giovedì 1 dicembre 2011

PALANDRI. «DIPINGERE? È COME RESPIRARE, VIVERE…»


di Luigi Scardigli


Dipinge da una vita, da sempre, è forse più facile dire e scrivere, senza mai essersi occupata e preoccupata della destinazione e delle utenze delle proprie tele.

Ad un paio di mesi dai festeggiamenti del 54esimo compleanno, Cristina Palandri, pistoiese, si è tolta un’altra – una delle tante – bellissima soddisfazione. Attraverso il proprio sito, gradevole e aggiornato, un’associazione culturale portoghese ha voluto invitarla – e con lei anche parte del proprio bagaglio pittorico – per un paio di mesi presso uno dei più attenti saloni artistici di Porto, la capitale culturale del Portogallo, per permetterle il lusso che anche di là dal Mediterraneo i gustatori possano deliziarsi con i suoi dipinti.
«Equivale a respirare, a vivere, dipingere – mi ha apertamente confidato Cristina Palandri l’altra sera, in un incontro tanto casuale quanto piacevole –. Non smetterò mai di farlo, non avrebbe senso interrompere. Quello che offro alla pittura e con la pittura è quello che probabilmente vorrei dire e dare al prossimo se possedessi il passpartout universale per dialogare con il mondo: la pittura è il mio esperanto, il mio simultaneo personale e non è un caso che spesso i miei quadri abbiano toccato e visitato posti dei quali ignoravo l’idioma».
La mostra portoghese resterà aperta al pubblico fino al prossimo 20 dicembre e rappresenta una summa, rivisitata e corretta, amplificata e rinnegata, in alcuni tratti, di tutto quello che ha fatto negli ultimi trent’anni.
«La prima volta che decisi di esporre i miei quadri era il 1982: furono i gestori dello storico bar Valiani, a Pistoia, a ospitare la mia prima personale: non chiedetemi se furono gli apprezzamenti d’allora ad avermi suggerito di insistere; lo avrei fatto anche se mi avessero subissato di fischi».
Provo a chiederle cosa sia stata la cosa più bella che le sia riuscita di fare. «Mia figlia – sentenzia, senza batter ciglio –. Quella più brutta non chiedermela perché è una domanda alla quale non saprei rispondere, e non perché non voglia, ma perché sono tante le cose che non mi hanno gratificato, soprattutto una volta fatte».
Nemmeno la pura la spaventa quanto dovrebbe.
«Ho dovuto averne parecchia, recentemente, perché la vita mi ha messo al cospetto di un crocevia per nulla facile da risolvere: ho avuto la fortuna di scegliere la strada giusta e questo mi ha aiutato molto a vivere i successivi patemi con minor ansia».
Lontano dalla sfera privata e intima, Cristina Palandri continua a cercare e ricercare se stessa attraverso le ispirazioni quotidiane.
«Sto lavorando attorno ad un progetto della pittura sulla poesia: è la natura ad offrirmi i suggerimenti migliori, io non sono che una buona e attenta captatrice».

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 1 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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