Leggo stamattina sulla Nazione
queste interessanti ma già profetizzate parole:
Il confronto sul mercato del lavoro
entra nella fase stringente e il Pd lancia una proposta di mediazione sull’articolo
18 per facilitare l’intesa. A farlo non è un esponente dell’area liberal, ma
Stefano Fassina, responsabile economico del partito, considerato vicino all’ala
sinistra. La novità sta nel fatto che, proprio mentre il leader della Cgil
Susanna Camusso dice «la proposta della Cisl non ci piace», Fassina traccia un
percorso simile a quello disegnato da Raffaele Bonanni.
Il numero uno di via Po
vuole «sfilare» dall’articolo 18 i licenziamenti per motivi economici, anche
individuali, per riportarli nell’alveo dalla legge 223 del ’91, che non prevede
il reintegro nel posto di lavoro, ma un risarcimento sotto forma di indennità
di mobilità per un biennio.
Torno alla mia riga iniziale e rileggo
sulla Nazione «queste interessanti ma già profetizzate parole».
Profetizzate da me e da mesi: da quando
Monti è salito al Colle e ha detto sì all’Uomo di Budapest.
Ho sempre sospettato – e se andate a
rileggervi quello che ho scritto, lo vedrete e dovrete dire di sì – che comunque
il Pd era tutta-recita, che comunque, alla fine, a prevalere sarebbero state le
logiche del profitto: perché i comunisti, da quando hanno scoperto il liberal,
sono tutti impazziti e senza remissione, facendo anche vedere che – sì, insomma – l’unica
cosa che interessava a loro erano i maledetti quattrini.
E la Camusso – che per ora punta i
piedi o li batte per terra – reggerà fino al punto di aver mostrato ai
lavoratori che non c’era più niente da fare: che la strada era segnata e che,
in nome della salvezza d’Italia, si doveva giungere all’olocausto. Anche a
quello degli amatissimi lavoratori d’Italia.
La politica è rappresentazione. La
politica è teatro. La politica è truffa alla buonafede dei deboli. E sempre a
vantaggio di chi può. Questo la storia ci ha sempre insegnato.
Torno su questo argomento, stamattina,
per tracciare qualche proiezione ortogonale, anche se a molti compagni del Pd
non piacerà né punto né poco.
E inizio a tracciare le proiezioni dal
nome del compagno Fassina, se non erro alleato di un Berti-nelli esposto in
prima persona per il suo successo del 29 gennaio e delle primarie.
Poi inizio a tratteggiare i trattini da
2 millimetri per le proiezioni verso la Rsu della Breda e i rappresentanti
sindacali che vanno per la maggiore e che, insieme ai politici di qui e
di là, lottano perché l’uomo del compromesso Banche/Stato, quello che
sta rivoluzionando mari & Monti, finisca col dire di sì a favore del
salvataggio forzato della Breda, addossando ai contribuenti italiani altri 202
milioni (per ora) di penali a rimessa per colpa dello stabilimenti Breda di
Pistoia.
E chiudo la proiezione così: pensate
che chi taglia le gambe a tutti, provi pietà di 800 dipendenti in un momento in
cui ci aspettano la fame e l’impoverimento e con altre manovre annuali da 45
miliardi per volta?
Pensateci bene.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 10 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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