martedì 20 settembre 2011

«ANCH’IO CHE NON TI HO MAI ASCOLTATO»


di Luigi Scardigli


Abbiamo perso un’altra occasione, ieri pomeriggio, con Silvia Innocenti Caramelli.
L’ultima.
Tempo per cercare di capirla, comprenderla, amarla, desiderarla, aiutarla, combatterla, deriderla, perdonarla, chiederle scusa, non ce n’è più.
Ci resteranno, in dote, però, come un macigno, solo e soltanto le sue urla disperate, probabilmente, quelle che abbiamo finto di non sentire quand’era viva e quelle che abbiamo preferito non raccontare quando ha deciso di volersene andare, senza dare spiegazioni.
Perché se ne avesse date, forse, a qualcuno sarebbe dovuta rimordere la coscienza chissà per quanto tempo.
Così, invece, ognuno di noi affiderà all’inesorabile e galante legge del tempo e della memoria il compito di cancellare, a poco a poco, il suo ricordo e presto saremo liberi dal rimorso e pronti a fingere di non sentire ancora la voce di qualcuno che ci chiede aiuto, per poi camuffarla, nel suo gesto estremo, in un malore.
Spero davvero Silvia – così provo a salutarti, io che non ti ho mai ascoltato –, che solo il tuo copro sia andato a cercare altrove, dove non c’è, pace, ma che la tua anima resti ancora un po’ a farci compagnia: per non dimenticare e per cercare di non farci sbagliare.
Ancora una volta.

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[Martedì 20 settembre 2011– © Quarrata/news 2011]

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