di Luigi Scardigli
Oltre al gusto di sentirli suonare insieme – universale, non certo personale, perché si tratta di 4 professionisti – è bello e piacevole assistere ad un concerto di Emiliano degl’Innocenti, una grande chitarra, un’ottima voce, accompagnato dalla batteria di Davide Malito Lenti, il basso di Carlo Romagnoli e l’organo Hammond di Valentina Bartoli.
Ma non perché si tratti di musica sperimentale, dunque incomprensibile: sul palco e tra il pubblico, quello che ieri non è voluto mancare all’appuntamento sonoro al parco di Santomato, per la festa di Sel, il groove e il gradimento l’hanno fatta da padroni, tra soul, blues e acidi condimenti rock.
Il tocco di classe e originalità, allo spettacolo, l’hanno offerto i loro singoli stati d’animo: il dottor Malito, capace di controllare, con disinvoltura e talento e addirittura contemporaneamente i tempi sul palco, così come le esigenze scolastiche e pedagogiche dei suoi marmocchi, filtrati dalla illimitata pazienza della moglie, che li tiene a freno a casa nell’attesa del ritorno del papà che suona la notte; la disappartenenza, totale, di Carlo Romagnoli, un cavaliere d’altri tempi che non disdegna però di cibarsi di leccornie contemporanee, mentre detta regole e battiti ai colleghi della session; l’incredulità di Valentina Bartoli, un gemma implosa di funky, un concentrato di energia al limite della propria umana sopportazione, un cerbiatto dei boschi dell’Hammond, che dubita di essere già famosa.
Bene, a tutto questo aggiungete poi che le regole del gioco, tra il sadico e il masochistico, le detta lui, Emiliano degl’Innocenti, a mio modestissimo parere del tutto inconsapevole di esistere, un paggio medievale che si diletta a giocare a rugby, o un androide del quarto millennio che fa la collezione di puffi, un hacker informatico capace di mandare in tilt un sofisticatissimo sistema hardware, o un professore di matematica pura che usa la calcolatrice.
Ho sempre avuto, quest’impressione, da quando l’ho visto e sentito suonare, la prima volta, per una totale discrasia tra il suo sound, pregiato e sofisticato, e i movimenti del corpo con i quali accompagna il viaggio del brano che interpreta.
Prima di loro, come gradevole viatico, “I 4 dell’ahi Maria” (Marco Baldi, Riccardo Mucci, Gino Taschini e Lorenzo Cammilli), un quadrumvirato di disincantati rivisitatori della lunga e florida stagione cantautoriale italiana, dal duo De Gregori-Dalla a Pino Daniele, attraverso Lucio Battisti, Fabrizio De André e Antonello Venditti, con un tributo, particolarmente emotivo, a Rino Gaetano.
Non so se, il prossimo anno, Sel avrà ancora questo nome: il movimento politico che cerca di sorpassare il Pd a sinistra, mettendo però la freccia a destra, potrebbe morire e risorgere sotto un altro vessillo; se così fosse, pazienza per i militanti che ci han creduto: a suonare, però, alla festa di Santomato, richiamate loro, Emiliano e chi avrà ancora il coraggio di seguirlo e la spallata band de noantri, almeno si trascorrono due ore in allegria.
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[Domenica 4 settembre 2011 – © Quarrata/news, 2011]
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