PISTOIA. Basta andare in un qualsiasi Paese dell’Est – di quelli così cari ai compagni comunisti nostrani – e siamo già in un mondo completamente diverso. Eppure loro vengono da esperienze di socialismo reale che, rispetto alle nostre realtà, possono essere definite davvero allucinanti.
Sì: basta andare in uno dei Paesi per i quali, ad ogni intervento dell’Armata Rossa, il nostro Presidente della Repubblica esternava la santa necessità di una buona repressione.
Ci andiamo e restiamo stupiti di come funziona il commercio in regime di liberismo.
Funziona come qui da noi negli anni 50, quando, a metà pranzo della domenica, se qualcosa mancava sulla tavola, la madre di famiglia diceva al bambino: «Va’ alla bottega a prendere un etto di mortadella».
Ricordo, come fosse oggi che, proprio a 50 metri da casa mia, c’erano gli alimentari.
Aprivo la porta e, mentre la bottegaia mangiava con la sua famiglia nella stanza accanto, ad alta voce dicevo: «Ezelina, ho bisogno di un etto di mortadella».
Non si scandalizzava nessuno. Lei, la bottegaia, si alzava e mi tagliava un etto di mortadella. Prima con il coltello, qualche anno dopo con l’affettatrice.
Oggi in Ucraina o in Polonia entri in un negozio dalle 9 o dalle 10 del mattino, e continui ad entrarci e a uscirne a tuo piacere fino alle 23 o alle 24. E nessuno si scandalizza, ripeto. Perché il commercio è libero e perché nessuno impone a nessuno di fare per forza il commerciante. In Polonia – e qui siamo all’eccesso – forse copiando il modello americano, i negozi di superalcolici sono aperti 24 ore su 24: a lode e gloria degli ubriaconi istituzionali.
Sempre nei Paesi del socialismo reale puoi entrare in un qualsiasi punto di ristoro – restaurazia o kafé che sia – e mangi dalle 9-10 alle 23-24: non come qui, che se arrivi alle 15 ti dicono (a volte anche poco gentilmente) che la cucina è chiusa.
All’Italia, che è sempre stata uno dei Paesi più portati all’idea comunistica e collettivistica, con qualche mistica tendenza alla prestazione volontaristico-oblazionale (tutto al servizio degli altri) di stampo catto-sinistrese, e che ha avuto uno dei Pci più forti dell’Occidente, è mancata una sana esperienza fondamentale di socialismo reale: di quelle che hanno ridotto la Russia così com’è oggi; o la Cina, come sta diventando a grandi passi (e sempre peggio) muovendosi verso un futuro senza regole e violento, almeno sotto il profilo economico-finanziario.
Sarebbe stato salutare conoscere il comunismo vero: ci saremmo risparmiati, oggi, di avere così tanti dipendenti statali comunisti-borghesi che amano l’ibrido istituzionale.
La libera iniziativa, insomma, ma con l’orario del dipendente – che è più comodo.
e.b. blogger
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[Venerdì 23 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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