mercoledì 21 settembre 2011

UNA SUMMA DI FUSION, FUNKY, JAZID E WORLD MUSIC


di Luigi Scardigli


Caetano Veloso e Gilberto Gil lo sostengono ormai da molto tempo: la musica con la M maiuscola è già stata scritta tutta; chi ha voglia di cimentarsi con essa, occorre solo che la rilegga.
Non so se Keki Andrei (organo Hammond e piano), Carmine Bloisi (batteria), Daniele Nesi (basso) e Andrea Ranfa (voce), coadiuvati, in questa esperienza che vi raccomando di vivere, dalla chitarra di Andrea Braido e il sax di Vittorio Alinari, concordino con le premesse dei due santoni brasiliani.
Il dato certo è che l’ultimo lavoro di registrazione che questi sei straordinari musicisti, nonché ex giovanotti di speranze soddisfatte, si sono messi all’anima di registrare e produrre, ha tutta l’aria di essere una conferma delle teorie carioca con le quali ho deciso di introdurvi in questa pregiatissima presentazione.
Il titolo del Cd che sarà, nel giro di breve tempo, a disposizione di acquisto e ascolto, è Free, un album con dodici tracce che trasudano un trascorso musicale e culturale indelebile, quello degli anni ’70. Per rendervi l’idea di cosa ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare in anteprima e il privilegio di scriverne, vorrei invitarvi a prendere, dal vostro nutrito e copioso armamentario musicale, alcuni cd, o lp, come preferite e conservate, di Billy Cobham (Spectrum), ad esempio, al quale dovreste aggiungere e miscelare Jan Hammer (colonna sonora serial Miami vice), Lee Ritenour (Rio Funk), gli Steps Ahead (Modern Times) e gli Yellowjackets (Out of Town), con l’aggiunta di un brano di Robben Ford, se gradite (vi consiglio Talk to your daugther, per l’esattezza) e poi, non so per quale magìa, ascoltarli contemporaneamente.
Il frullato, di incontenibile piacevolezza al limite della sopportazione epicurea, somiglierà, non sto scherzando, alla carrellata sonora che Free ha deciso di concedere, un riassunto straordinario di suoni e sintassi che sembravano appartenere soltanto ai gloriosi trascorsi del dopo boom economico e che invece, grazie alla sofisticata rilettura di questi sei professionisti, è (ri)diventa materiale di studio, oggetto di dibattito, ma soprattutto elemento di piacere.
Sei musicisti con relativi ed eterogenei back ground che si collocano, anche singolarmente e alle prese con session di altre sfumature, nel gotha della musica contemporanea italiana, una congiuntura artistica e musicale che nasce dall’esigenza di quattro vecchi amici, Andrei, Bloisi, Nesi e Ranfa ai quali si sono aggiunti, nella circostanza e trasformandola in un evento sonoro, la chitarra autodidatta del 47enne trentino Andrea Braido e il sassofono del coetaneo Vittorio Alinari, una summa di fusion, funky, jazid e world music che siete liberi di godere fino in fondo.
Anzi, pardon, free.

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[Mercoledì 21 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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