di FELICE DE MATTEIS
Sul buco oscuro dei titoli-spazzatura
Paci non riesce a fare luce e sbarra la strada a chi chiede chiarezza
PISTOIA. Nel 44 avanti Cristo, quando il Prof. Ivano Paci non era
ancora nato, ma stava per nascere, Cicerone, che si è perso tale frutto di
Madre Natura, nel suo De Senectute, magnificava l’età matura e i suoi
frutti, ma anche la debolezza e la decadenza fisica, oltre che la naturale
diminuzione delle intellettive capacità. Ma, come abbiamo detto, Gao
Zu/Papa/Papà /Io/Noi/Lui/ Ivano Paci Primo e non Settimo, e speriamo ultimo,
era già alla porta d’ingresso.
Cicerone non lo sapeva. Il Tirreno
– cronaca locale di ieri, 12 dicembre – invece, sì.
In risposta a certi quesiti che un ex
Consigliere Comunale, Fabrizio Geri (vedi
post) pone in merito alla conduzione della Fondazione Caripit che, lo
ribadiamo, “muove soldi nostri”, l’uomo solo al comando, Paci, si prende o
compra una paginata per rispondere, non rispondendo.
Addirittura cerca di contrattaccare con
argomentazioni verbali che non sono il suo forte, invece di usare i numeri, che
dovrebbero esserlo, ma non lo sono, “particolarità” espresse da Geri, sulle
quali riteniamo che lui stesso vorrà intervenire perché questo quotidiano on
line è a sua disposizione.
Sulle critiche “fondate su informazioni
inesatte e farcite di mere affermazioni molto personali e soggettive” – come
afferma Papa/Papà, etc. – ci sentiamo di doverci intromettere. Perché, sarò
ripetitivo, ma i soldi della Fondazione Caripit e il loro utilizzo ci
riguardano tutti e non solo la “conventicola pacifista” di contorno.
Quando Gao Zu/Paci vuole convincerci
che in un periodo come questo €. 700.000 per le “statuine” nel giardino di via degli
Armeni sono cosa degna e giusta, ci vengono in mente le elemosine elargite nell’ambito
della assistenza ai bisognosi che, forse, mi sbaglierò, hanno indotto anche il
Consigliere della Fondazione Caripit, Suppressa, a votare a favore del
documento sulla verità dei titoli Fresh. Richiesta rigettata, naturalmente.
Robetta da €. 10 milioni, che tale somma più non rappresentano, essendo
divenuti solo €. 2.000.000, con una perdita netta dell’80%. Potremmo sbagliarci,
però: ma Paci, invece di furbeggiare, ci smentisca su questo con i
numeri della sua ragioneria e non con le parole del suo Vangelo di
Montale/Firindelli.
Se è vero quello che dice nel finale
del compiacente articolo del Tirreno: “Resta sempre scontato che le
critiche sono sempre possibili; né la Fondazione né il suo presidente hanno mai
preteso di essere esentati”, vorremmo lumi sulle milionate di titoli Fresh:
dove sono collocati, in attivo o passivo sul “suo” bilancio e a quale voce:
anche se a noi Paci non intende rispondere perché ha paura del veleno e non è
come Mitridate re del Ponto che, al veleno, s’era fatto il pelo anche dentro lo
stomaco bevendone ogni giorno un bicchierino, tanto che dovettero costringerlo
a buttarsi sulla spada, per levarselo di torno, visto che ai veleni era immortale.
È possibile che il Prof. si degni di
dirci la verità, datoché il Prefetto premia anche la sua Fondazione benefattrice?
O i benefattori sono esenti dal redde rationem (= rendere conto, per
Paci che soffre di non aver fatto latino e il classico…). Sono soldi nostri,
quelli che lui manovra con tanta padronanza. Il falso in bilancio, come Gao Zu
sa, compiacente il Berlusca, non è più reato: la falsa comunicazione, non
saprei, ma credo proprio di no.
La Fondazione Santa Caterina di San
Marcello ha inviato due/tre domande di intervento per il ripristino di un
fabbricato storico e potenzialmente propulsivo a livello turistico (che a Gao Zu
piace) e culturale (che a Gao Zu, evidentemente, piace meno).
Perché due pesi e due misure? Gao Zu,
vuole una crocetta da Cavaliere della Repubblica? La vuole da Grand’Ufficiale?
La vuole da Commendatore? Gliela regalo volentieri: il possessore, defunto,
forse (quando lo vedo glielo chiedo), avrebbe fatto come il Monumento ai Caduti
in Piazza Mazzini: “Quando vidi intorno a me tanta gentaccia, reclinai la testa
e mi cascò le braccia”.
Lei, Ivano, uno e trino, di questa
gentaccia, generalmente figlia del popolo, non fa parte. Lei, Gao Zu, è un
estimatore del lavatoio di Buren a Quarrata e della Fontana nel Pozzo in Piazza
Giovanni XXIII. Lei è l’apice, sotto è gora.
Mi scusi, mi dimenticavo che Cicerone
nel suo De Senectute (lo legga: è veramente istruttivo), affronta
serenamente anche il tema della morte. Se è comunque umanamente un problema da pòeri,
la “crema” è privilegiata, forse? Penso di doverne dubitare.
Comunque, avvicinandosi il santo Natale,
buona mangiatoia! Intendo paglia riscaldata dai respiri tiepidi della sua corte
con gli “spifferi” di Renzi.
Lo dica ai suoi “bimbi” anche se Gao Zu
sa benissimo come e quando cambiare treno.
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 13 dicembre 2013 | 09:07 - © Quarrata/news]
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