PISTOIA. Vannino Chiti risponde, stamattina sul Tirreno, alle accuse della Confartigianato con i sistemi del veterocomunismo: cioè invocando l’unanimismo in nome del superiore bene collettivo.
Roberto Bartoli, consigliere del Pd, che già altre volte ha fatto sentire una voce impostata sul ragionamento, interviene e si chiede cosa ci stia a fare sul mercato un’azienda che è un pozzo senza fondo, un debito continuo, un buco.
Tra i metodi dei due corre la stessa differenza che passa fra chi si affida alla fede (eppure Chiti è un filosofo… dovrebbe conoscere il valore della logica) e chi si fa guidare dalla vera luce della ragione.
Oggi tutto sembra dover avere due anime. Ed è normale: perché stiamo vivendo, purtroppo, un tempo di transizione – che ci auguriamo che sia il più breve possibile, però.
Il problema è che il nuovo fa paura anche a chi ha sempre parlato di apertura alle novità, al diverso, al futuro, se ben ricordate le prediche del Pci degli anni 60-70.
Fatto è che il vecchio è come erano le incrostazioni sulle antiche padelle di campagna, che Chiti, data l’anagrafe, deve conoscere bene.
Non vuole andarsene, non si rende conto di essere una incrostazione dannosa alla padella e alla salute.
e.b. blogger
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[Martedì 20 settembre 2011– © Quarrata/news 2011]
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