martedì 27 settembre 2011

PISTOIA COME «SIGNORE & SIGNORI»



Mi ha fatto piacere, e al tempo stesso angoscia e muta disperazione, ieri, leggere quello che Mauro Banchini ha scritto sulla scomparsa di Silvia Innocenti Caramelli (vedi).
Almeno la sua è stata testimonianza di un tormento che lo assilla e lo costringe a riflettere su questa città, che non ha rispetto di niente e di nessuno: altro che dei propri interessi.
Sì. Pistoia è una città che sciacqua i panni sporchi in casa, anche se dice di avere una coscienza libertaria e progressista. In realtà nasconde tutto, tutto incassa, tutto cela sotto il pelo dell’acqua – che non è proprio quella di un lago alpino, limpida e trasparente come il cielo.
Non succede mai niente a Pistoia, ve ne siete accorti?
I suoi politici sono sempre casti e puri come fiorellini di serra. Gli uomini che percorrono le sue strade, sono ispirati ai più grandi principi di libertà e democrazia. Gli uomini che contano, intendo dire.
Poi, quando qualcosa accade, chi gira la testa da una parte, chi muove gli occhi altrove, chi fa finta di non sapere né leggere né scrivere.
Non vedere, non sentire e non parlare è l’ottica palermitana di Pistoia.
E gli organi di stampa, istituzionalmente chiamati a raccontare, invece di farlo, ci propinano falsità di una rozzezza che ci spaventa: e con una disinvoltura che ci fa vergognare.
È, la nostra, la sindrome della vittima nel Lager. Se non sapete cos’è, provate a rileggervi Primo Levi: vi farà bene.
Questo blog, come al solito, è stato l’unico ad affrontare il tema – di cui ieri ha parlato anche Banchini –, rompendo discretamente il silenzio e cercando di farlo nella maniera più soft possibile: ma senza rinunciare a una dignità che nessuno degli organi di stampa strutturata ha voluto e saputo mostrare. E su questo il nostro giudizio è e resta severo.
Non ha saputo farlo il quotidiano che ha dato risalto di notiziona alla scomparsa della collega sulla propria civetta.
Non ha saputo farlo il quotidiano che, nello stesso tempo, ha inventato la formula caffè+giornale. Ed è stato lì che mi è venuta la voglia di scrivere il commento con cui mi chiedevo a chi credere e a cosa credere.
Non ha saputo farlo neppure la tv locale che, nonostante le tambureggiate affermazioni di rispetto della verità e gli ossessivamente ripetuti princìpi evangelici, non ha saputo e/o voluto raccontarci la verità.
Ma poi: perché tutto questo in uno strapaese come Pistoia, in cui tutti sanno tutto di tutti a metà prezzo?
O tacere del tutto o dire la verità: è così che deve comportarsi chi informa. Mentire non serve ad altro che a screditare chi scrive.
Anche in questo caso la great Pistoia, città a misura d’uomo, così amata dagli italiani, così osannata dai pistoiesi, così proposta da tutti come ‘capitale mondiale della cultura’ (di cosa? Della reticenza e dell’ipocrisia, forse…?) ha dato il meglio di sé in un affresco squallido che riporta alla mente un tragico film di Pietro Germi, il cinico Signore & Signori (1966).

Quanti hanno versato lacrime d’inchiostro sulla scomparsa di Silvia, oggi dovrebbero guardarsi quel terribile film e dirci – ma con la faccia rossa di vergogna – quale sia stato il malore che ci ha tolto la collega addetta-stampa della Provincia.

e.b. blogger

Post dedicati al tema:
  1. Quello che ci vuole per vendere (vedi)
  2. Come bisogna scrivere la cronaca (vedi)
  3. A chi dovrei credere (vedi)
  4. «Anch’io che non ti ho mai ascoltato» di Luigi Scardigli (vedi)

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 27 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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