PISTOIA. Ieri l’altro Fabio Calamati del Tirreno ci ha
raccontato che l’Apr/Bardelli è finita dinanzi al Tar, trascinàtaci dall’Aias nazionale
di Roma. E sempre ieri l’altro La Nazione ci raccontava che il decreto
della terza sezione del tribunale civile di Roma, che metteva in ibernazione
Bardelli e i suoi, era stato notificato ufficialmente alle parti.
Stamattina, in aggiunta, La Nazione
torna sul tema con delle dichiarazioni dell’Apr/Bardelli che, come al solito,
ribatte a tutto quello che è comparso sulla stampa sostanzialmente con queste
parole: «La cosa non ci tange».
Nel dire che Principato & C. non
hanno né sede né accrediti né altri mezzi e che sono, quindi, solo dei ‘poveracci’
un po’ straccioni, gli Apr bardelliani insistono di nuovo sul fatto che nessuno
pensa ai disabili e alle loro famiglie se non loro e soltanto loro, fàttisi scudo
ed usbergo dei bisognosi.
Il particolare che è però sfuggito, sia
ai colleghi della Nazione che a quelli del Tirreno, è davvero
curioso e rientra – lasciateci fare un po’ di ironia, perché il fatto la merita
e la richiede, anche se Bardelli, è presumibile, si incazzerà assai – in quel
clima di mistero mistico-sacrale che, da sempre, avvolge l’Apr di Bardelli; fin
da quando era Aias non ancora ripudiata.
Ripartiamo dalle notifiche del decreto
di Roma, che dovrebbero avere raggiunto Asl/Scarafuggi, Sindaco Berti, banche-tesorerie
pagatrici in nome dell’Asl e, non ultima, la Regione Toscana.
Vi chiederete: ma questo ce lo aveva
già detto La Nazione.
È vero. Solo che proprio nel clima di
mistero mistico-sacrale di cui parlavamo sopra, in questo ultimo mese, o giù di
lì, si sarebbero verificati diversi miracoli di strane apparizioni/sparizioni
riguardanti sia il codice della partita Iva del soggetto (Aias o Apr), sia la
denominazione del soggetto stesso (Aias o Apr).
Insomma, per essere più chiari: dopo il
decreto di Roma, ci risulta che l’Aias ortodossa di Principato ha cambiato il
certificato di anagrafe dell’associazione presso l’Agenzia delle Entrate. Ma
ogni volta che denominazione e partita iva sono state cambiate, improvvisamente
ed entro poco tempo, al posto di Aias-Principato sarebbe magicamente – o taumaturgicamente
– ricomparsa la scritta Apr-Bardelli. Una… guerra telematica di tastiere e
dati?
Non si faceva in tempo a sistemare la carta
d’identità dell’associazione, a favore della quale il tribunale di Roma ha
emanato il suo decreto di congelamento del Bardelli, che subito la mano
misteriosa della provvidenza provvedeva, appunto, a correggere l’inammissibile
errore causato dagli ingiusti e incapaci giudici romani.
Questo è quanto ci risulta – ed è un
vero e proprio miracolo.
Del resto ci risulterebbe anche che
almeno una delle banche pagatrici, come tesoreria di Scarafuggi, avrebbe
congelato, o vorrebbe prudentemente congelare, le cifre da versare all’Apr-Bardelli:
mentre il pluri-patron – Apr-Tvl – starebbe cercando altre vie per risolvere questo
momentaneo impasse, chiedendo (questo si sente) che i quattrini seguissero un’altra
via per altre banche-tesoreria.
Wunderbar, viene da dire!
E tutto questo mentre Berti se ne lava
le mani dicendo che, in fondo, anche se ha firmato lui (al posto di che ne era
deputato) l’accreditamento di Luigi Egidio/Apr, è tutto a posto; mentre la
Regione continua a sostenere che, se ha accreditato Luigi Egidio, lo ha fatto solo
perché così hanno voluto Berti e il sindaco di Montecatini (e così i
democratici di Firenze buttano a mare i loro consanguinei e poi si vedrà) e mentre
Bardelli continua a strillare ai quattro venti che la procura di Pistoia e quella di Firenze hanno archiviato le denunce
dell’Aias di Roma e di Lo Trovato contro di lui: e quindi la sua santità è
indubitabile.
È la storia – cari lettori – dei due litiganti, del giudice e del bambino: il primo
litigante espone i fatti e il giudice gli dice che ha ragione; il secondo
litigante dà la sua versione dei fatti e il giudice gli conferma che ha ragione
anche lui; interviene il bimbo e domanda al giudice come sia possibile che
tutti e due abbiano ragione e il giudice conclude che pure il bimbo ha ragione.
Siamo in Italia? Sì.
Infatti: com’è possibile che tutti
abbiano ragione?
E che faranno Scarafuggi e le banche,
lui con tutti quei milioni da rendere a Rossi per le vicende di Massa, Rossi che
però gli fa avere – nonostante tutto – il premio di produzione (forse dei
debiti?); e loro, le banche, con quel bel decreto di Roma sul capo?
Pagheranno a dispetto dei santi e,
soprattutto, del popolo lavoratore dalle cui tasche escono quattrini pubblici
che, toccati dalle mani da pranoterapeuta di Luigi Egidio, diventano
immediatamente e privatamente suoi?
Ma vogliamo schersàre? direbbe Bersani…
e.b. blogger
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[Giovedì 9 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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