Il
partito non smette di pensare alla falce e al martello
ma non ha
idee per darsi una vera svolta verso il cambiamento
di Luigi
Scardigli
Non è più tempo di falce e martello
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«No, Luigi – mi ha confidato Roberto Bartoli: professore, da qui all’eternità, ho deciso di sottintenderlo, perché è troppo lungo –, se dovessi creare una lista civica sarebbe la lista Bartoli e io non sono la politica, ma un fedele e appassionato servo suo».
Nessuna novità all’orizzonte, tranquilli: Bartoli resta, al
momento – in attesa di una discesa ufficiale in campo di altri
compagni/e – l’unico affidabile candidato per le primarie del
centro/sinistra di gennaio in vista della turnazione elettorale primaverile.
Ma con il trascorrere dei giorni, anzi, delle ore, le
distanze siderali tra la casa dove vive la famigghia
e lo sgradito autoinvitato paiono paradossalmente ingrandirsi, tanto che mi
sovviene l’evangelico paradosso, quello di Matteo, che dice «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago,
che un ricco entri nel regno dei cieli».
No, non è dei ricchi che popolano la sacra famigghia, che voglio parlarvi, ma delle difficoltà, forse
inconciliabili, di un Pd pistoiese che abbia il coraggio di fare centinaia di
passi indietro e capire che quel mondo, dorato, protetto e impermeabile,
sintomo, forse, di un decadimento che avremmo dovuto prevedere, è ormai
irreversibilmente al capolinea; e capire che Bartoli incarna alla perfezione il
profilo del nuovo leader.
Perché proprio come sosteneva Foscolo, il rocker neoromantico, nel carme dei Sepolcri, cercando di far fronte all’editto
di Saint Cloud, che sol chi non lascia
eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna, il Pd deve necessariamente
celebrare il funerale di se stesso prima che la sua storia si decomponga del
tutto e del corpo, nobile e antico, non restino che brandelli, utili ad una
dignitosa cremazione, certo, ma con ceneri da teca, o fossa comune, e non
ricordi da lapide.
Bartoli è veramente l’ultima spiaggia, non sto scherzando.
Rispetto a cinque anni fa, le new entry dell’urna sono giovani che hanno
parecchia abilità informatica, leggono (pochissimo) e scrivono (ancor meno, per
fortuna) peggio di noi, ma sanno più cose: dal terrazzo della casa nella quale
vivono ancora in compagnia dei rispettivi genitori, perché non hanno un posto
fisso, ma nemmeno uno mobile, non vedono assolutamente nulla.
Non parlate loro di ideologie, perché non sanno nemmeno cosa
siano: esigono risposte, non proclami; fatti, non promesse; condivisione del
bene e del male e non indigesti e non più sopportabili sbilanciamenti.
Certo, i vecchi compagni non possono credere che la falce e
il martello non esistano più e i nuovi poveri, un esercito che si espande di
giorno in giorno, non sanno purtroppo usarli, né l’una, né l’altra.
Nel mezzo del cammin della nostra Pistoia, c’è il Pd, che deve trovare la via
della riproduzione cercando di calmierare la dignità della memoria e voltare silenziosamente,
ma decisamente, pagina, in modo che i vecchi non sentano il frusciare
della carta, ma i giovani sì.
Armate Bartoli, vi prego: e partiamo. Non resta molto tempo!
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[Giovedì 1 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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