martedì 12 novembre 2013

“LE RADICI NATURALI DELL’ORDINE SOCIALE”, ULTIMO LIBRO DI PAOLO BONACCHI


PISTOIA. Nuovo saggio sulla democrazia da parte dello studioso pistoiese Paolo Bonacchi, dal titolo emblematico “Le radici naturali dell’ordine sociale e l’elica immorale”, seguito di “Dalla società delle api alle città-stato del futuro. Natura e rodine sociale” Edizioni Nexus (2010).
Dalle origini della vita sulla Terra al presente, passando attraverso credenze, miti, progressi scientifici e analisi socio-politiche, Bonacchi affronta il concetto di democrazia, ereditato dalla civiltà ellenica, che origina ancora oggi interminabili dibattiti nonostante i suoi duemila anni di storia, interrogandoci se la realtà odierna ne sia veramente permeata, oppure se nasconda, come dice Oscar Brambani nella presentazione del volume, «una tirannia del sorriso, celata dal velo della cerimonia elettorale o addolcita dalla chimera di traguardi sovranazionali, presentati come un progresso istituzionale, ma nei fatti poco incisivi rispetto ai concreti bisogni dei cittadini».

La via mondialista può generare un governo di pochi su molti, l’antidoto è pertanto per l’autore l’autogoverno delle comunità, la via federalista, sulla base della lezione di P. J. Proudhon, padre del vero “contratto” al quale i cittadini devono tendere per guardare al futuro anziché ad un nebuloso passato. L’universo come una federazione di sistemi più o meno complessi, l’ordine sociale delle varie comunità è collegato con le leggi fondamentali della Natura.
Nella società umana il processo di formazione del diritto, secondo Bonacchi, dovrebbe essere spontaneo, permeato di spirito cooperativo e mutualistico, come il commercio  e le relazioni tra individui in generale. Si aprirebbe dunque un’era delle federazioni di piccole e medie comunità autogovernate ma federate, superando così il modello secolarizzato di Stato unitario moderno, assoluto, causa secondo lo scrittore di guerre, violenza e degli attuali gravi problemi sociali. Ispiratosi in questa ricerca alle idee del professor Gianfranco Miglio, tra in principali ideologi italiani del federalismo negli anni ’90 del secolo scorso, per Bonacchi deve essere cambiata la modalità di studio dell’ordine sociale, in quanto il superamento della frattura tra umanesimo e scienza,  riconciliandole nella ricerca della verità, avverrà se «saremo capaci di rendere coerenti le leggi prodotte dalla ragione con le leggi conosciute dalla Natura», un patrimonio comune di cui siamo “parte” e non “padroni”, affidato alla specie umana dotata di coscienza.
Nessun dogma, bensì il tentativo di ricerca dei processi che possono creare uno schema mentale di comportamento, agli effetti dell’ordine sociale, il più possibile coerente con i “sistemi” che formano l’Universo. Parla di “ingredienti esplosivi” l’autore, riferendosi agli aspetti negativi della natura umana, ovvero le esagerazioni dell’egoismo, del potere, le menzogne, la proprietà senza limiti, la finanza virtuale, «elementi che offendono la dignità degli individui, violano i loro diritti naturali, limitano la loro libertà di scelta e permettono a pochi scaltri mentitori incuranti del degrado dell’ambiente che ospita la vita, di sfruttare l’esistenza dei loro simili e dei popoli più deboli e indifesi che vogliono sottomettere al loro potere».
Sappiamo ben poco sulle radici naturali dell’ordine sociale, osserva lo scrittore pistoiese, dobbiamo cercare di conoscere almeno da dove veniamo e dove andiamo, solo la scienza in futuro «potrà sollevare il velo di mistero che circonda la ragione della nostra esistenza individuale e sociale», bussola che indicherà l’indispensabile meta evolutiva dell’umanità pena la sua scomparsa.
[Leonardo Soldati]
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[Martedì 12 novembre 2013 | 08:15 - © Quarrata/news]

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