«Necessario – scrive la Cormio – un chiarimento
da parte mia e dell’amministrazione»
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Qualche considerazione, e forse opportunamente un
chiarimento, sulla decisione del Consiglio regionale di bocciare il referendum,
credo sia doverosa da parte mia e dell’Amministrazione, per capire il quadro
che si è prospettato alla Regione per prendere una decisione sullo svolgimento
del referendum.
Innanzitutto ci preme sottolineare che
San Marcello è sempre stato l’unico Comune ad avere le idee chiare sulla
possibilità di addivenire al Comune Unico della Montagna, Più volte abbiamo portato
in Consiglio Comunale documenti che testimoniavano la volontà di arrivare alla
fusione, tramite però un processo partecipativo istituzionale e qualificato.
Necessita ricordare che il progetto sul
Comune Unico inizialmente prevedeva sei comuni, includendo Marliana e Sambuca,
che si sono sfilati quasi immediatamente, al punto che nel caso di Marliana, il
Sindaco Traversari ha vinto le elezioni ponendosi contrario alla fusione. II
Sindaco Melani ha manifestato pubblicamente in più occasioni la propria contrarietà.
Relativamente ai restanti quattro comuni, Abetone ha sempre osteggiato l’idea
di un Unico Comune della Montagna, se pur favorevole al referendum in quanto
convinto che sarebbe passato il no, ha prodotto nel frattempo due documenti in
Consiglio Comunale votati all’unanimità, con la richiesta di essere stralciato
dal referendum, e li ha successivamente inviati alla Regione.
Nel caso di Cutigliano, il Sindaco
Ceccarelli era sostenitore del comune unico e membro del comitato, ma gli
faceva da contro canto l’opposizione, il consigliere Graziano Nesti ex sindaco
e personaggio di spicco del PD di Cutigliano ha sempre detto no a questo
progetto. A Piteglio succedeva l’esatto contrario il Sindaco Gaggini in
appoggio alla fusione è riuscito a far passare il documento per dare avvio al
referendum in Consiglio Comunale, grazie ai voti dell’opposizione, mentre la
sua Giunta gli votava contro.
San Marcello come dicevo all’inizio è
sempre stato convinto in merito, infatti tutti gli atti portati in Consiglio
sono sempre stati tutti votati favorevolmente dalla maggioranza, Relativamente
al percorso partecipativo, la richiesta del finanziamento è stata fatta in più
occasioni, l’ultimo appello è stato fatto durante l’audizione di novembre, ma
la risposta è sempre stata la stessa, la legge 69/2007 “sulla promozione della
partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali “, non era
ancora stata finanziata. Al riguardo preme anche sottolineare che per il
progetto partecipativo di Figline e Incisa Valdarno, che li ha portati poi a
fondersi in un unico comune, la Regione ha stanziato circa 40mila euro, e l’esito
è stato positivo.
Pertanto appare chiaro che i nostri
comuni non abbiano potuto iniziare la partecipazione a causa della mancanza dei
fondi previsti. È stato comunque fatto recentemente un ultimo tentativo di
richiesta, attraverso l’Unione dei Comuni, si intendeva procedere anticipando i
fondi e richiedendo il rimborso alla Regione.
Poi è arrivato il responso negativo sul
referendum e a quel punto ci siamo fermati.
Il Sindaco Silvia Maria Cormio
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[Mercoledì 11 dicembre 2013 | 15:49 - © Quarrata/news]
Ecco, perfetta, la dimostrazione di come in Montagna Pistoiese la partita su nuovi possibili livelli istituzionali é stata giocata malissimo. Da sindaci e Consigli, maggioranze e minoranze, forze politiche e societá civile (iniziano dal mitico Dynamone). Nessuno si offenda, ma a un osservatore esterno com'io sono, sembra quasi che la vicenda furti in Comunità Montana abbia contribuito a togliere ogni residua luciditá nelka gestione di una vicenda che, di luciditá e di Politica ma anhe i ittadinanza artiva, avrebbe davvero enorme bisogno.
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