giovedì 9 febbraio 2012

AIAS/APR-BARDELLI. IL MIRACOLO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE


PISTOIA. Ieri l’altro Fabio Calamati del Tirreno ci ha raccontato che l’Apr/Bardelli è finita dinanzi al Tar, trascinàtaci dall’Aias nazionale di Roma. E sempre ieri l’altro La Nazione ci raccontava che il decreto della terza sezione del tribunale civile di Roma, che metteva in ibernazione Bardelli e i suoi, era stato notificato ufficialmente alle parti.
Stamattina, in aggiunta, La Nazione torna sul tema con delle dichiarazioni dell’Apr/Bardelli che, come al solito, ribatte a tutto quello che è comparso sulla stampa sostanzialmente con queste parole: «La cosa non ci tange».

Nel dire che Principato & C. non hanno né sede né accrediti né altri mezzi e che sono, quindi, solo dei ‘poveracci’ un po’ straccioni, gli Apr bardelliani insistono di nuovo sul fatto che nessuno pensa ai disabili e alle loro famiglie se non loro e soltanto loro, fàttisi scudo ed usbergo dei bisognosi.
Il particolare che è però sfuggito, sia ai colleghi della Nazione che a quelli del Tirreno, è davvero curioso e rientra – lasciateci fare un po’ di ironia, perché il fatto la merita e la richiede, anche se Bardelli, è presumibile, si incazzerà assai – in quel clima di mistero mistico-sacrale che, da sempre, avvolge l’Apr di Bardelli; fin da quando era Aias non ancora ripudiata.
Ripartiamo dalle notifiche del decreto di Roma, che dovrebbero avere raggiunto Asl/Scarafuggi, Sindaco Berti, banche-tesorerie pagatrici in nome dell’Asl e, non ultima, la Regione Toscana.
Vi chiederete: ma questo ce lo aveva già detto La Nazione.
È vero. Solo che proprio nel clima di mistero mistico-sacrale di cui parlavamo sopra, in questo ultimo mese, o giù di lì, si sarebbero verificati diversi miracoli di strane apparizioni/sparizioni riguardanti sia il codice della partita Iva del soggetto (Aias o Apr), sia la denominazione del soggetto stesso (Aias o Apr).
Insomma, per essere più chiari: dopo il decreto di Roma, ci risulta che l’Aias ortodossa di Principato ha cambiato il certificato di anagrafe dell’associazione presso l’Agenzia delle Entrate. Ma ogni volta che denominazione e partita iva sono state cambiate, improvvisamente ed entro poco tempo, al posto di Aias-Principato sarebbe magicamente – o taumaturgicamente – ricomparsa la scritta Apr-Bardelli. Una… guerra telematica di tastiere e dati?
Non si faceva in tempo a sistemare la carta d’identità dell’associazione, a favore della quale il tribunale di Roma ha emanato il suo decreto di congelamento del Bardelli, che subito la mano misteriosa della provvidenza provvedeva, appunto, a correggere l’inammissibile errore causato dagli ingiusti e incapaci giudici romani.
Questo è quanto ci risulta – ed è un vero e proprio miracolo.
Del resto ci risulterebbe anche che almeno una delle banche pagatrici, come tesoreria di Scarafuggi, avrebbe congelato, o vorrebbe prudentemente congelare, le cifre da versare all’Apr-Bardelli: mentre il pluri-patron  – Apr-Tvl – starebbe cercando altre vie per risolvere questo momentaneo impasse, chiedendo (questo si sente) che i quattrini seguissero un’altra via per altre banche-tesoreria.
Wunderbar, viene da dire!
E tutto questo mentre Berti se ne lava le mani dicendo che, in fondo, anche se ha firmato lui (al posto di che ne era deputato) l’accreditamento di Luigi Egidio/Apr, è tutto a posto; mentre la Regione continua a sostenere che, se ha accreditato Luigi Egidio, lo ha fatto solo perché così hanno voluto Berti e il sindaco di Montecatini (e così i democratici di Firenze buttano a mare i loro consanguinei e poi si vedrà) e mentre Bardelli continua a strillare ai quattro venti che la procura di Pistoia e quella di Firenze hanno archiviato le denunce dell’Aias di Roma e di Lo Trovato contro di lui: e quindi la sua santità è indubitabile.
È la storia – cari lettori – dei due litiganti, del giudice e del bambino: il primo litigante espone i fatti e il giudice gli dice che ha ragione; il secondo litigante dà la sua versione dei fatti e il giudice gli conferma che ha ragione anche lui; interviene il bimbo e domanda al giudice come sia possibile che tutti e due abbiano ragione e il giudice conclude che pure il bimbo ha ragione.
Siamo in Italia? Sì.
Infatti: com’è possibile che tutti abbiano ragione?
E che faranno Scarafuggi e le banche, lui con tutti quei milioni da rendere a Rossi per le vicende di Massa, Rossi che però gli fa avere – nonostante tutto – il premio di produzione (forse dei debiti?); e loro, le banche, con quel bel decreto di Roma sul capo?
Pagheranno a dispetto dei santi e, soprattutto, del popolo lavoratore dalle cui tasche escono quattrini pubblici che, toccati dalle mani da pranoterapeuta di Luigi Egidio, diventano immediatamente e privatamente suoi?
Ma vogliamo schersàre? direbbe Bersani…
e.b. blogger
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[Giovedì 9 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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