PISTOIA. Desidero, innanzitutto, ringraziare di cuore i tanti
splendidi volontari che hanno reso possibile questa ennesima giornata di
straordinaria partecipazione. Vorrei ringraziarli per il tanto lavoro compiuto
ai seggi durante la lunga e faticosa giornata di ieri e nello svolgimento dei
preparativi nel corso dei giorni precedenti. Vorrei veramente che questo mio
ringraziamento potesse arrivare ai tanti militanti, poco meno di 200, che, con
mirabile passione, hanno fatto sì che la giornata di ieri possa essere
ricordata veramente come una grande festa della democrazia. Una festa svoltasi
nel migliore dei modi, con le operazioni di voto che, per 12 ore, hanno dato ai
nostri concittadini la possibilità di esprimere la propria preferenza senza
alcun intoppo procedurale. Una festa che ha portato oltre 9.100 persone –iscritti
ed elettori del Partito Democratico – ai 23 seggi allestiti nel Comune di
Pistoia.
Un risultato straordinario. Un
risultato che solo il PD, oggi, è in grado di produrre.
Il voto ha sancito la vittoria
nettissima di Matteo Renzi, il nuovo Segretario nazionale di tutti noi. Una
vittoria talmente chiara nei numeri da affidare al Segretario la grande
responsabilità di saper corrispondere nei fatti alle grandi aspettative e
speranze che ha saputo suscitare tra i nostri militanti e tra tutti coloro che
ritengono che il PD sia l’unica risposta sensata ad una politica sempre più
caratterizzata da uno scivolamento verso pericolosi “estremi” i cui
protagonisti – personaggi che rispondono al nome di Beppe Grillo e Silvio
Berlusconi – hanno saputo raccogliere, negli ultimi anni, il consenso di tante
persone. Anche – dobbiamo ammetterlo – di un pezzo della “nostra gente”. È su
questo che, fino ad oggi, il PD ha fallito. Non ha saputo rappresentare coloro
che avrebbe dovuto rappresentare: gli ultimi, i più deboli, i più fragili. Non
ha saputo dare voce a chi non ne ha, dimostrandosi pesantemente inadeguato di
fronte alle sfide inedite di un mondo che sta cambiando radicalmente e
rapidamente. Non ha saputo dare risposte chiare nel momento in cui il Paese
sprofondava nella peggiore crisi della storia repubblicana.
Ancora oggi il nostro Partito rischia
di rappresentare una grande occasione mancata. A maggior ragione dopo aver
messo un cuneo profondo con la propria base quando 101 Parlamentari – nel
momento in cui i nostri rappresentanti istituzionali avrebbero dovuto
dimostrare che il rinnovamento messo in atto con le Primarie del 30 dicembre
2012 non era solo di facciata – hanno attentato, se non alla vita del Partito,
almeno alla sua credibilità. Individuando in Romano Prodi, “padre nobile” del
Partito Democratico, la vittima di turno da sacrificare sull’altare di
correntismi senza freni.
Nei suoi primi sei anni di vita il PD
non ha saputo darsi un’identità riconoscibile. Ha provato, talvolta
maldestramente, ad essere il Partito di tutto e di tutti – e del loro contrario
– , senza compiere le necessarie scelte di campo.
Fin dall’inizio di questa fase
congressuale ho ripetuto come fosse arrivato il tempo di dare inderogabilmente
una svolta a questo stato dei fatti. Perché, nonostante tutto, il PD è l’unico
soggetto politico in grado di cambiare le sorti del nostro Paese. Il grande
successo di queste Primarie, che ha portato alle urne quasi 3 milioni di
persone, ci dimostra che per molti rappresentiamo l’ultimo presidio di fronte a
derive populistiche se non, addirittura, anti-democratiche.
A torto o ragione – saranno i fatti a
dimostrarlo – avevo trovato più convincenti, proprio sui temi dirimenti che ho
brevemente riassunto, le posizioni degli altri due candidati in campo, Gianni
Cuperlo che ho convintamente sostenuto – e Giuseppe Civati. Più convincenti a
mio avviso su giustizia sociale e diritti civili; ma anche sulle politiche
economiche. Più convincenti sulla questione fondamentale – visto che si
sceglieva il Segretario – della forma Partito e del ruolo del Segretario.
Ma le Primarie ci consegnano, come
avevo detto all’inizio, un risultato chiarissimo. La nostra gente ha scelto
Matteo Renzi che oggi è anche il mio Segretario. L’auspicio è che possa
avviare, facendo propri i sentimenti di tanti elettori, una fase nuova per il
PD. Una fase di vera e propria “rifondazione” nella quale, al necessario
rinnovamento della classe dirigente da attuarsi subito, si faccia della
chiarezza delle idee e delle proposte il tratto caratterizzante ed identitario
di un Partito finalmente all’altezza della bisogna. Sarà possibile solo
lavorando giorno dopo giorno, dedicando al Partito uno sforzo eccezionale che
vada al di là dell’obiettivo, pur importante, di costruire un orizzonte di
Governo targato PD.
Perché il Paese ha bisogno non solo di
un Governo che sappia attuare le riforme necessarie, ma anche di un Partito
che, nella chiarezza della proposta, possa interpretare i bisogni di coloro che
chiedono di sentirsi rappresentati da una moderna forza di Sinistra, capace
innanzitutto di dire che il proprio compito è quello di diventare ciò che
avremmo dovuto essere fin dall’inizio: il Partito del lavoro – per davvero, e
non solo a proclami – , il Partito della lotta senza quartiere alle rendite; un
grande Partito popolare e radicato sul territorio. Un Partito che non sia una
sorta di comitato elettorale permanente, ma un luogo di confronto, di
elaborazione di idee, di sintesi politica tra le parti. Un Partito che,
appunto, porti finalmente la politica al centro del proprio progetto.
Chiudo facendo un sentito “in bocca al
lupo” a Matteo Renzi e alla sua Segreteria – una Segreteria composta da persone
di sua fiducia e costruita senza contrattazioni sui posti o interminabili
confronti preliminari, come personalmente ritengo sia giusto fare – per un
percorso, certamente complicato, che dovrà vedere l’impegno comune di tutti
coloro che – nei fatti e non a parole – intendono cambiare tutto ciò che c’è da
cambiare. A partire dai territori dove gruppi dirigenti appena rinnovati
dovranno essere il braccio operativo di questo cambiamento.
Alessandro Giovannelli
Segretario comunale Pd Pistoia
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[Mercoledì 11 dicembre 2013 | 16:05 - © Quarrata/news]
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