venerdì 17 maggio 2013

CRISTINA PALANDRI E ‘LA CASA DEI POETI’


di LUIGI SCARDIGLI

Al liceo artistico un’interessante mostra aperta fino al 14 giugno prossimo

PISTOIA. Cristina Palandri è brava, molto brava. Così brava che del mio giudizio non ne ha alcun bisogno. Dipinge con devozione e professionalità, cura e studio. Con passione. È quella che si nota di più, anche soprassedendo ad una serie di informazioni che nel mondo dell’arte, più che utili, sono praticamente indispensabili. Ma anche la pittura e la scultura – Cristina Palandri è una pitto-scultrice – appartengono al mondo dell’arte, né più né meno come lo sono la poesia, la musica, la letteratura. La bellezza.

Parlarne, cercando di dare spiegazioni alle emozioni, è un lavoro tanto maldestro e infruttuoso, quanto inutile. E così è stato ieri sera, nell’aula magna del Liceo Artistico Petrocchi, di Pistoia – una volta Istituto d’Arte –, dove la padrona di casa, la Preside Elisabetta Pastacaldi ha organizzato, con la complicità dell’artista diretta interessata, Cristina Palandri, questa personale verticale, La casa dei poeti, un’esposizione che va dall’atrio fin su in mansarda, un’ascensione, senza ascensore, che avvicina un’altra delle poche profetesse che può vantar questa patria verso il cielo.
Con la Preside e la poliedrica raccoglitrice di colori e ricordi, sul tavolo di una conferenza che andava rigorosamente evitata, anche Gabriele Losso, uno degli allestitori, il grafico e comunicatore Maurizio Degl’Innocenti, Maurizio Tuci, illustre visitatore che ha dovuto far le veci – sfangandosela con dignità, tra storia e alfabeto dei predecessori – di Siliano Simoncini, uno dei relatori e promotori inderogabilmente impegnato in quel di Marzabotto ed Elena Becheri, arrivata tardi.
Nella sala, piena in ogni ordine di posti, visitatori datati: la gioventù era rappresentata da alcune studentesse del Liceo che, dopo la gita guidata tra i meandri, bellissimi, dell’ex monastero, estrosamente acconciate da Graziella e il suo staff, hanno allestito una sorta di danza propiziatoria dell’arte.
Torniamo a parlare di Cristina Palandri e del suo curriculum artistico che vale molto più di ogni ricercato aggettivo. Ex studentessa dell’Istituto d’Arte, 31 anni fa espone per la prima volta alla Galleria Valiani – altro pezzo di città che andava protetto ed immunizzato dalla crisi –, un trampolino particolarmente fortunato che la catapulta, negli anni successivi, tra Firenze, Modena, Venezia, Spoleto, New York, Avignone, Tarragona, Bologna; la inserisce all’interno di volumi didattici con i suoi dipinti, le sue sculture, le sue incisioni.
Un’opera Cristina Palandri
Raccomando, soprattutto ai giovanotti e alle signorine che si riempiono la bocca di chiacchiere, di andarla a vedere questa personale di Cristina Palandri che resterà aperta ai visitatori fino al prossimo 14 giugno e una volta inderogabilmente incantati dalla grazia e dalla profondità delle sue opere, chiedere alla Preside Pastacaldi, al Comune di Pistoia e soprattutto alla diretta interessata di fare, ad esempio, un corso di pittura, pubblico, gratuito, aperto solo e soltanto ai veramente interessati, dove le chiacchiere dovranno restar fuori dall’uscio: dei discenti e dei docenti.
Altrimenti, come la Musica e il Teatro, anche la Pittura e la Scultura, in città, resteranno di confine.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 17 maggio 2013 | 08:10 - © Quarrata/news]

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