la poesia che state leggendo assume il suo
peso specifico, che dipende unicamente dalla vostra disponibilità a lasciarvi
far male, solo se riuscirete a musicare quelle parole storte, infide e inagguantabili, che sfuggono a qualsiasi
classificazione, ordine, precisione.
Ma non state nemmeno a pensare chi fosse e cosa cantasse,
trent’anni fa, Roberto Carifi: le stesse tetre melodie di oggi, con la stessa
sadica e lucida cattiveria e una previsione, incredibilmente avveratasi, di
compassione.
Questa seconda lettura vi imporrà, sistematicamente, diverse
impostazioni e tonalità: crederete che sarà sufficiente spostare l’angolo di
lettura per avere la giusta e illusoria comprensione. Spesso vi congratulerete
con la vostra intuizione, ma sarà un fuoco di paglia; il buio, alla riga
successiva, che avreste preceduto con una qualsiasi forma di punteggiatura, vi
scaraventerà di nuovo nel baratro e dovrete iniziare daccapo. No, non
fermatevi, per riuscire a capire qualcosa occorrerà che arriviate nuovamente a
pagina 94 e che poi, come se giocaste a monopoli,
tornaste al via, per lanciare ancora
i dadi.
Non vi spazientite. Andate a pagina 41, Nel giusto di questi anni, che è il prologo al secondo quinto della
raccolta, Infanzia:
Il posto
dei ciliegi, l’erba minuta
quando
era in un luogo
qualunque
dell’infanzia, solo
con le
mille azioni
scaraventate
nei cortili e tutti,
anche l’albero
del noce,
danno un
sentiero
che non risparmia
nulla…
nessuno,
nessuno
si salverà
nel
giusto di questi anni
che
strapparono il viso
e basterà
annientarsi, invecchiare
per
essere in quel punto
terribile,
prima
della tua nascita.
Qui crederete che le nebbie inizino a diradarsi, ma vi
invito a rileggerla; capirete, anzi, non capirete, per qual motivo pensavate
che fosse alla portata della vostra percezione.
E non serve che, imbufaliti, vi dirigiate, con il volumetto
in tasca, alla libreria di via dell’Ospizio per chiedere direttamente allo scompositore,
che lì troverete, distratto, o forse già morto, comunque intento a fare altro,
spiegazioni: non potrà darvene, non vorrà darvene.
Non saprebbe.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 4 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.