PISTOIA. Benigni, in Johnny Stecchino, si chiedeva «Ma quanto costano le banane a Palermo?». In questa città, invece, è il caso di chiedersi «Ma quanti sono gli autovelox a Pistoia?».
Se andiamo a rivedere tutti i provvedimenti
di sicurezza a ritroso, troviamo un’unica preoccupante situazione: un contenzioso
moltiplicato che non finisce mai, vessatorio per la gente già abbastanza vessata
di per sé, e che segue una falcidia di multe e penali, che hanno portato più di
dieci miliardi delle vecchie lire in un anno nelle casse del Comune. Tanto da fare
ripianare il bilancio del 2011.
Ma gli amministratori pistoiesi non possono
continuare ad avallare una situazione di questo genere solo perché hanno fame di
quattrini: la logica è sproporzionata e ingiusta rispetto alla situazione nel suo
complesso. Sarebbe – alla fine – come pretendere di avere un poliziotto per ogni
cittadino per evitare furti, scippi e rapine.
Continuando con questo andazzo, cosa si
dovranno aspettare i pistoiesi? Di vedersi mettere un autovelox anche nel corridoio
di casa propria, dalla cucina al bagno, perché siano costretti a riflettere e a
non investire chi per caso esce da una porta laterale, col rischio di buttarlo per
terra e di rompergli un braccio?
Le logiche della sicurezza possono e devono
estendersi all’infinito? E soprattutto è giusto che sia così, quando, alla fine,
perfino chi ha sterminato una famiglia in stato di ebrezza se ne sta fuori, senza
nemmeno il ritiro della patente, e finisce col patteggiare appena due anni con la
sospensione della pena? Non sono storie: è cronaca di un mese fa.
E ancora: quando non ci saranno più posti
dove sistemare gli autovelox, i t-red, le porte per la ztl e quant’altra diavoleria,
che faremo con gli incidenti che, comunque, continueranno a fioccare come la neve
di questi giorni? A quale marchingegno ci appelleremo? E 50 km all’ora sono sufficienti
a non travolgere un operaio che lavora a appena 60 centimetri dalla strada? E preso
in pieno a 50 all’ora, un corpo umano esce indenne dall’urto o rimane comunque spappolato?
Ci spiace, cari amministratori di Pistoia,
ma permettendo questa chirurgia plastico-impiantistica a oltranza, finirete anche
voi per trovarvi con le “puppe al silicone francese”:
con solo un sacco di problemi, alla fine.
E tiratevi su le puppe, come si dice
a Pistoia.
e.b. blogger
P.S. –
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il dettato dell’art. 21 della Costituzione sotto il profilo della libertà
di espressione, di critica, di cronaca e di creatività (ovviamente letterario-satirica)?
Provate a chiedervelo. È possibile che prima
o poi arriviate a capire.
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[Sabato 11 febbraio 2012 – © Quarrata/news
2011]
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