QUARRATA. Scrive Renata Fabbri:
Caro Edoardo,
la vicenda di Silvia mi ha molto toccato personalmente.
A parte questo avevo provato a postare un commento alla tua ultima nota (vedi) ma la mia incapacità informatica mi vede costretta ad inviartela per mail.
Fa lo stesso?
***
C’è una ricerca immensa di emozioni e hanno facile presa in questo mondo smarrito e avvolto dal torpore, meglio se sono di grande intensità, pronte ad alleviare le nostre sofferenze.
Durano quell’attimo fugace che impegna il giusto, giusto il tempo per non farsi coinvolgere in quella pietas che potrebbe diventare un sentimento impegnativo. Niente può tornare come prima, tutto scorre, scivola via in un consumismo sfrenato di relazioni epidermiche.
Quello che, tutto sommato, ci vuole per vendere.
Renata Fabbri
***
Cara Renata,
certo che fa lo stesso.
E tu, che sei particolarmente brava nelle sintesi, hai detto quello che era necessario e sufficiente, specie con la tua ultima frase Quello che, tutto sommato, ci vuole per vendere.
Ripenso anche a quanto è stato scritto sulla morte del giovanissimo Lorenzo di Quarrata: un’antologia di miele che niente ha a che fare con la realtà, con la sobrietà e con il rispetto laico e/o religioso per l’essere umano.
Hai ragione.
Si fa tutto e solo per vendere – merce avariata, ovviamente. Roba da merendine che fanno male alla salute.
Ecco: io su questo mi rifiuto. E credo che tu lo sappia bene.
Grazie per la tua attenzione.
e.b. blogger
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[Domenica 25 settembre 2011– © Quarrata/news 2011]
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