di LUIGI SCARDIGLI
Presentato nel pomeriggio alla Biblioteca San Giorgio il
programma del candidato alle Primarie – Ma Gianni dov’è
stato finora, all’estero?
PISTOIA. Che avanza nel senso che si fa strada, largo, non
che è di troppo, eh!
Ci tenevamo a precisare questo
particolare, perché non vorremmo che, leggendo il titolo, qualcuno si
indispettisse e ci accusasse di faziosità. Non lo siamo per scelta e non lo
diventeremo, faziosi, per opportunismo.
Veniamo ad oggi pomeriggio, all’arrivo
di Giovanni Cuperlo alla Biblioteca San Giorgio, accolto, naturalmente, da una
sala piena ed osannante, come si conviene alle popstar. Del resto, uno dei
candidati alle Primarie del Pd del prossimo 8 dicembre, la laurea l’ha presa al
Dams di Bologna, e di spettacolo, l’ex predestinato a vivere da leader, ne sa
qualcosa. Soprattutto ascoltandolo.
I punti fermi, intransigenti, della sua
linea editoriale, quella che lo sta conducendo in carrozza, non in tram, a
confrontarsi e battersi con gli altri aspiranti al trono della segreteria del
Partito Democratico, sono chiari: i pensionati che non riescono più a
sopravvivere con emolumenti fermi e un costo della vita che cresce a dismisura,
il magma degli esodati che si ingrossa di ora in ora e i milioni di giovani che
non hanno un briciolo di prospettiva nel futuro e, tra quei pochi che si
possono permettere il lusso di riuscire a vedere oltre la siepe, senza la
minima garanzia di un sistema previdenziale che garantisca una vecchiaia all’insegna
del meritato riposo.
Tutte cose vere e, permettetemi,
sacrosante. Sarebbe stato buono e giusto però se qualcuno, tra la folla che
ululava come si conviene nei jazz club al termine di un assolo di uno degli
strumentisti, rumorosa standing ovation consumatasi anche durante le pillole proiettate sul telo bianco posto
alle spalle del tavolo dei relatori occupato da Cuperlo in compagnia della sua
fedele Chiara Innocenti (l’ho conosciuto
nel 2001: ho subito sperato che diventasse lui, il segretario del Partito; è
arrivato il momento ha esordito nel suo breve intervento), qualcuno, dico, gli
avesse ricordato che nel Partito, lui, c’è sempre stato e non come semplice
iscritto, ma come punta di diamante soprattutto in qualità di rappresentante
delle forze giovanili. E dunque che ha fatto per cercare di impedire questo
macello?
Ma non solo, perché Cuperlo – che ha
assicurato di essere motivato solo e soltanto a guidare il Partito e non ad
essere eventualmente duplicato o dirottato alla guida del Paese – ha anche
avuto parole dure, esposte con la tenerezza di chi conosce l’arte mediatica,
nei confronti di questa legge elettorale, reclamando il diritto-dovere del Pd
di rendersi artefice del cambiamento del Paese. Bello e Democratico. Il tuo Pd per il Paese di tutti è infatti lo
slogan che precede l’arrivo di Cuperlo agli assembramenti elettorali.
Alle Primarie manca ormai poco meno di
un mese: il 9 dicembre il Paese intero, non solo quelli del Pd, saprà a chi
affidare le redini del cambiamento, perché tutti i candidati alla seggiola del
Partito Democratico rivendicano, sostanzialmente, la stessa identica
legittimazione. E il Paese, che pende dalle labbra del Pd, il 9 dicembre si
attrezzerà a crescere con il Pd e con gli italiani non iscritti direttamente al
seguito.
Chiudiamo riportando, letteralmente,
uno dei punti del programma; non il primo, per fortuna: è tempo di dichiarare “tolleranza zero” contro la povertà, con
interventi politici mirati. Non so se questo Paese abbia presupposti e
ammortizzatori per risollevarsi e rinascere. Cuperlo però, proprio in campagna
elettorale, potrebbe dare un segnale forte, indelebile e reale: dimezzarsi lo
stipendio. Lo faccia.
A tal proposito ricordiamo un aneddoto famoso
all’Anchione, un paesino ai bordi del Padule, a pochi chilometri da
Montecatini. Ad un fedele iscritto al Pci gli fu chiesto cosa avesse fatto, se
avesse avuto due case: una per me e una
al Partito, rispose senza batter ciglio. La stessa risposta, pronta, equa e
solidale, la dette quando gli chiesero come si sarebbe comportato se avesse
avuto due macchine.
Ma quando gli chiesero cosa avrebbe
fatto se avesse avuto due biciclette, il vecchio militante rispose: non fa’ il bischero, du’ biciclette ce l’ho
davvero!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 12 novembre 2013 | 20:07 - © Quarrata/news]
L' articolo vale un commento, non fosse per altro, per l' aneddoto che non conoscevo ma che è semplicemente meraviglioso.
RispondiEliminaChi mi conosce sa che la fedeltà non è per me categoria che appartiene alla politica. Semmai, la riservo per il privato, a partire da mio marito. Non solo posso dirlo, ma l'ho dimostrato, avendo pagato di mia tasca (e non solo in senso metaforico) la mia totale assenza di propensione a tale caratteristica.
RispondiEliminaSul resto, sorvolo: i narratori, sono liberi di dare la propria interpretazione dei fatti, che certo qui, seppure abilmente inframezzati da accenti ironici, emergono. La sala era piena. Ed era stracolma di gente molto felice di essere lì, finalmente!
Un caro saluto,
la fedele (a se stessa) Chiara Innocenti