di LUIGI SCARDIGLI
Al liceo artistico un’interessante
mostra aperta fino al 14 giugno prossimo
PISTOIA. Cristina Palandri è brava, molto brava. Così brava che del
mio giudizio non ne ha alcun bisogno. Dipinge con devozione e professionalità,
cura e studio. Con passione. È quella che si nota di più, anche soprassedendo
ad una serie di informazioni che nel mondo dell’arte, più che utili, sono
praticamente indispensabili. Ma anche la pittura e la scultura – Cristina
Palandri è una pitto-scultrice – appartengono al mondo dell’arte, né più né
meno come lo sono la poesia, la musica, la letteratura. La bellezza.
Parlarne, cercando di dare spiegazioni
alle emozioni, è un lavoro tanto maldestro e infruttuoso, quanto inutile. E
così è stato ieri sera, nell’aula magna del Liceo Artistico Petrocchi, di
Pistoia – una volta Istituto d’Arte –, dove la
padrona di casa, la Preside Elisabetta Pastacaldi ha organizzato, con la
complicità dell’artista diretta interessata, Cristina Palandri, questa
personale verticale, La casa dei poeti,
un’esposizione che va dall’atrio fin su
in mansarda, un’ascensione, senza ascensore, che avvicina un’altra delle
poche profetesse che può vantar questa patria verso il cielo.
Con la Preside e la poliedrica
raccoglitrice di colori e ricordi, sul tavolo di una conferenza che andava rigorosamente
evitata, anche Gabriele Losso, uno degli allestitori, il grafico e comunicatore
Maurizio Degl’Innocenti, Maurizio Tuci, illustre visitatore che ha dovuto far
le veci – sfangandosela con dignità, tra storia e alfabeto dei
predecessori – di Siliano Simoncini, uno dei relatori e promotori
inderogabilmente impegnato in quel di Marzabotto ed Elena Becheri, arrivata
tardi.
Nella sala, piena in ogni ordine di
posti, visitatori datati: la gioventù
era rappresentata da alcune studentesse del Liceo che, dopo la gita guidata tra
i meandri, bellissimi, dell’ex monastero, estrosamente acconciate da Graziella e il suo staff, hanno
allestito una sorta di danza propiziatoria dell’arte.
Torniamo a parlare di Cristina Palandri
e del suo curriculum artistico che vale molto più di ogni ricercato aggettivo.
Ex studentessa dell’Istituto d’Arte, 31 anni fa espone per la prima volta alla
Galleria Valiani – altro pezzo di città che andava protetto ed immunizzato
dalla crisi –, un trampolino particolarmente fortunato che la catapulta,
negli anni successivi, tra Firenze, Modena, Venezia, Spoleto, New York,
Avignone, Tarragona, Bologna; la inserisce all’interno di volumi didattici con
i suoi dipinti, le sue sculture, le sue incisioni.
Un’opera Cristina Palandri
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Raccomando, soprattutto ai giovanotti e
alle signorine che si riempiono la bocca di chiacchiere, di andarla a vedere
questa personale di Cristina Palandri che resterà aperta ai visitatori fino al
prossimo 14 giugno e una volta inderogabilmente incantati dalla grazia e dalla
profondità delle sue opere, chiedere alla Preside Pastacaldi, al Comune di
Pistoia e soprattutto alla diretta interessata di fare, ad esempio, un corso di
pittura, pubblico, gratuito, aperto solo e soltanto ai veramente interessati,
dove le chiacchiere dovranno restar fuori dall’uscio: dei discenti e dei
docenti.
Altrimenti, come la Musica e il Teatro,
anche la Pittura e la Scultura, in città, resteranno di confine.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 17 maggio 2013 | 08:10 - © Quarrata/news]
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