Il Vescovo annuncia la riforma dei
Vicariati e una nuova evangelizzazione contro il rischio di costruire una comunità
fatta solo di carta
PISTOIA. Non è poca cosa l’impegno che il Vescovo Mansueto Bianchi
si è preso di ridare un ordine alla sua diocesi.
Lo ha spiegato qualche giorno fa nel
tradizionale incontro con i giornalisti per festeggiare il loro patrono San
Francesco di Sales.
Il Vescovo ha parlato di necessità di
rendere più efficace e incisiva l’azione della chiesa nella società e ha pure
spiegato che solo partendo da un riordino dei vicariati (struttura intermedia
fra parrocchie e curia) si può pensare di ridare vita a ciò che vita ha perso
con il passare del tempo e dei tempi.
Pistoia ha 160 parrocchie e 10
vicariati (aree territorialmente e culturalmente omogenee): il progetto è
quello di snellire la struttura intermedia, riducendo i vicariati a 7-8 al
massimo.
Ma ciò che è parso più interessante è
il punto di vista secondo il quale, oggi, la chiesa non si fa se non si può
contare anche sull’apporto costruttivo e fattivo dell’area laica, della gente
da ammettere e immettere nello stretto e pressante lavoro dei vari consigli
pastorali.
E questo rappresenta il punto più
critico, anche perché – come ha ben focalizzato monsignor Frosini – manca oggi
alla chiesa quella preparazione dei laici che, al contrario, era una risorsa straordinariamente
fattiva ed efficace allorquando la fase di preparazione e di rodaggio dei fedeli
all’opera avveniva nella palestra dell’Azione Cattolica.
Resta apprezzabile comunque il
tentativo – certo non facile – del Vescovo Bianchi di ‘rifondare’ ciò che,
nella frammentazione della nostra realtà attuale, ha perso la sua coscienza
identitaria; fatto ancor più accentuato – ha detto il Vescovo – dalla
cancellazione dei confini sia parrocchiali che vicariali: oggi è, infatti,
impossibile credere che una parrocchia possa essere quello che, di solito, è
sempre stata in passato, e cioè una realtà più o meno chiusa e conclusa,
territorialmente e spiritualmente. Lo impediscono i mezzi di comunicazione e i
modi di rapportarsi gli uni con gli altri: ma anche, oltre a questo, l’estrema
compositività della nostra realtà umano-sociale, con la massiccia presenza di individui
di etnie e culture diverse e di parroci e religiosi anch’essi di etnie e
culture distanti e, per certi aspetti, perfino contrastanti.
Il Vescovo ha parlato anche dell’impegno
sociale della chiesa e si è soffermato sullo sforzo che, attraverso il Progetto Policoro, mira ad aiutare – sia pure indirettamente – i giovani ad inserirsi
nel mondo del lavoro favorendo l’incontro tra chi inizia la propria vita
lavorativa e chi, giunto a sera, stacca dalle fatiche quotidiane: «Fare incontrare questi due elementi della società, aiuta a
mantenere anche l’occupazione, favorendo il rilievo delle piccole aziende da
parte di chi ha intenzione e desiderio di costruire il proprio futuro pur in
mezzo a infinite difficoltà».
L’incontro, al di là dell’ufficialità,
si è concluso con una amichevole chiacchierata del Vescovo con i giornalisti
presenti.
e.b. blogger
Per una cronaca più dettagliata, si
veda il blog di Andrea Balli al post dedicato all’argomento.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 4 febbraio 2013 | 19:10 - © Quarrata/news]
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