La sicurezza che la polizia garantisce
con la propria professione, viene sovente vanificata dal sistema, che spesso
porta alla sovrapposizione di servizi con indiscutibile spreco di energie e
risorse
PISTOIA. La forte richiesta di cambiamento che tutti i cittadini oggi
vogliono, attraverso varie forme – manifestando disagio in tutti le sue
espressioni, cambiando le linee guida di un partito – porta questa O.S. a fare
delle considerazioni anche sul sistema sicurezza e su chi lo deve garantire nel
paese.
Prima di tutto è opportuno ricordare che
gli appartenenti alle forze dell’ordine sono esseri pensanti, madri e padri di
famiglia e cittadini che pagano le tasse.
Mantenendo fermo il nostro giuramento
allo Stato, ma verificando le numerose inefficienze dei servizi, causati
esclusivamente dalla “mala politica”,
ci sentiamo di condividere le difficoltà di coloro che in questi giorni stanno manifestando
per le vie di Pistoia, ma anche quella degli studenti dell’istituto Einaudi,
che per riavere una Scuola Sicura ed Adeguata alle esigenze, protestano contro
un sistema che per sua natura deve essere civile e democratico.
Tenendo fede al giuramento prestato
alle istituzioni dello Stato, e quindi ai cittadini, dobbiamo ribadire che la
sicurezza, che noi garantiamo con la nostra professione, viene sovente vanificata,
dal sistema, che spesso porta alla sovrapposizione di servizi, con
indiscutibile spreco di energie e risorse.
La situazione paradossale ed
inquietante che si è venuta a creare con il blocco delle assunzioni – il
consequenziale aumento dell’età media, il vuoto amministrativo dovuto alla
vacanza contrattuale – ha portato gli operatori a vivere un disagio identico a
quello dei manifestanti e degli studenti, con una sola differenza: l’obbligo di
tener fede alle responsabilità assunte all’atto del giuramento.
Non possono per noi passare inosservate
le ultime proposte, trapelate pochi giorni fa, di assegnare il servizio di “centralino
emergenze” ad un operatore unico esterno, modello “ call center”, che dovrebbe
smistare gli interventi alle varie sale operative, notizia, che a parere del Sap,
disegnerebbe scenari imbarazzanti per non dire grotteschi.
A nostro parere la questione alla
questione della sicurezza sarebbe quella di “rottamare l’attuale sistema”; qualche
new entry nel panorama politico, potrebbe oggi valutarla positivamente ridisegnando
l’apparato sicurezza eliminando tutti i vincoli legati al corporativismo e alle
divise portando quale fulcro del sistema il Questore, quale unico responsabile
della sicurezza in ambito provinciale, soprattutto dal punto di vista logistico
e gestionale.
In questo modo avremmo una Questura con
Uffici sul territorio efficienti, ben organizzati e strutturati, ma
innanzitutto ben coordinati, senza sprechi di energie e di spese, che
garantirebbero sicurezza reale e non percepita, quale il progetto strade sicure,
che determina l’impiego delle forze armate; servizi quindi professionali,
svolti da professionisti della sicurezza; un’unica sala operativa (un unico numero
europeo di emergenza – con il risparmio delle sanzioni amministrative che la Comunità
commina annualmente allo Stato italiano per la mancata attuazione della
Direttiva che lo impone), un’unica struttura logistica, un unico responsabile
giuridico di tutta la sicurezza provinciale, con il conseguente risparmio
economico sui costi gestionali ed il recupero di risorse umane da impiegare a
tutela dei cittadini, che permetterebbe una maggiore presenza delle forze di
Polizia sul territorio con un loro più efficace ed efficiente utilizzo.
Il Segretario Provinciale
Andrea Carobbi Corso
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[Venerdì 13 dicembre 2013 | 17:32 - © Quarrata/news]
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