mercoledì 21 settembre 2011

«S.P.Q.R.»: ANCHE DAL SENATO DELLA REPUBBLICA



PISTOIA. Ieri abbiamo parlato della Breda, di voci difformi e di incrostazioni.
È come se avessimo detto – a mo’ di un famoso slogan pubblicitario – rosso come il cavallo bbianco di Napoleone: era una metafora.
Una metafora con cui abbiamo dichiarato la nostra piena fiducia al consigliere Roberto Bartoli (Pd) e la nostra diametrale sfiducia al vicepresidente del Senato Chiti, che, in quanto uomo di potere, ha però prevalso, omaggiato dal coro dei più, sul suo subalterno locale.
Immeritatamente – a nostro avviso –, perché Bartoli incarna davvero l’idea del nuovo e della storia al passo con i tempi, rispetto a chi continua ancora a volersi servire di una mentalità leninista da rivoluzione di ottobre, da secolo scorso e, a Dio piacendo, definitivamente tramontato.
Ma il vicepresidente del Senato – dicevamo – ha avuto la meglio e il di più: perché è più facile allinearsi sul binario del potere che incamminarsi sul sentiero faticoso della novità e dell’anticonformismo: cosa che possiamo fare noi, che non siamo né targati né strutturati né ricattabili in alcun modo. Ma anarchici e irritanti. E soprattutto disintegrati, ma logici.
A dimostrazione di questo, basta guardare i due quotidiani che hanno dato spazio prima al parlamentare (perché conta) e poi al consigliere comunale (perché viene dopo, sta più in basso, ha meno potere – vedi): mentre la notizia era proprio, e di più, nella diversità delle posizioni di Bartoli.
Non è notizia un cane che morde un bambino, ma, se mai, un bambino che azzanna un cane.
La Nazione lo ha fatto addirittura in maniera smaccatamente sbilanciata: osservatelo bene.
Noi non contiamo niente e lo sappiamo. Non abbiamo potere e ne siamo orgogliosi. Non abbiamo interessi in corso e nessuno può dire il contrario.
Sarà per questo che siamo davvero una voce autorevole.
Tanto autorevole che perfino il Senato della Repubblica, ieri, alla chetichella, e con sistemi da guerra fredda, si è collegato al nostro modestissimo blog (lo avete sotto i vostri occhi) per leggere ciò che avevamo scritto.
Sì, la nostra è una voce difforme, ma vera, in mezzo a un coro di banalità, di falsi unanimismi, di consociativismo retro e di menzogne edulcorate che spingono solo a non volere che qualcosa cambi, Breda compresa.
Che cambi, ovviamente, in meglio e per un bene comune che, guarda caso, è considerato il male da un Pd che, dal cambiamento, teme di essere definitivamente spazzato via.

E ha ragione.
e.b. blogger
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[Mercoledì 21 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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