giovedì 8 settembre 2011

BREDA AL ‘REDDE RATIONEM’


PISTOIA. A sorpresa, ma non troppo, stamattina leggiamo su La Nazione:

 Breda
 «La vendita non è stata smentita»


Dopo l’incontro con il nuovo amministratore delegato Maurizio Manfellotto i sindacati intervengono sulla vicenda con un comunicato congiunto, sottoscritto da Fim, Fiom, Uilm, Uglm, Rsu. I sindacati affermano che Manfellotto «nello specifico ha sottolineato la necessità di dover risolvere nell’immediato i contenziosi relativi ai treni della Danimarca perché portatori delle gravi perdite nei bilanci di esercizio».
Il sindacato ha poi chiesto la puntuale applicazione dell’accordo dello scorso anno, rispettato dai lavoratori, ma non dall’azienda.
Il sindacato ha poi chiesto al nuovo amministratore se intende operare favorevolmente per il riconoscimento politico della strategicità del settore dell’industria ferroviaria. Manfellotto ha detto che l’efficienza è elemento essenziale a cui si deve fare riferimento, tuttavia ha aggiunto di guardare con favore all’iniziativa del sindacato. Il 14 si terrà a Roma l’incontro del Coordinamento Nazionale dove si chiederanno risposte precise anche circa l’ipotesi di vendita che ieri non è stata smentita.

Come al ristorante, arriva sempre, anche nella vita, il momento in cui il cameriere presenta il conto.
E sul conto pesano, come ben sappiamo, quello e quanto abbiamo mangiato comodamente seduti a tavola.
Era stata abbastanza chiara la lettera inviata da Manfellotto ai dipendenti. Parlava, come tutti sanno, di efficienza, di lealtà e di impegno.
Bastavano questi temi per far capire, a chi non ha gli occhi cuciti, che il problema-Breda era quello dei modesti risultati ottenuti su questi fronti, e delle gravi perdite sul piano delle commesse e delle vendite.
Che il sindacato tenti di difendere i lavoratori è la cosa più naturale di questa terra.
Fatto è che questo sindacato, da tempo immemorabile, ha tentato e tenta ancora di difendere anche l’indifendibile: si pensi a quanto diceva un nostro lettore che parlava di barbecue in azienda e di partite a carte sotto il fresco dei condizionatori della Breda (vedi 1 e 2).
Questo sindacato, sorretto dal partito dominante di questa città, un Pd che non ha mai fatto il bene di Pistoia, o cambia mentalità – e inizia a lavorare, come è giusto che sia, per dei veri risultati – o cambia mentalità perché gliela faranno cambiare i conti che il ristoratore, d’ora in poi, inizierà a rimettere di giorno in giorno, a seconda delle portate consumate a suon di contestazioni, minacce di rescissioni di contratti e/o richieste di danni, a cominciare da quelle della Danimarca.
Non ne hanno colpa gli operai, ma i dirigenti e i tecnici, scelti con criteri politici, potrebbero averne, e molte, se ci pensiamo bene. E del resto le opinioni non rilevano, non hanno importanza: peseranno i fatti. Come piombo.
Proprio come la somma del peso di tutti i treni sbagliati consegnati ai giustamente incazzati cugini danesi.

Provino un po’ a pensarci, sia i sindacati che il Pd di Pistoia.
e.b. blogger
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[Giovedì 8 settembre 2011 – © Quarrata/news, 2011]

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