martedì 17 dicembre 2013

GABBIANO (MA SI SCRIVE GabbiaNo?)


di LUIGI SCARDIGLI

Sabato 21 dicembre, al Montand, il dramma di Čechov riveduto e corretto dal pesciatino Woody Neri

MONSUMMANO. Basta leggere il titolo, per capire che, con tutto il rispetto per gli originali quattro atti del drammaturgo russo, questo GabbiaNo sarà qualcosa di speciale, inconsueto, decisamente originale. Ma fedele.
Quelli che l’han visto e parecchia critica, di questa disarticolazione teatrale, ma non storica, ne hanno detto e scritto un gran bene, fino ad insignire il regista, Woody Neri, che è anche protagonista, nonché drammaturgo, scenografo e curatore degli effetti luminosi, di qualche premio degno di considerazione, peso e prestigio.

Con il profeta del comune accanto, sul palcoscenico del teatro di Monsummano, per questo terzo appuntamento stagionale, Stefania Medri, Marta Pizzigallo, Massimo Boncompagni, Loris Dogana, Gioia Salvatori, Liliana Laera e Mimmo Padrone, che rappresentano un riassunto dei molto più numerosi personaggi che animarono le scene la prima volta, oltre un secolo fa, un esordio infelicissimo, ripagato, nel tempo, con interessi incalcolabili, dalle migliaia di rappresentazioni allestite in ogni angolo del mondo.
L’osservazione storica e antropologica della versione originale è osservata con ossequiosità, ma il regista ha deciso di scardinarne i recinti temporali per un riadattamento che non ha dell’oltraggioso, né dello scempio: il dramma resta familiare, ma la tragedia assume aspetti onirici, comici, trasformandola in un fine carnevale di Rio de Janeiro, dove il lago che accompagna la scena è una piscina gonfiabile e il paesaggio, romantico e nostalgico, di putrefazione urbana, per nulla fascinoso.
Ma nulla si sposta, né conversazioni, né dinamiche: è come se una portentosa gru avesse avuto il merito e la forza di sollevare il palcoscenico russo e portarlo a spasso per un secolo fino al Montand di Monsummano. Non è cambiato nulla, infatti, se non che gli attori della prima sono morti e al loro posto, con tanto di copione tramandato, ci siano ora i loro nipoti e pronipoti.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 17 dicembre 2013 | 16:25 - © Quarrata/news]

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